Sergio Marchionne è morto, finisce un era. Quale futuro per i siti italiani e la Cnh a Jesi ?

Sergio Marchionne è morto . Il manager  si è spento questa mattina nella clinica di Zurigo dove era ricoverato da alcune settimane. Aveva 66 anni. Per la Fiat ( ora nel gruppo FCA) e per l’industria italiana finisce davvero un epoca. Perchè Marchionne aveva “salvato” il gruppo automobilistico torinese ormai prossimo al fallimento e lo aveva rilanciato, avviando la fusione con Crysler negli Stati Uniti e portando in Borsa Ferrari e Cnh Industrial. La sua strategia vincente, fatta anche di sacrifici molto duri per tutti i dipendenti ( a Detroit per esempio, stipendi dimezzati per far sopravvivere la produzione..) aveva fatto tornare l’azienda tra i player mondiale del settore auto, salendo al settimo posto in graduatoria. Questo grazie anche al forte sostegno finanziario del governo Usa, guidato da Barack Obama, governo che ha avuto indietro da FCA tutti i soldi pubblici che erano stati prestati nella fase più critica. Ora con la morte di Marchionne –  le cui cause reali sono ancora da stabilire, che fine faranno gli stabilimenti italiani rimasti ? Melfi prima di tutto, poi anche Pomigliano, ma anche Modena e Torino dove il manager di Chieti aveva saputo rilanciare anche la Maserati ? E per le Marche, che destino si prospetta per la fabbrica della Cnh di Jesi , che produce trattori e macchine agricole ? Il nuovo manager Usa che guiderà il gruppo sposterà ancora di più il baricentro delle attività in Nord America, con l’avallo del presidente John Elkann ( nipote di Gianni Agnelli) o non lo farà ? E l’Italia diventerà , come hanno anticipato alcuni esperti, il polo del lusso nel comparto automotive, o finalmente verrà avviata la produzione su larga scala di vetture elettriche ? E il nuovo governo italiano Lega-5Stelle che cosa farà per gestire al meglio la situazione , dati anche i programmi annunciati ? Al momento nessuno sa rispondere a queste domande. Molti si augurano solo che lo smantellamento della produzione automobilistica nazionale – con tutto l’immenso indotto che essa genera – non prosegua ancora. Contribuendo ad impoverire il Paese.

 

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