Teatro e musica nelle Marche. Ecco tutti gli spettacoli dell’Amat nel mese di aprile

Pubblichiamo il calendario di tutti gli spettacoli dell’AMAT nelle Marche, programmati nel mese di aprile, sperando di fare cosa gradita ai lettori e a tutti gli appassionati di teatro, lirica, danza, prosa, musica e arti in genere, della regione e non solo. Gli eventi sono corredati di scheda integrale di presentazione.

3 APRILE | ORE 21
FERMO | TEATRO DELL’AQUILA
Itc 2000
PERFETTA
di Mattia Torre
con Geppi Cucciari

Fra abili conduzioni radiofoniche e televisive – da ricordare le sue partecipazioni al programma di Radio2 Un giorno da Pecora e, su Rai3, ai programmi televisivi Per un pugno di Libri con Piero Dorfles, Le parole della settimana con Massimo Gramellini e #Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer – la comicità pungente e attuale di Geppi Cucciari, brillante attrice e comica italiana, torna in teatro con un nuovo spettacolo scritto e diretto da Mattia Torre. Perfetta è un monologo teatrale che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Una donna che conduce una vita regolare, scandita da abitudini che si ripetono ogni giorno, e che come tutti noi lotta nel mondo. Ma è una donna, e il suo corpo è una macchina faticosa e perfetta che la costringe a dei cicli, di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. Perfetta è la radiografia sociale ed emotiva, fisica, di 28 comici e disperati giorni della sua vita.
Scrittura e regia sono di Mattia Torre, celebre sceneggiatore, autore teatrale e regista del panorama italiano; fra gli altri, è tra gli autori del programma Parla con me di Serena Dandini e, dal 2007, della prima, seconda e terza stagione di Boris, per Fox Italia.

3 APRILE | ORE 21
URBINO | TEATRO SANZIO
FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
PIANOMANIA

Ianluca Luisi pianoforte
Lorenzo Di Bella pianoforte

Dio, Uomo, Natura. La storia del concerto per pianoforte e orchestra si snoda, nella sua fase aurea, intorno a questi tre concetti. La divinità, rivelata da Bach attraverso un pensiero musicale denso e profondo che nei suoi perfetti intrecci lineari comprende in sé ogni cosa; l’umanità, rappresentata da Mozart con leggerezza e spirito di libertà nei suoi momenti di follia, amore, dolore, illusione, allegria; la natura, espressa da Beethoven con un’eccezionale potenza drammatica che ne rivela il duplice aspetto di madre e matrigna.
Una storia avvincente e commovente, condensata nei tre splendidi concerti in programma qui eseguiti da due acclamati pianisti marchigiani, Gianluca Luisi e Lorenzo Di Bella, che insieme tracciano, in forma di piccola-grande antologia, l’evoluzione della scrittura per pianoforte e orchestra.

4 APRILE | ORE 21.15
SAN LORENZO IN CAMPO
L’INFINITO MARCHIGIANO
DA LEOPARDI AD OGGI
Incontro con il poeta Gianni D’Elia
al violoncello Perikli Pite

A duecento anni dal capolavoro giovanile leopardiano (1819), una rilettura critica e “dentro il paesaggio” dell’Infinito, nella stessa aria vitale e incantata dei classici marchigiani moderni (da Raffaello a Rossini ), qui dove echeggiò “il suon di lei”, fino alla poesia contemporanea di D’Elia, che leggerà e commenterà alcuni versi dai suoi Fiori del mare (Einaudi, 2015), giunto alla terza ristampa.

4 APRILE | ORE 21
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
5 APRILE | ORE 21
ASCOLI | TEATRO DEI FILARMONICI
Troubleyn / Jan Fabre e Aldo Grompone
NIGHT WRITER
GIORNALE NOTTURNO
testo, scene e regia Jan Fabre
traduzione Franco Paris
musica Stef Kamil Carlens
con Lino Musella
drammaturgia Miet Martens e Sigrid Bousset

Jan Fabre è artista visivo, regista e autore teatrale. Da quarant’anni è tra le figure più innovative della scena internazionale.
Lo spettacolo è un’autobiografia del pensiero dell’artista Jan Fabre, cui l’attore Lino Musella dà corpo e voce. Un flusso di riflessioni, pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sull’amore e sul sesso, dai vent’anni del giovane ambizioso, autoironico, sempre fortemente determinato Jan Fabre, sino alla maturità dell’artista noto oggi in tutto il mondo. Il testo comprende diverse pagine dei diari personali di Fabre, raccolti nei due volumi del Giornale Notturno, pubblicati in Italia da Cronopio; e brani tratti da: La reincarnazione di Dio, L’Angelo della Morte, Io sono un errore, L’imperatore della perdita, Il Re del plagio, Corpo, servo delle mie brame, dimmi…, Io sono sangue, La storia delle lacrime, Drugs kept me alive.

La lettura del diario ci introduce alle molteplici, contraddittore e intriganti sfaccettature di Jan Fabre, che si rivela di volta in volta visionario, disarmante e scaltro, pungente e commovente, provocatorio ed esitante, sovversivo e orgoglioso della propria tradizione figurativa fiamminga. […] Emerge poi un’evidente e significativa discrepanza tra la vita del giorno, ricca comunque di impressioni, sensazioni, lavoro, performance, mostre, progetti e quella – se possibile ancora più intensa – della notte, intima, lacerante, sconvolgente, colma di furia creativa, ora meditativa, ora sanguigna. […] Un ritratto al rosso profondo e coinvolgente. Franco Paris

5 APRILE | ORE 21.15
CIVITANOVA | TEATRO ROSSINI
6 APRILE | ORE 21
JESI | TEATRO PERGOLESI
Bis Tremila
FIGLIE DI EVA
di Andreozzi – Alfieri
con Maria Grazia Cucinotta, Michela Andreozzi
Vittoria Belvedere
regia Massimiliano Vado

Un po’ Pigmalione, un po’ Club delle prime mogli, un po’ Streghe di Eastwick, Figlie di Eva è la storia di una solidarietà ma anche della condizione femminile, costretta a stare un passo indietro ma capace, se provocata, di tirare fuori risorse geniali e rimontare vincendo in volata.
Tre donne sull’orlo di una crisi di nervi sono legate allo stesso uomo, un politico spregiudicato, corrotto e doppiogiochista, candidato premier delle imminenti elezioni. Elvira è la sua assistente perfetta, Vicky la moglie e Antonia la ricercatrice universitaria che sta aiutando il figlio del politico a laurearsi. Ma le tre donne sono anche di più: Elvira è una specie di Richelieu, una grande donna dietro un grande uomo; Vicky è l’artefice della fortuna
economica del marito e Antonia una professoressa che vende voti all’università. L’uomo dopo averle usate per arrivare in vetta, le scarica senza mezzi termini: Elvira scopre che ha firmato dei documenti che la possono incastrare e si ritrova ad essere intestataria di società fallimentari; Vicky viene lasciata per una Miss appena maggiorenne e Antonia, dopo aver portato alla il figlio del candidato premier, un emerito imbecille, viene fatta fuori dall’università e al suo posto viene preso proprio il ragazzo. Le donne, dopo un tentativo di vendetta personale che nessuna di loro riesce a portare a termine, pur conoscendosi appena e detestandosi parecchio, si uniscono per vendicarsi tutte insieme. Ingaggiano un giovane, bellissimo e sprovveduto attore squattrinato, Luca, e come tre streghe usano tutti i loro trucchi per trasformarlo nell’”uomo perfetto”: lo istruiscono fino a fare di lui un antagonista politico così forte da distruggere il cinico candidato premier proprio sul terreno in cui si sente più forte: la politica.

