Malasanità, ad Ascoli un mese e mezzo per una “Risonanza” urgente. In privato invece..

Ascoli Piceno 29 maggio.- Esiste ancora una sanità pubblica ? E’  il caso di domandarselo, visto che ormai non solo tutto si paga e tanto, ma i servizi negli ospedali vengono offerti agli utenti con tempi d’attesa sempre più lunghi. E questo è ancora più vero nel Piceno, dove si moltiplicano le critiche di forze politiche, sindacali e della cittadinanza per il funzionamento dei primi due nosocomi provinciali, quelli di Ascoli e San Benedetto.

Nei giorni scorsi una vicenda ha confermato questo trend negativo, che sembra fatto apposta per depotenziare le strutture pubbliche a favore di quelle private, o solo per dare il via libera a nuovi mega ospedali unici, ovviamente moderni ed efficienti.

Una persona all’inizio di maggio si presenta ad uno sportello interno del Mazzoni per prenotare una risonanza magnetica urgente. Soffre di una malattia invalidante, e quasi non cammina. Ha bisogno di fare velocemente quell’esame per poi capire con gli specialisti quali cure deve iniziare. Quando all’arriva allo sportello in questione, ha naturalmente in mano la ricetta rossa del suo medico di base, con tanto di scritta : urgente. Solo per questo, oltre che per le condizioni fisiche in cui si trova dovrebbe avere ascolto e un percorso facilitato. Il che significa , al massimo qualche giorno di attesa. Ma dall’altra parte dello sportello, trova un’impiegata che prende la ricetta e poi, come se non fosse presente l’utente, si gira verso gli altri colleghi e dice : “adesso quando gliela diamo a questo la risonanza, a giugno ?”. Controlla il computer, si guarda intorno e poi si rivolge al povero richiedente : “la risonanza gliela posso fissare per il 15 giugno.” “Come il 15 giugno ? Ma è urgente, l’ha scritto anche il medico. E non vede come sto ? Non posso aspettare un mese e mezzo così”? ribatte indignato l’utente, sofferente e quasi piegato in due. “Si lo vedo – risponde la donna – ma non posso farci nulla. Se vuole però,  può prenotarla  in libera professione? ”

Il paziente a quel punto chiede quanto costerebbe l’alternativa e in che tempi verrebbe fatta . Risposta : “Potrebbe venire a farla già martedi”. Cioè appena 4 giorni dopo quello della richiesta. Tralasciamo di segnalare quale sia il costo che il malato ha dovuto sobbarcarsi per fare in tempi rapidi, la risonanza magnetica indispensabile per le sue cure. Anche perchè tutti possono facilmente accertarlo. Ci domandiamo solo due cose : dove è finita la sanità pubblica, quella che in cambio delle tasse pagate dovrebbe offrire servizi sanitari dignitosi e a costi minimi ai cittadini- pazienti ? E chi non ha i soldi per pagarsi cure così costose, anche in strutture pubbliche, cosa dovrebbe fare : rassegnarsi alla cattiva sorte ?

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