Parco Marino del Piceno, avanti piano

San Benedetto del T.(Ap). + A dividere gli animi del Piceno, dopo l’ospedale, la discarica e le infrastrutture, ora c’è il Parco marino. Un’area marina protetta che andrebbe a toccare i Comuni di San Benedetto, Grottammare, Cupra, Campofilone, Altidona, Massignano e Pedaso, anche se Cupra si è già tirato fuori. Ma la discussione è accesa e vede da una parte i promotori capeggiati dall’ex presidente della Provincia Massimo Rossi, oggi presidente del Comitato per il Parco marino, e dalntil’altro i vongolari che vedrebbero preclusa la loro attività.

Il progetto del Parco marino inizia negli anni Novanta con l’obiettivo di inserire la costa, compresa da Porto Sant’Elpidio ad Alba Adriatica, tra le aree protette. Da qui il riconoscimento di questa zona protetta da parte della legge 396 e l’inizio di un percorso che arrivò fino allo schema di decreto per poi trovare il muro dei vongolari che, con la limitazione dello sforzo di pesca, avrebbero visto ridotta la loro attività e così l’iter del Parco subì una brusca frenata. Ora il percorso è ripartito e lo scorso 6 giugno l’Ispra ha comunicato che è ripreso l’iter istruttorio per l’istituzione del Parco marina e verrà stilato un progetto da sottoporre ai Comuni.

I sostenitori si sono avvalsi anche della voce della Università Politecnica delle Marche quindi della componente scientifica che ha spiegato come un’area protetta non sia sinonimo di restrizioni dal momento che le regole verrebbero fissate dalla politica e quindi dalle istituzioni. Così come è stato ribadito che non ci sarebbero forti restrizioni, anzi i pesci nelle aree protette andrebbero a riprodursi in misura tale da arricchire anche gli spazi fuori da quella zona. Promotore di tutto il progetto Massimo Rossi a capo del Comitato e che oggi ribadisce: «Nessuno immagina un’area marina protetta escludendo i vongolari, i dati e gli studi socio economici verranno aggiornati». È stata inoltre portata l’esperienza dell’area protetta della Torre del Cerrano dove la componente turistica ne avrebbe guadagnato.

Nonostante le rassicurazioni sono forti i timori e le polemiche sollevate dai vongolari la cui attività verrebbe ridotta. In questi anni a portare avanti una vera e proprie battaglia è stato il presidente della Covopi Gerardo Fragoletti che afferma: «Veniamo demonizzati come un settore da eliminare perché creiamo problemi all’ambiente, ma non è così, visto che nel corso del tempo abbiamo fatto passi da gigante, passando volontariamente da 600 a 400 chili per quanto riguarda la quota di pescato, e da 5 a 4 giornate di lavoro. Per un tema ambientale giusto si cerca di farci chiudere? Io dovrei portare 27 imbarcazioni da San Benedetto e Poro San Giorgio, dove ne ho altre 18? Penso sia sbagliato». È stata riportata anche l’esperienza del vicino Abruzzo con Giovanni Di Mattia presidente della Cogevo Abruzzo, dove è stato portato avanti un contenzioso, che spiega: «La legge 394/1991 ha scarsa chiarezza sulla questione, il punto è che non siamo certi che le disposizioni promesse in fase istitutiva vengano confermate in fase esecutiva». Sul fronte politico ovviamente c’è un centrosinistra schierato con i favorevoli, mentre il centrodestra e in particolare la Lega ribadisce un secco no al Parco marino.

Alessandra Clementi

Comments are closed.