Cervelli in fuga che vincono nel mondo : la patologa Magi Galluzzi ai vertici negli Usa. Ma l’Italia che aspetta ?

Ancona 2 ottobre.- Cervelli in fuga dall’Italia, che poi all’estero raggiungono traguardi di grande e spesso eccezionale prestigio. Mentre nel nostro Paese ( e nella nostra regione, le Marche) se sono solo bravi, ma non raccomandati, fortunati, organici a certe consorterie  etc, etc.. non riescono a far nulla. E anzi spesso attendono tutta una vita il riconoscimento delle loro capacità. Non vogliamo scomodare il fisico Carlo Rubbia, che in gioventù fu scartato dall’Università di Lecce..( la sua terra) e poi giunto negli Usa, cominciò la carriera ad Harvard e arrivò fino al Premio Nobel. Ma anche a vette più umane, è una storia che si ripete ancora e che a parole la nostra classe dirigente, ad ogni tornata, dice sempre di voler chiudere, premiando finalmente il merito… ma che poi alla fine non sa o non vuole mai chiudere, per cambiare davvero rotta.

Una storia, bella e positiva per fortuna , si è ripetuta anche adesso con la nomina della marchigiana Cristina Magi Galluzzi alla direzione della Divisione di anatomia patologica dell’UniversitĂ  di Birmingham, in Alabama (ancora Usa ). Medico e ricercatrice 53enne di Senigallia, la Galluzzi,  si è diplomata al liceo scientifico della sua cittĂ  , laureandosi ad Ancona nel 1990. Poi si è trasferita negli Stati Uniti,  dove ha rivestito prestigiose cariche scientifiche, lavorando alla Case Western University di Cleveland e alla John Hopkins School of Medicine e venendo anche nominata dalla Pathologist Magazine tra le cento piĂą brillanti personalitĂ   nel campo della patologia. Ora per lei, che è certamente marchigiana di origine ma cittadina del mondo, è arrivato un nuovo e importante riconoscimento in ambito internazionale. Cristina Magi Galluzzi infatti, è entrata nel team del dipartimento di patologia dell’universitĂ  di Birmingham, per dirigere le ricerche sulle disfunzioni e i disturbi dell’apparato urologico e genitale. Onore al merito e al genio.

Sono donne come lei, che dovrebbero rappresentare degli esempi da imitare per le ragazze italiane che sognano un futuro diverso, e non certo i modelli di certo spettacolo scadente in tv, sul web e quant’altro ! Sono donne come lei, e non quelle dello show business che bisognerebbe premiare, incoraggiare a restare, mettere in rilievo sui media, far incontrare con i più giovani, e perfino “utilizzare” in ambito pubblico per far comprendere l’importanza per il nostro futuro sociale ed economico della scienza e della ricerca ! Ma questo non si fa quasi mai . Per questo ancora l’Italia è così indietro rispetto ai Paesi più avanzati, e non riesce a costruire un sistema in grado di far progredire il Paese in ogni campo, pur avendone le potenzialità e anche le istituzioni di base ( scuola, università etc).

Servirebbe un’altra classe dirigente insomma, non solo politica. Solo questa potrebbe dare un avvenire alla nostra comunitĂ , fermando il declino a cui non siamo destinati ( Europa o non Europa..).

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