L’America “sbagliata” : l’odissea degli emigrati ascolani in Brasile

Ascoli.- Il sogno della proprietà della terra (impossibile da realizzare in Italia) animò nei primissimi Anni ’50 venticinque famiglie della provincia di Ascoli Piceno  che comprarono – attraverso un’agenzia privata accreditata dallo Stato Italiano – appezzamenti di terreno nello Stato di Bahia, in Brasile.
Purtroppo tutto si rivelerà un bluff: vivranno per mesi in regime di semi-schiavitù nelle fazendas di caffé e canna da zucchero nello Stato di Paranà e San Paolo del Brasile ‘coperti dalla testa ai piedi’ (perché la canna taglia), ‘con la faccia nera come quella dei carbonari’ (perché occorre bruciarla prima di tagliarla), dubitando fin da subito di essere nell’America che in Italia tutti sognavano ma di aver raggiunto ‘quella sbagliata’.
Questa storia è al centro del saggio ‘Fazenda, cafè, cana-de-açúcar, vinha e uvas: marchigiani in Brasile‘ attraverso cui la giornalista pesarese Paola Cecchini si è aggiudicata il secondo posto al Premio Letterario Nazionale ‘Dispatriati‘ per le opere inedite di emigrazione, organizzato dalla Fondazione Italo-Americana Filitalia International (che ha sede a Filadelfia) e dalla Casa editrice veneziana ‘Mazzanti Libri-MePublisher’, unitamente a UNAIE (che raggruppa le associazioni di italiani nel mondo).


La premiazione è avvenuta al Lido di Jesolo, nell’ambito del Festival della Letteratura di Viaggio ‘Sì Viaggiare’ che ha ospitato una serie di racconti a dir poco ‘impressionanti’ (come la traversata dell’America meridionale in Vespa) che hanno coinvolto tutto il pubblico presente.

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