Il pranzo multietnico di Servigliano

Servigliano (Fm).- Una lunga tavola imbandita con piatti colorati, profumati, curiosi: dal falafel con cipolla caramellata al koshari con aglio orsino, dal risotto al kefir caprino fino al pollo con burro di nocciola e una basbousa scomposta.

In cucina non c’erano chef stellati o cuochi affermati, ma gli allievi della scuola di Ristorazione ideata da Wega, l’impresa sociale guidata dal presidente Domenico Baratto, in collaborazione con la Regione Marche e con il comune di Servigliano. E proprio il sindaco Marco Rotoni non  è voluto mancare al pranzo degli auguri di Natale pensato e realizzato insieme con i docenti del corso.

“Questa è una scuola che si muove nel silenzio, ma che in città sappiamo tutti bene esistere. Quando con Baratto abbiamo pensato una scuola con percorsi diversi da quelli ordinari, no pensavamo forse a questo risultato, questa capacità di alzare il livello di formazione e conoscenza. Qui vi siete arricchiti voi, ma anche gli insegnanti. I questo piccolo laboratorio di formazione c’è la restituzione di conoscenza e la voglia di diventare visibili. Questa è la mission che uno ha: diventare protagonista” ha sottolineato il sindaco Marco Rotoni.

La scuola di Servigliano è nata per intercettare giovani in dispersione scolastica. “Per riuscirci – spiega Domenico Baratto – si lavora su due piani, quello della conoscenza e quello della riconquista della fiducia in sé. E questo si accompagna al ritrovato desiderio di stare insieme, di collaborare e sorridere”.

Ore di lezione, ore di laboratori e poi, le lezioni speciali. “Penso a quella di italiano, che un giorno è diventata di musica con l’insegnante che ha preso la chitarra e ha stimolato anche gli alunni più in difficoltà davanti a un libro a scrivere una canzone. E questo gli ha ridato voglia di apprendere” aggiunge Baratto.

Tra le lezioni speciali rientra quella che ha portato alla realizzazione del pranzo di Natale in cui gli allievi hanno cucinato per insegnati e amministratori. Guidati dalla professoressa cuoca, Monica Peroni, hanno realizzato il menù che ha potesse raccontare i ragazzi del corso, ognuno con la sua ricetta. Sono nati piatti variopinti, costruiti con un pezzetto di ricetta pachistana, uno di ricetta egiziana, e poi Bangladesh e Italia. “È nato così un menu unico: antipasto, primo, secondo, dessert completamente integrati, proprio come i ragazzi della nostra scuola” ha sottolineato soddisfatta la docente.

Un momento cruciale per un gruppo che si appresta a vivere gli ultimi mesi di lezione, il corso triennale termina infatti a settembre. “Sono entrati in queste aule che avevano tra i 14 e i 16 anni. Usciranno adulti e pronti al mercato del lavoro. In diversi già hanno fatto esperienze come stagisti in ristoranti, alcuni anche con primi contratti di apprendistato” chiarisce il presidente di Wega.

Il modello formativo quindi funziona. Contaminazione e identità accompagnano la vita di Servigliano. “Oggi in mano avete un pass per il vostro presente, se sarà il, futuro dipenderà anche da voi. Con questo pranzo ci avete regalato un’esperienza e una gioia. Continuate questo percorso, proseguite in armonia e la vostra soddisfazione sarà quella di Servigliano e di tutto il territorio. Siate i giovani che volete essere, aiutateci a continuare a credere in talenti come i vostri” la conclusione del sindaco Rotoni prima del brindisi.

Commenti

Comments are closed.