DAL 5 AL 7 APRILE | VEN E SAB ORE 21; DOM ORE 17
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
9 E 10 APRILE | ORE 21
MACERATA | TEATRO LAURO ROSSI
Teatro dell’Elfo
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
traduzione Dario Del Corno
con Corinna Agustoni, Giuseppe Amato
Marco Bonadei, Sara Borsarelli, Clio Cipolletta
Enzo Curcurù, Loris Fabiani, Lorenzo Fontana
Vincenzo Giordano, Sarah Nicolucci, Luca Toracca
Emilia Scarpati Fanetti, Vincenzo Zampa
regia Elio De Capitani

Un must della Compagnia dell’Elfo, terreno ideale per sperimentare, divertire e divertirsi, mettere alla prova giovani talenti e nuovi ensemble. Un “sogno” che si ripete nel quale ritornano memorie, tracce e citazioni del passato. Elio De Capitani ha sperimentato con questo testo due approcci registici radicalmente distanti: le atmosfere dark della prima messinscena (1986) sono state superate con una cifra stilistica nuova nella produzione del 1997, mettendo a segno un successo ripreso e replicato per vent’anni. Da allora il Sogno dell’Elfo è uno spettacolo-festa dalla leggerezza mozartiana nel quale si è fatta strada la libertà di abbandonarsi al piacere del racconto, esaltando il gioco di simmetrie barocche e di abili incastri che fanno di questa commedia uno stupefacente congegno per il divertimento.
Il testo di Shakespeare intreccia le peripezie d’amore di uomini e donne, elfi e fate, tra palazzi nobiliari e foreste incantate, distruggendo l’idea romantica dell’amore e facendo piazza pulita di luoghi comuni, senza per questo irridere ai sentimenti, ma dando conto della loro fragilità e della carica di irrazionalità e di follia.

La regia di Elio De Capitani, con tocco leggero, riesce ad amalgamare felicemente la solarità della commedia dei quattro giovani amanti con le ombre d’inquietudine proiettate dal mondo degli spiriti guidati dall’imprevedibile folletto Puck. Il tutto corroborato dall’irresistibile comicità dei personaggi degli artigiani, un gruppo squinternato di aspiranti attori, guidati dalle presenze storiche e indispensabili di Luca Toracca e Corinna Agustoni, ai quali si sono affiancati Lorenzo Fontana e Marco Bonadei. Negli anni si è via via rinnovato anche il cast degli elfi, delle fate e dei giovani amanti: Enzo Curcurù nel ruolo di Teseo-Oberon si è ben inserito nel gruppo di interpreti che hanno trascinato al successo lo spettacolo già a partire dal 2010 (Sara Borsarelli, Giuseppe Amato, Clio Cipolletta, Loris Fabiani, Vincenzo Giordano, Sarah Nicolucci).

5 APRILE | ORE 21
SENIGALLIA | TEATRO LA FENICE
6 APRILE | ORE 21.15
POLLENZA | TEATRO VERDI
Ente Teatro Cronaca Vesuvio Teatro
COLPO DI SCENA
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con Gino Monteleone, Gennaro Silvestro, Peppe Miale,
Monica Assante di Tatisso, Elvira Zingone, Giordano Bassetti,
Fiorella Zullo, Matteo Tugnoli, Roberta Gesuè
scene Gilda Cerullo e Renato Lori
musiche Paolo Petrella

In un classico commissariato di provincia, il vice questore Eduardo Piscitelli, conduce da sempre il proprio lavoro nel rispetto del più integerrimo rigore, con la consapevolezza di svolgere le mansioni di garante dell’ordine pubblico e difesa della sicurezza del cittadino con la tenacia e la fede di un missionario, inviato dal cielo esclusivamente per ripulire la terra dalle nefandezze degli uomini scellerati che minacciano la gente cristiana che vorrebbe condurre in pace una vita serena…

Nell’ufficio del paladino Eduardo, si barcamenano una serie di fidi scudieri nel tentativo di debellare “le barbarie di tutti i santi giorni”… dall’inossidabile tartassato ispettore Murolo, ai giovani agenti rampanti Varriale, Di Lauro e Farina, all’esperta rassicurante sovrintendente Signorelli…una sorta di cavalieri della tavola rotonda, attorno alla quale si aggirano le insidie quotidiane della delinquenza spicciola, lontana sì dagli echi mortali del terrorismo mondiale, ma angosciosamente vicina al respiro del singolo cittadino, a difesa del quale il vice questore si vedrà costretto all’inevitabile sacrificio di un capro espiatorio a lui tristemente noto, tale Michele Donnarumma, vittima predestinata, agnello feroce dall’aspetto inquietante, che sconvolgerà la salda religione di Piscitelli, come il più spietato e barbaro dei saraceni!
Solo allora, il paladino Eduardo per la prima volta nella sua vita, cercherà conforto nel tepore degli affetti familiari, trovando così rifugio tra le mura
sicure della propria casa di montagna, dove ad attenderlo ci saranno suo padre ex colonnello dell’esercito affetto da Alzheimer, la dottoressa Cuccurullo sua neurologa di fiducia, e Gina bisbetica badante rumena, che con amorevole follia proverà a nascondere strenuamente una verità segregata da anni nel suo cuore…
E come nella più classica sceneggiatura thriller, anche i saldi ed integerrimi comandamenti del vice questore Piscitelli vacilleranno di fronte all’imprevedibile colpo di scena finale.

5 APRILE | ORE 22
OSIMO | LOOP LIVE CLUB
SI PREGA DI ATTENDERE

Il Loop Live Club di Osimo rinnova ancora una volta la sua programmazione, ospitando per la prima volta sul suo palco dei progetti teatrali con la rassegna Crisalidi – Rompere la scena, emergenze in atti, realizzata insieme a Collettivo Ønar in collaborazione con AMAT e l’Associazione Malte.
“Il teatro si sta interrogando sul rapporto con la propria platea” spiega Giacomo Lilliù, ventiseienne attore e regista di Osimo, direttore artistico della rassegna. “Credo che in questo senso si possano raccogliere molti spunti dal rapporto che nei concerti si instaura tra performer e pubblico. Ci siamo quindi lanciati una sfida: far incontrare i mondi del live music club e del teatro per invitare spettatori e performer a uscire dalle loro zone di comfort. Il nome Crisalidi dichiara un carattere embrionale, che oltre ai singoli studi riguarda la rassegna stessa, da considerare come un’ipotetica edizione numero zero; ma segnala anche l’atteggiamento di rottura, di emergenza, di fragilità feroce con cui proponiamo di affrontare questa occasione di crisi, crisi che è un aspetto imprescindibile di tutto ciò che si definisca ‘dal vivo’.” Si tratta dunque sì di una vetrina, ma sfondata: un osservatorio senza barriere attraverso cui conoscere le compagnie e le loro opere pressoché inedite, e al tempo stesso un cantiere operativo in cui attivare liberamente i processi che conducono alla messa in scena, grazie alla breve residenza artistica che il Loop ha offerto a ogni gruppo per permettergli di rimodulare il proprio lavoro secondo le caratteristiche della sala.
Venerdì 5 aprile il duo costituto dall’anconetana Giulia Salvarani e dalla salernitana Paola Senatore, entrambe diplomate alla Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, presenta Si prega di attendere, esplorazione dell’aspettare come metafora dell’esistenza.

