Da Pesaro a San Benedetto, la movida fa infuriare i sindaci

Ascoli Piceno 26 maggio.- La movida sulla costa nel weekend appena trascorso ha fatto infuriare molti sindaci marchigiani. Tanto che molti si preparano a chiedere ai Prefetti del territorio provvedimenti che in qualche misura limitino la possibilità di assembramento sulle strade e piazze cittadine. O comunque riducano i rischi di eventuali nuove focolai di contagio da coronavirus, che potrebbero compromettere l’estate. Sul piede di guerra sia amministratori di sinistra che di destra. Su tutti i sindaci di Pesaro, Matteo Ricci (Pd) e quello di San Benedetto, Pasqualino Piunti (Forza Italia). Il primo ha annunciato che visti i comportamenti del fine settimana di molti giovani residenti nella sua città, chiederà al Prefetto di valutare l’obbligo della mascherina nelle zone più frequentato del centro e del lungomare cittadino. “Le cose non sono andate come dovevano andare –  ha detto Ricci. Lo dico ai ragazzi: sapete quanto a me piaccia una città vivace, e abbiamo lavorato tanto per renderla più attrattiva. Ma non è questo il momento di stare tutti insieme e fare festa. Si può stare con un amico a distanza di sicurezza, senza accalcarsi davanti ai locali. Il virus non è ancora sconfitto : non giochiamoci l’estate”. Dal canto suo Piunti è stato ancora più drastico, in una nota diffusa oggi : “Quanto verificatosi nel centro cittadino lo scorso sabato non dovrà più ripetersi. E’ inaccettabile vedere certi comportamenti in una fase in cui è fondamentale il rispetto di elementari comportamenti per prevenire la diffusione del virus. E’ mia intenzione – ha aggiunto il sindaco di San Benedetto- fare di tutto per evitare di dover assumere decisioni penalizzanti per la vita sociale della città, e per questo ho avuto dal Prefetto Rita Stentella la disponibilità ad inserire questo tema all’ordine del giorno dell’incontro settimanale con tutti i soggetti istituzionali preposti alla gestione dell’emergenza. ” Previsto anche per giovedi anche un incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria per valuterare quanto successo e individuare “i correttivi da apportare alla gestione della cosiddetta movida”.

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