Senamarmi prende in affitto la Bigelli Marmi in crisi. Speranze per il futuro

Senigallia (An) 20 giugno.- Dopo quasi 4 mesi dal fermo delle attivitĂ  della Bigelli Marmi Group di Senigallia a causa di un importante crisi finanziaria, si hanno maggiori certezze sulle prospettive future.  L’azienda è stata presa in affitto dalla Senamarmi. La nuova societĂ  nasce dal contributo economico di alcuni imprenditori del territorio pesarese e di alcuni dipendenti della stessa Bigelli Marmi che, non volendosi arrendere alla cessazione dell’attivitĂ , hanno voluto credere in un futuro differente e si sono messi in gioco come protagonisti.
La Bigelli Marmi Group lascia, comunque, i lavoratori con forti debiti e la presentazione di un concordato in bianco, che chiarisce le prospettive ma costringe, comunque, i dipendenti ad una ulteriore attesa di 60 giorni, forse prorogabili in ulteriori 60, per capire come avere indietro le mensilitĂ  arretrate, una media di cinque per ciascuno.
La Bigelli Marmi, negli anni, ha avuto alle proprie dipendenze quasi 100 lavoratori ma, nell’ultimo periodo, erano 75 quellu rimasti in forza e dopo gli ultimi mesi 55 sono rimasti in carico all’azienda; di questi 55, solo 12 per il momento verranno trasferiti nell’affitto. Un numero esiguo, che la nuova societĂ  non ha potuto modificare a causa del lungo fermo che ha reso difficile una veloce ripartenza.
La Senamarmi oggi si dichiara fortemente ottimista sulla crescita occupazionale e ha garantito che, in queste fasi di crescita, per primi verranno ricollocati i dipendenti non passati nell’affitto, rimasti legati solo ad un ammortizzatore sociale e con la grande difficoltĂ  di ricollocarsi in un settore ancora in forte crisi.
“La Fillea Cgil spera che questa nuova realtĂ  possa realizzare questi obbiettivi – dichiara Daria Raffaeli, segretaria provinciale  Ancona – e dare una nuova possibilitĂ  di lavoro in un’area che, nell’ultimo anno ,sta vivendo una forte crisi industriale e che necessita di interventi efficaci per garantire quella ripresa economica di un territorio che non vive di solo turismo, ma necessita anche di una forte politica industriale”.

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