5 APRILE | ORE 21.15
PERGOLA | TEATRO ANGEL DAL FOCO
MAMMA…ZZO!
con Federica Cifola e Marco Terenzi
grafica e aiuto regi Massimiliano Papaleo
regia Marco Terenzi

Avete mai provato a fare la spesa, allattare, chattare, twittare, cambiare un pannolino, lavorare, preparare la cena, le pappette, svegliarsi di notte perché un frugoletto piange… tutto lo stesso giorno, sapendo che il giorno dopo…accadrà di nuovo?
Dice: ma lo fanno tutte le mamme!
Rispondo: ma io pensavo che scherzassero!
Che bello diventare mamma, da donna grande, da adulta, con un passato. Vuoi mettere l’esperienza di una quarantenne, rispetto a una ventenne?
E’ bello…perché non sei più una ragazzina!
Appunto! Non sei più una ragazzina e non ce la fai a spingere la carrozzina…e tra un po’, al parco, sarà tua figlia a spingere la tua.
E vogliamo parlare della coerenza/invidia delle tue amiche non-mamme?
Ti dicono: amica, la tua maternità non cambierà la nostra amicizia.
Infatti non la cambierà, perché la nostra amicizia finisce lì, cristallizzata dopo quelle parole.
Non solo l’amicizia, tutto cambia: il ristorante deve avere per forza un clown all’ingresso, il cinema è solo una serie infinita di ere glaciali, la canzone che canticchi sempre è la sigla di peppa pig e il massimo della sessualità che rimane con tuo marito, è un abbraccio voluttuoso nell’intimità della vostra alcova… stando ben attenti però a non schiacciare quel bambino che da quando è nato, dorme fisso in mezzo a voi.
Federica Cifola, nello spettacolo, ironizzerà sul ruolo di madre, ponendosi dubbi e inquietanti interrogativi, analizzando anche i percorsi di alcune mamme famose della storia, della politica e dell’attualità: dalla mamma di Nerone alle prese con un bambino “focoso”, alla mamma di Renzi alle prese con un figlio che rottamava i vecchi giocattoli: invece del trenino già voleva il freccia rossa!
Ma nessun consiglio di una mamma, potrà mai aiutare veramente un’altra mamma.
Perché ogni giorno una mamma si sveglia e sa che un bambino piangerà, e che quel bambino vorrà essere abbracciato soltanto da lei.
Lei, che proprio in quel momento si sta mettendo lo smalto.
E con questo non vogliamo dire che il ruolo di padre sia più facile… no… vogliamo dire che il ruolo di padre è enormemente più facile. Tutto questo per uno spettacolo che vede Federica Cifola in scena da sola per poco più di un’ora, anche se lei vorrebbe farlo durare di più, per rientrare a casa dalle sue due bambine il più tardi possibile… quindi… chiedete un Bis!

5 APRILE | ORE 21.15
SAN COSTANZO | TEATRO DELLA CONCORDIA
LA FORCHETTA A SINISTRA!
scritto da Rosa Maria Manenti
con Arianna Ninchi
regia Francesco Carrassi e Alessandro Maria Egitto

Un monologo ironico e brillante sulle contraddizioni del nostro presente.
Ultima erede di una grande famiglia di attori, Arianna Ninchi veste i panni di Maria Teresa, regina dei radical chic. Sulla sua villeggiatura nel buen
retiro maremmano si addensano nere nubi: stando al nuovo piano accoglienza, sono in arrivo cinquanta profughi. Ma in fondo… chi se ne frega! C’è da pensare alla festa di Chicco, al compleanno di Giulio, al viaggio in Senegal… Niente e nessuno potranno turbare il meritato riposo della nostra regina.
A meno che il profugo non scavalchi la siepe…
Scritto da Rosa Maria Manenti per sua figlia Arianna (perché la recitazione è un vizio di famiglia!), il testo incalza lo spettatore tra satira e rimandi al presente. Diretto da Francesco Carrassi e Alessandro Maria Egitto, lo spettacolo ha debuttato a Roma nel 2018 in collaborazione con MaTeMù, centro di aggregazione giovanile del CIES Onlus (Centro Informazione e Educazione allo Sviluppo), da anni attivo nel favorire la positiva integrazione
dei migranti.

6 APRILE | ORE 21.15
MATELICA | TEATRO PIERMARINI
CHRIS CAIN & LUCA GIORDANO BAND
IN CONCERTO
Chris Cain voce/chitarra
Luca Giordano chitarra
Jan Korinek tastiera
Walter Cerasani basso
Lorenzo Poliandri batteria

nell’ambito di San Severino Blues Winter

Chris Cain senza dubbio è uno dei migliori chitarristi al mondo, vera e propria icona del blues contemporaneo.
Ha uno stile chitarristico unico e inconfondibile, raffinato e passionale, intriso di jazz e sonorità blues tradizionali, accompagnato da una voce calda, che ricorda quella di B.B. King. Polistrumentista, è capace di eccellere anche nel sax e pianoforte. La grande intensità che esprime sul palco è il riflesso delle sue radici familiari, metà greche e metà afroamericane. A Memphis (Tennessee), dov’è nato, questo ragazzo prodigio che suona e scrive blues di altissima qualità si mette subito in luce nella leggendaria via dei club, Beale Street, dove maestri della chitarra come B.B. King e Albert King lo notano e lo eleggono a pieni voti nella Hall of Fame. La sua fama gli permette di condividere il palco con leggende come Albert Collins e lo stesso Albert King. Nei suoi undici album si alternano composizioni originali di purissimo e caldissimo blues e grandi puntate di rhythm’n’blues, in cui impressionano la classe e gli arrangiamenti di questo immenso artista, punto di riferimento di tanti giovani appassionati e di star come Joe Bonamassa. Il debutto discografico nel 1987, Late Night City Blues, si aggiudica subito quattro nomination al W.C. Handy Blues Award tra cui quella di Guitarist of the Year. Anche gli album che seguono, Cuttin Loose e Can’t Buy a Break, vincono numerosi premi e riconoscimenti. Somewhere Along the Way del 1995 rappresenta bene il suo personalissimo stile, un suono sofisticato e originale in cui si mescolano sapientemente blues, funk, jazz e gospel. Nel 2007 ha collaborato al progetto che l’ha messo insieme ad altre due leggende della chitarra, Robben Ford e Larry Carlton.

6 APRILE | ORE 21.15
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
Centro Teatrale Senigalliese
IL TERZO INCOMODO
da «Tre Ritratti Irriverenti» di Luigi Lunari
con Filippo Mantoni, Francesca Berardi
regia Luigi Moretti

Boccaccio è accorato dall’idea di essere terzo incomodo in quel Dante-Petrarca-Boccaccio in cui è incarcerato dal tempo e con il quale per certo passerà ai posteri

Tre brevi testi, tre coppie, Boccaccio e Fiammetta, Laura e suo marito Ugo di Sade, Dante e sua moglie Gemma Donati. Boccaccio terzo incomodo tra Dante e Petrarca, Petrarca tra Laura e suo marito, Beatrice tra Dante e sua moglie.
I tre testi sono pensati e scritti da Lunari come tre brevi atti unici ma rappresentarli distinti uno dopo l’altro non mi bastava, avevo bisogno di un’idea “collante” e l’input è arrivato da una definizione del dialogo dello stesso Lunari: “elegante simmetria di intreccio”. Non ho dunque esitato ad intrecciarli, intersecarli tra loro per dare vita a un gioco teatrale, sì arduo ma molto divertente, in cui i due attori entrano e escono continuamente da una coppia all’altra guidati da un disegno preciso in cui l’eleganza formale dei testi di Lunari non viene compromessa e il gioco di ironia e irriverenza viene esaltato da un ritmo serrato e vivace. Dante e Petrarca senza rispetto alcuno vengono fatti a pezzi e Boccaccio avrà finalmente il suo gioioso riscatto.

6 APRILE | ORE 21
PESARO | TEATRO ROSSINI + TEATRO SPERIMENTALE + CHIESA DELL’ANNUNZIATA
MECNA+MALDESTRO+DUTCH NAZARI
TRIPS / EXPLORING MILLENIALS SOUNDS
progetto artistico
Edoardo Gessi & Amat

Un “microfestival” dedicato alle nuove tendenze musicali dal titolo Trips/exploring millenials sounds è l’appuntamento del 6 aprile che attraversa “la città della musica” realizzato da una collaborazione artistica dell’AMAT con il diciassettenne pesarese Edoardo Gessi. Un trittico di proposte che prende avvio alle ore 19 alla Chiesa dell’Annunziata con Dutch Nazari, “cantautorap” unico, atipico, sempre personale, prosegue alle ore 21 al Teatro Rossini con Mecna, targa Giovani MEI 2.0 come miglior solista, Premio “Social” per il miglior uso dei social network per la diffusione della propria musica che presenta a Playlist il suo ultimo Blue Karaoke, una raccolta di canzoni che si sviluppano su melodie semplici e lineari, per concludersi alle ore 22.30 al Teatro Sperimentale con Maldestro, già pluripremiato cantautore napoletano, secondo alla Targa Tenco come miglior album d’esordio nel 2017, secondo posto al Festival di Sanremo 2017 fra le “Nuove Proposte” e Premio della Critica del Festival della canzone italiana Mia Martini relativo a tale sezione.

MECNA
Vera rivelazione della stagione 2012/2013, il suo album d’esordio Disco Inverno ha conquistato subito i media specializzati, il pubblico hip hop e tutta la scena indipendente italiana, portando il rapper foggiano in un lunghissimo tour che lo ha portato su palchi importanti come quello dell’Hip Hop TV B-Day al Mediolanum Forum di Milano e del Miami Festival. Nel settembre 2013 il MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti, ha voluto premiare Mecna con la Targa Giovani MEI 2.0 come Miglior Solista. Ha inoltre vinto lo speciale Premio “Social”, assegnato al giovane artista che fa il miglior uso dei social network per la diffusione della propria musica. Blue Karaoke, il quarto album è uscito lo scorso giugno, ed è una raccolta di canzoni che si sviluppano su melodie semplici e lineari a cui l’artista ha cucito addosso sonorità ricercate, aprendosi a territori elettronici inesplorati per sperimentare nuove forme di scrittura e struttura.

MALDESTRO
Pseudonimo di Antonio Prestieri, nel 2013 decide di pubblicare alcune canzoni tra le quali Sopra al tetto del comune e Dimmi come ti posso amare, brani che gli faranno vincere tra il 2013 e il 2014 numerosi premi (Premio Ciampi, De André, SIAE, AFI, Palco Libero e Musicultura) e che saranno poi contenuti nel suo primo album Non trovo le parole, con il quale è arrivato secondo alla Targa Tenco come miglior album d’esordio. Nel 2017 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Canzone per Federica, classificandosi al secondo posto fra le “Nuove Proposte” e vincendo il Premio della Critica Mia Martini, il Premio Lunezia, il Premio Jannacci, il Premio Assomusica e il Premio Miglior Videoclip. A novembre 2018 esce il suo nuovo album Mia madre odia tutti gli uomini nel quale il cantautore racconta parte della sua vita, come un flusso di coscienza. La produzione artistica è stata affidata a Taketo Gohara, sound designer che ha firmato lavori di Vinicio Capossela, Brunori Sas, Marta sui Tubi, Negramaro, Motta, Ministri, Verdena, Mauro Pagani e molti altri artisti.

DUTCH NAZARI
Classe 1989, l’incontro con il poeta Alessandro Burbank e con il producer Sick et Simpliciter lo portano ad avvicinarsi a sonorità elettroniche e a mescolare le metriche del rap con la cifra comunicativa dei poetry slam. Nel 2014 Dutch Nazari pubblica l’ep dal titolo Diecimila Lire che riscuote grande interesse sia dalla critica sia dal pubblico. L’uscita dell’album Amore Povero lo porta alla consacrazione nazionale, con un tour in tutta Italia. L’album riceve recensioni positive, da “Rockit” a “la Repubblica”, proiettando il progetto al di fuori del genere musicale “rap”. Nel recente Calma Le Onde Dutch Nazari torna con il suo “cantautorap” unico, atipico, sempre personale. Sonorità elettroniche che ora si fanno più incalzanti, suoni stratificati che si mescolano con le metriche del rap e la cifra comunicativa dei poetry slam.

6 APRILE | ORE 21.15
MACERATA FELTRIA | TEATRO BATTELLI
LA FAVOLA
DEL FLAUTO MAGICO
Concerto per strumenti, canto e voci recitanti, da W. A. Mozart
con (personaggi e interpreti):
Papageno Alejandro Pizarro Enriquies, Tamino Cristobal Campos
Pamina Javiera Saavedra, Astrifiammante Yuki Kimura
Sarastro Sergey Barseghyan, Monostatos Ian Cherlyanzev
e con partecipazione di Quartetto IOSP: Mari Batilashvili piano
Marco Bartolini violino, Ladislao Vieni viola, Vladimir Zubitsky violoncello
direttore M° Salvatore Francavilla
voci recitanti Arianna Ninchi e Nicola Nicchi
messa in scena Inga Balabanova, International Opera Studio Pesaro

Ultima composizione teatrale di Mozart Il flauto magico (K 620) (titolo originale Die Zauberflöte) è un singspiel in due atti musicata da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder (con il contributo di Karl Ludwig Giesecke). La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden (Vienna) il 30 settembre 1791. La trama vede la Regina della Notte (Astrifiammante) incaricare il giovane principe Tamino di liberare sua figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro. Solo che, durante l’impresa, Tamino scopre che il Bene e il Male sono invertiti rispetto a quanto la Regina gli aveva fatto credere. L’opera ambientata nell’antico Egitto, metaforicamente può essere letta come un cammino di iniziazione dalle tenebre verso la luce, dalla superstizione verso la sapienza. Illuminismo e favola didattica sembrano essere alla base di tutto il lavoro.
D’altronde, Il flauto magico è da molti anni l’opera di Mozart più rappresentata al mondo. International Opera Studio ripropone il capolavoro del genio salisburghese in forma scenica, in un solo atto, come concerto per strumenti, canto e voci recitanti.
Il progetto A tempo d’opera. Il gusto del melodramma è nato con l’intento di riportare il melodramma nei Teatri Storici della provincia di Pesaro e Urbino: ovvero, i luoghi in cui questo genere musicale è nato a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Come ai tempi in cui furono costruiti questi straordinari gioielli architettonici, il pubblico sarà invitato a degustare sia l’essenza delle più belle e affascinanti opere del repertorio melodrammatico, sia i sapori della cucina locale in una cena allestita nel foyer del Teatro. A tempo d’opera, appunto.

7 APRILE | ORE 17.30
ASCOLI | TEATRO VENTIDIO BASSO
Teatro Ragazzi
Crest
LA STORIA DI HANSEL E GRETEL
testo Katia Scarimbolo
con Catia Caramia, Paolo Gubello
Maria Pascale, Luigi Tagliente

Nella regione tedesca dello Spessart esiste ancora una fitta foresta, difficile da attraversare con i suoi pochi e aspri sentieri, resi ancora più difficoltosi da giganteschi e ombrosi pini e faggi, i cui rami intralciano il cammino. Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Sembra essere questa l’origine della fiaba di Hansel e Gretel, racconto “ombroso” come il bosco, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare ai due fratellini bellissima, accogliente e materna, ma strega che inganna e mangia i bambini. Nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina.

7 APRILE | ORE 17.30
URBINO | TEATRO SANZIO
Andar per fiabe
Teatro delle Isole
RAPHAEL 3.0
ideazione Cinzia Ferri, Gianluca Vincenzetti
con Cinzia Ferri, Matteo Letizi, Fabio Carbonari
regia Gianluca Vincenzetti

Tecnologia deriva dal greco “tékhne”, arte intesa come il saper fare, e “logia”, discorso, trattato. La parola porta con sé lo stretto rapporto con l’arte. Da sempre gli artisti si sono basati sulle conoscenze tecnologiche e
sull’ingegno per trovare i materiali e gli strumenti adatti per esprimere al meglio i propri sogni e pensieri…
Teatrodelleisole celebra il “divino pittore” urbinate Raffaello Sanzio, mettendo in relazione il mistero delle emozioni che l’opera d’arte suscita, con un mondo lontano, futuro “tecnologico freddo e perfetto”, fatto di esseri superiori che hanno cancellato la memoria del passato per proteggersi, ma che hanno perso la capacità di provare sentimenti.
Raphael Trepuntozero è progettato per eseguire al meglio, al pari di una macchina, ogni compito assegnato.
Ma Raphael Trepuntozero è anche diverso: è un piccolo essere poetico e divertente. Nella sua ingenuità, conosce tante cose, ma ne ignora tante altre. Un giorno scoprirà qualcosa che sconvolgerà le sue convinzioni: qualcosa che contagerà tutto, producendo cambiamenti inaspettati e irreversibili.

7 APRILE | ORE 17
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
Andar per fiabe
Pandemonium Teatro
I TRE PORCELLINI
L’ARCINOTA STORIA RACCONTATA DALLO SFORTUNATISSIMO LUPO
di Tiziano Manzini
con Walter Maconi

Tre fratellini vivevano insieme, nel porcile di una fattoria. “Fammi entrare”. “Stringiti”. “Ahia, smettila di spingere”. “Ma sei ingrassato ancora”. “Fammi posto, dai tirati in là”. “Sei proprio grasso come un porco!”. “Senti chi parla, lo stinco di santo!”.
Beh, c’era qualche problema di spazio. E lo spazio vitale per potersi esprimere!
Seguiremo i nostri eroi nei loro tentativi di “metter su casa” e nella loro lotta contro la voglia violenta e irrefrenabile di cosciotti e zamponi di maiale del lupo, l’eternamente affamato!
Uno spettacolo in bilico fra gioco e narrazione, fra paura e ironia, fra solide pareti e fantasmatiche evocazioni. Abbiamo case di paglia, di legno, perfino di mattoni.
Vi aspettiamo, graditi ospiti nel gioco del teatro.

7 APRILE | ORE 17
MACERATA | TEATRO LAURO ROSSI
Teatro Ragazzi
LA MALEDIZIONE DI TRIBOLETTO
drammaturgia e regia Debora Virello
drammaturgia musicale Federica Falasconi
con Federica Falasconi pianoforte
Debora Virello narrazione e personaggi
Triboletto cantante

aspettando il Macerata Opera Festival 2019

Rigoletto è una storia di maledizioni, amori, tradimenti, travestimenti, scambi di identità e morte. Ma Rigoletto è anche una storia di censura, cambi di nomi e ambientazioni obbligati da un particolare clima storico. Rigoletto, insomma, “è” una storia tribolata intesa come vicenda narrativa e “ha” una storia tribolata anche come genesi dell’opera. Per rendere giustizia a tutte queste tribolazioni ecco la scelta di rendergli l’originario nome di Triboletto, anche perché nome più adeguato a un vero protagonista fiabesco. E restituire tutta la vicenda a una dimensione fiabesca, dove palazzi ducali, buffoni gobbi, taverne notturne e terrificanti cadaveri nei sacchi la fanno da padroni, come in una fiaba dei fratelli Grimm, è l’intento di questa operazione artistica.
Un Triboletto raccontato come una fiaba della tradizione orale, un Triboletto per voci e musica strutturato come un intreccio di parole, note, ritmo e azioni che abbiano come focus centrale le vicende dell’opera e la sua fruizione da parte dei bambini. Un Triboletto con scene e costumi fortemente evocativi e funzionali al racconto e all’immaginazione.

9 APRILE | ORE 21
URBINO | TEATRO SANZIO
PRIMITIVA
GEOGRAFIA DELL’ISTANTE

PRIMITIVA
coreografie e danza Manfredi Perego
musiche Paolo Codognola
luci Giovanni Garbo
produzione TIR Danza

GEOGRAFIE DELL’ISTANTE
concept/coreografia Manfredi Perego con Chiara Montalbani, Silvia Oteri
luci Giovanni Garbo musiche Paolo Codognola
produzione MP.Ideograms, TIR Danza

Formatosi nell’ambito delle arti marziali e della danza contemporanea, Manfredi Perego ha partecipato all’Accademia Isola Danza diretta da Carolyn ed è stato interprete per diverse compagnie di danza contemporanea in Europa e in Italia. Nel 2014 fonda la compagnia MP.Ideograms, supportata nella produzione da TIR Danza, che fa riferimento a una maniera di pensare il movimento come primitivo/poetico e alla scrittura per ideogrammi come metafora di un corpo comunicativo, portatore di significato.

Primitiva nasce da una ricerca incentrata su elementi primari che abitano la corporeità: è un viaggio mnemonico all’interno della più antica percezione di sé, quella animalesca e al contempo impulsiva e fragile. La coreografia è anche utopia, l’utopia di riscoprire l’origine di impulsi sconosciuti da noi creati, con tutto il timore che ne consegue nel percepire sottopelle una natura che non sapevamo abitarci, o che, forse, abbiamo solo intuito.

Geografie dell’istante nasce dall’esigenza di trasferire in codice la capacità di trasformazione dei corpi quando sono aperti ad un ascolto profondo con l’ambiente. Tale processo crea una pratica corporea che sviluppa la capacità di cogliere l’attimo e farsi attraversare da questo, la velocità con la quale un momento può cambiare la sua portata e diventare esperienza profonda, esperienza che ci attraversa nei modi più diversi. Non un lavoro sulla sorpresa, ma sulla reazione emotiva tra corpo e luogo. Il corpo è considerato come una geografia fisica attraversata da attimi che rompono il tempo ordinario, attivando il sistema emotivo percettivo in un quadro senza inizio e senza fine.

DAL 9 AL 14 APRILE | ORE 21
PESARO | SPETTACOLO ITINERANTE
Teatro dei Borgia
MEDEA PER STRADA
drammaturgia Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi
con Elena Cotugno
ideazione e regia Gianpiero Borgia

spettacolo itinerante su furgoncino con posti limitati
partenza dall’ingresso artisti del Teatro Rossini
prenotazione obbligatoria

Quello che proponiamo al pubblico è una esperienza che va oltre il semplice assistere a uno spettacolo teatrale. Gli spettatori, non più di sette, vengono invitati a salire su un furgoncino, un vecchio ferro del ’94 allestito da Filippo Sarcinelli che rievoca un teatrino, oppure un postribolo viaggiante. Il furgone parte e percorre la strada, non una ma tutte le strade della prostituzione. L’attrice, Elena Cotugno, sale come una di quelle e ci racconta la storia di una giovane migrante, scappata dal proprio paese, arrivata in Italia e finita a prostituirsi per amore di un uomo da cui si crede ricambiata e da cui ha due figli. In ogni città ci lasciamo condurre dalle associazioni che si occupano di tratta e prostituzione in un viaggio attraverso quei luoghi, raccogliendo storie, osservando come il fenomeno cambi pur restando sempre fedele agli stessi rituali.

Contatto ravvicinato con una persona vera, ossia assai convincentemente incarnata da un’attrice, Elena Cotugno, che certo si basa su ricerche e interviste sul campo. Settanta minuti che non lasciano indifferenti.
Masolino D’Amico, “La Stampa”

10 APRILE | ORE 20.45
SAN SEVERINO | TEATRO FERONIA
11 APRILE | ORE 21
URBINO | TEATRO SANZIO
Nuovo Teatro
DON CHISCIOTTE
adattamento di Francesco Niccolini
liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra
drammaturgia Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer, Francesco Niccolini
con Alessio Boni, Serra Yilmaz
regia Alessio Boni, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer

Chi è pazzo? Chi è normale?
Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici.
La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani.
L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire?
Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale.
È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole predeterminate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte. Alessio Boni

11 APRILE | ORE 21
ASCOLI | TEATRO DEI FILARMONICI
BLOWIN’UP 50
per una rilettura contemporanea musicale e visiva di “BLOW UP” di Michelangelo Antonioni
Giacomo Uncini (tromba, flicorno)
Filippo Sebastianelli (sax tenore)
Eugenio Giordani (pianoforte, organo Hammond, melodyhorn)
Luca Pecchia (chitarra elettrica)
Marco Salvarani (contrabbasso, basso elettrico)
Gianluca Nanni (batteria)
Video Stage: Roberto Vecchiarelli, Mariangela Malvaso

Una performance video musicale che restituisce in concerto l’integrale colonna sonora di Herbie Hancock mentre la proiezione di immagini “found footage” tratte dal film, evidenzia e reinterpreta le icone dell’habitat culturale, storico e sociologico della “Swinging London”.
La musica di Hancock conserva ancora una superba capacità evocativa di ambienti e situazioni, trasmessi efficacemente dal sapiente cocktail di stili (hard-bop, modal jazz, funky-beat) e cela la propria complessità per rendersi easy listening, nonostante le non poche singolarità delle invenzioni ritmiche e i sorprendenti percorsi armonici. In Blow Up le composizioni (la cui partitura non è mai stata pubblicata) furono utilizzate parzialmente, a volte al limite dell’effettiva percepibilità, quasi fosse un messaggio subliminale. Farle rivivere in concerto ha richiesto un lavoro di elaborazione, realizzato ampliando le forme dei brani, sviluppando dettagli, incrementando le strutture musicali, operando insomma un blow-up sul materiale musicale, dove esso si presenta parziale, irrisolto, aperto ad interpretazioni e definizioni ulteriori.

Blowin’ Up 50 è un progetto a cura di Eugenio Giordani e Marco Salvarani, con la collaborazione di Roberto Vecchiarelli e Mariangela Malvaso.

12 APRILE | ORE 20.45
SAN BENEDETTO | TEATRO CONCORDIA
Tir Danza/Nicola Galli
DE RERUM NATURA
dal poema di Tito Lucrezio Caro
musiche di Banchieri, Henry, Ligeti, Penderecki, Radigue, Xenakis;
Passacaglia per viola e violoncello di Giacomo Gaudenzi
danzatori Sofia Barilli, Laura Beschi, Riccardo De Simone,
Gloria Dorliguzzo, Margherita Dotta, Paolo Soloperto
concept, coreografia e costumi Nicola Galli

Con sorprendente attenzione per la spiegazione dei fenomeni, il poeta e filosofo Lucrezio nell’opera De rerum natura descrive “la natura delle cose”.
Il poema latino, sorta di enciclopedia che illumina la “materia oscura”, svela con delicata poesia e contenuti anticipatori della scienza moderna la realtà del cosmo e l’uomo. Un’opera dedicata all’unione e alla disunione degli atomi, alla vastità dello spazio, allo sviluppo temporale, alla nascita, al declino, all’intelletto e all’anima dell’uomo; da cui traspare uno sguardo vibrante e vivido sull’intreccio dei fenomeni naturali per raccontare l’infinita mutazione del mondo e la ciclica rigenerazione.
Questa immagine di eterno movimento alimenta nella creazione coreografica il desiderio di muoversi di sei corpi, legati da un pensiero sotterraneo che scorre sanguigno sotto la superficie della pelle.
Dall’articolazione del gesto fluisce un disegno anatomico che si diffonde fino alle parti più minute del corpo, penetrando poroso dall’epitelio e fin dentro le ossa. I corpi si uniscono in una composizione scenica nella quale la costruzione, la distribuzione degli elementi, il rapporto di correlazione e interdipendenza formano un complesso organico e respirante.

12 APRILE | ORE 21.15
MATELICA | TEATRO PIERMARINI
Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei
TOSCA X
coreografia, regia, luci, scene e costumi Monica Casadei
musiche Giacomo Puccini
elaborazione musicale Luca Vianini
assistente alle coreografie Camilla Negri
Con Tosca X Monica Casadei esplora l’universo pucciniano interpretando la celeberrima opera lirica con segno impetuoso ed empatia intellettuale. Anche questo titolo prosegue il percorso di indagine che appassiona la coreografa: la relazione tra il gesto coreografico e la parola drammaturgica, foriera di una cifra stilistica in sé già eloquente. Un nesso, quello tra fisicità e drammaturgia, particolarmente evidente nell’opera più drammatica di Giacomo Puccini, che concentra le tensioni e le sfide tra opposti nel secondo atto, il più ricco di colpi di scena, capaci ancora di tenere lo spettatore in costante apprensione. Un atto anche musicalmente di grande interesse, tra tutti il meno melodico, caratterizzato invece da incisi taglienti e armonie dissonanti che l’hanno fatto paragonare all’estetica dell’espressionismo tedesco. Sono proprio le accentazioni del secondo atto, che resta il nucleo della pièce, a interessare Monica Casadei. L’elaborazione della partitura originale con l’inserimento di tracce contemporanee e soprattutto con la reiterazione di parole significanti del libretto origina una vera e propria drammaturgia musicale. Su questo appassionante tappeto sonoro si impongono con forza i protagonisti. Dominante la figura del barone Scarpia, avido di potere e di brama di possesso, così crudelmente giganteggiante da far pensare a molti che sia lui, piuttosto che Tosca, il vero protagonista dell’opera. All’inerme cantante, che con la sua lirica romanza “Vissi d’arte” piange la propria vulnerabilità, sono invece riservate dal compositore le sue famose melodie: intime, malinconiche, struggenti.
Il sadismo, la crudeltà, la ferocia dell’essere umano, indagati senza intenti morali ma con interesse clinico per l’energica potenza che generano, si pongono come sentimenti centrali di questa rilettura dell’opera pucciniana, costruita sulla tensione del rapporto tra il carnefice e la sua vittima. In un’accesa espressività degli interpreti, è il pathos più estremo a dominare la scena. Coreografie energiche e fulminee, toniche e nervose, corrispondono all’azione drammatica concitata e al ritmo musicale impetuoso, quasi da inseguimento, se non addirittura da thriller, della pièce. Una danza corale, gonfia di impulsi e passioni, istintiva e a tratti selvaggia, che fa un uso vorticoso dello spazio e appare, anche simbolicamente, come visivamente piena. La contrapposizione è con assoli rarefatti e delicati, puri e sensibili, per corpi fragili e indifesi dai quali scaturisce una danza dell’anima che ha invece il vuoto come metafora e la disarmata Tosca a resistere nel mezzo.

12 APRILE | ORE 21.15
PORTO SAN GIORGIO | TEATRO COMUNALE
Teatro Nuovo Melograno
PLAY TIME
testo e regia Carmen Giordano
con Catia Urbinelli, Daniele Vocino, Silvia Bertini, Gian Paolo Valentini

Cechov ha scritto racconti per tutta la vita, riversandovi personaggi e dinamiche relazionali che svilupperà nelle sue commedie. Brevi, intensi e fuggevoli. Frammenti di vita ritratti con leggerezza. Attimi rubati al tempo che fugge. I Racconti sono un’altra prospettiva da cui guardare quest’autore, battendo l’accento sul risibile del quotidiano e la trasposizione contemporanea di dinamiche universali. Non c’è frase di Cechov che non sia stata cesellata in modo da dare l’impressione che i personaggi parlino come nella vita. Eppure, se così facessero gli attori, non funzionerebbe. Ecco la sfida: concentrare la vita, comprimerla nel tempo e nello spazio. È un invito all’azione e alla leggerezza. Quattro attori interpretano una folla di personaggi che s’intersecano sulla scena. Un’umanità musicale, ironica, guardata con passione e in assenza totale di giudizio. Nel rincorrersi di tipi che sfuggono a definizioni – nel seguirne stati emotivi, incontri, errori di tempo, parole non dette e azioni mancate – riconosciamo un’organicità, un senso profondo legato alla vita, strumento e fine dell’indagine cecoviana.

PlayTime è una drammaturgia fatta di frammenti in cui gli interpreti entrano ed escono dalle situazioni, essendo di volta in volta spettatori e attori di qualcosa che accade nel qui e ora. È un divertimento, nel senso etimologico di volgere altrove, cambiare direzione, deviare. Lo spazio cambia seguendo i movimenti emotivi degli interpreti e così i pochi elementi scenici, concorrono ad evocare luoghi fisici ed emozionali. È tempo di divertimento, di giocare, recitare, suonare, poiché in inglese to play abbraccia tutti questi significati, che nutrono e ispirano il nostro lavoro. Una giostra di rapporti, conflitti, solitudini, gioie e paure, in cui lo spettatore possa riconoscersi.

12 APRILE | ORE 21
CHIARAVALLE | TEATRO VALLE
Stivalaccio Teatro
ROMEO E GIULIETTA. L’AMORE È SALTIMBANCO
soggetto originale Marco Zoppello
con Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello
regia Marco Zoppello

1574. Venezia in subbuglio. Per calli e fondamenta circola la novella: Enrico III di Valois, diretto a Parigi per essere incoronato Re di Francia, passerà una notte nella Serenissima. Un onore immenso per il Doge e per la città lagunare. Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, coppia di ciarlatani saltimbanco dai trascorsi burrascosi, vengono incaricati di dare spettacolo in onore del principe. Mica una storia qualunque, certo che no. La più grande storia d’amore che sia mai stata scritta: Romeo e Giulietta. Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo ma, soprattutto: dove trovare la “Giulietta” giusta, casta e pura, da far ammirare al principe Enrico? Ed ecco comparire nel campiello la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana”, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque ad una “prova aperta”, alla maniera dei comici del Sogno di una notte di mezza estate, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
Shakespeare diventa, per noi, materia viva nel quale immergere le mani, per portare sul palco, attraverso il Teatro Popolare, le grandi passioni dell’uomo, le gelosie “Otelliane”, i pregiudizi da “Mercante”, “Tempeste” e naufragi, in una danza tra la Vita e la Morte, coltelli e veleni.

12 APRILE | ORE 21.15
CIVITANOVA | TEATRO ROSSINI
Tulsa Ballet
direzione artistica
Marcello Angelini
ECLETIC STORIES

WHO CARES?
coreografia George Balanchine
musiche George e Ira Gershwin

SHIBUYA BLUES
coreografia Annabelle Lopez Ochoa
musiche Michel Banabila, Radboud Mens, Manuel Wandji, Rene Aubry

TABLE VERTE
coreografie Kurt Jooss
musiche Fritz Cohen

Un’elegante celebrazione della migliore coreografia internazionale: per il ritorno in Europa, il Tulsa Ballet propone una serata in cui celebra il meglio della coreografia del passato e del presente, con un prezioso omaggio a Kurt Jooss e al suo capolavoro Table Verte, raramente rappresentato e nel repertorio di pochissime compagnie.
Gli altri due lavori in cui si articola la serata sono Who Cares? di George Balanchine e Shibuya blues della pluripremiata coreografa colombiana Anabel Lopez Ochoa.

Per 60 anni, il Tulsa Ballet ha arricchito il paesaggio culturale degli Stati Uniti D’America, e del proprio stato dell’Oklahoma, presentando spettacoli di balletto di alta qualità. Ogni anno, circa 40000 spettatori attendono i sei programmi che fanno parte della stagione di danza di questa compagnia. Sotto la guida di Marcello Angelini, da 20 anni direttore artistico della compagnia, il Tulsa Ballet ha raggiunto una notevole fama nazionale e internazionale, ed è celebrata per l’equilibrio del suo repertorio e che va dai grandi classici del diciannovesimo secolo a lavori innovativi nel campo della danza contemporanea. Il repertorio prevede lavori di Kylián, Forsythe, Duato, Balanchine, Tharp, Elo, Robbins, Wheeldon, Cranko, Hynd, McGregor, Hans van Manen, Kudelka, Taylor e MacMillan. Tra i festival in cui la compagnia è stata invitata ricordiamo: Sintra Festival a Lisbona, Belgrade Dance Festival in Serbia, Croatian National Theater a Zagabria, International Ballet Expo in Seoul, e varie performance al Joyce Theater a New York e The Kennedy Center a Washington.
12 APRILE | ORE 21.15
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
LA BANDA GROSSI. UNA STORIA VERA
di e con Fabio Brunetti
regia Glauco Faroni

Le vicende della banda Grossi hanno interessato la nostra provincia nel biennio 1861/’62, all’alba dell’Unità d’Italia. Il ricordo di tali avvenimenti è ancora vivo dopo 150 anni. Ancora oggi, nelle nostre campagne, per definire un gruppo di persone male organizzate, approssimative, si dice: “M’ par la Banda d’ Zinzin e Grossi”, a confermare che il ricordo e il nome ancora rimangono nell’immaginario della comunità. In questo spettacolo raccontiamo la storia della Banda vista da Sante Frontini, uno dei componenti, che rimarrà con Terenzio Grossi fino alla fine. Insieme alle vicende storiche raccontiamo la vita, le paure, le miserie di un periodo anche
tragico per alcuni ceti della popolazione.

12 APRILE | ORE 21.15
CAMERINO | AUDITORIUM BENEDETTO XIII
Aurelio Scalabroni
TRE ANNI E TRE GIORNI DE CRISTO
lettura teatrale dall’omonimo libro di Aurelio Scalabroni
musiche eseguite da Marco Santini (violino) e Emanuele Gatta (chitarra acustica)

Lo spettacolo è una lettura teatrale dell’autore, accompagnata da interventi musicali, di pagine e poesie libere del libro Tre anni e tre giorni de Cristo.

Tre anni e tre giorni de Cristo è un libro atipico, scritto in dialetto portorecanatese, uno dei tanti dialetti marchigiani che ha però il grande pregio della comprensibilità del proprio vocabolario e del suono delle sue parole che lo rendono fruibile, non ostico alla comprensione. È un libro che tocca gli ultimi tre giorni della vita del Cristo in terra e non solo. Contiene personaggi e situazioni atipiche, introvabili, a volte, nel Vangelo. È un’opera, scritta di getto, non strutturata con i normali canoni della composizione ponderata e scolastica. È qualcosa di molto diverso, di emozionale e non mediato da speculazione. Per come è nato e ha preso forma, il giusto collocamento è più nella medianità che nella tradizionale scrittura poetica.
L’opera originariamente era stata intuita in doppia lingua, portorecanatese con traduzione a fianco in spagnolo, perché avrebbe dovuto essere un cadeau per le nostre comunità marchigiane di Mar del Plata e Buenos Aires. Poi il progetto editoriale ha preso un’altra via, un’altra forma, quella attuale. Il libro contiene illustrazioni, fatte anche queste da me e un font custom che contempla caratteri ed accenti normalmente non inseriti nel set tipografico.
È una presentazione evento perché è assistita dalla collaborazione artistico-musicale di due personaggi, prima ancora che musicisti, di caratura regionale: il Maestro Marco Santini, violinista osimano di fama, e il suo alter ego chitarristico Emanuele Gatta, musicista sensibile e di classe ed eccellente chirurgo.
Non ho ancora scritto di me: sono un creativo e ringrazio Iddio di avermi dato sensibilità, molto interesse alla vita e qualche dono che si manifesta appieno nel comporre musica, nello scrivere, nel suonare, nel parlare e nel creare. Aurelio Scalabroni

13 APRILE | ORE 21
SENIGALLIA | ROTONDA A MARE
SOTTO A CHI DANZA

Una serata dedicata alle performance di giovani artisti marchigiani che presenteranno in formato breve i propri lavori. L’iniziativa vuole monitorare l’attività dei professionisti e scoprire nuovi talenti offrendo un’occasione di visibilità ai progetti selezionati da una commissione in un proficuo confronto tra artisti in scena e pubblico.

13 APRILE | ORE 21.15
TOLENTINO | TEATRO VACCAJ
Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei
TRAVIATA
coreografia, regia, scene, luci e costumi Monica Casadei
musiche Giuseppe Verdi
elaborazione musicale Luca Vianini
drammaturgia musicale Alessandro Taverna

Traviata – un rutilante gioco di effetti – è il primo capitolo di un progetto firmato da Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana, dedicato al celebre maestro Giuseppe Verdi, che si propone di tradurre nel linguaggio della danza i melodrammi più celebri del più amato compositore italiano, esplorandone emozioni e passioni. In Traviata il dramma di Violetta è reso dal dialogo strettissimo tra danza e musica, in cui la storia acquisisce un valore universale e contemporaneo, storia in cui vibra il sentimento amoroso di chi spera, legato tragicamente alla sensazione di sapere che tutto finisce, mentre si consuma il conflitto tra singolo e società, pubblica facciata e privato sentire. Gli spettacoli di Artemis viaggiano in vari teatri in Italia e all’estero, ogni coreografia studiata e provata con i danzatori della compagnia si apre al territorio che la accoglie, attraverso il progetto Anime di Artemis incontrando allievi, danzatori, attori che entrano come parte viva e attiva nello spettacolo. Sono laboratori gratuiti dedicati a far conoscere l’identità coreografica di Monica Casadei e di Artemis nei quali si apprende, si danza e si sviluppa la conoscenza necessaria per partecipare allo spettacolo attraverso inserimenti coreografici appositamente valutati e preparati.

13 APRILE | ORE 21
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
TEORIA DELLA CLASSE DISAGIATA
[Primo Studio]
uno spettacolo tratto dal libro di Raffaele Alberto Ventura drammaturgia Sonia Antinori
con Giacomo Lilliù, Matteo Principi regia Giacomo Lilliù
un progetto di Collettivo ØNAR, MALTE

Immaginate un’azienda che fabbrica un certo tipo di macchina in previsione di una domanda molto ampia. Immaginate poi che la previsione si riveli completamente sbagliata: la domanda si è contratta e le macchine non si vendono. Immaginate allora tutte queste belle macchine, oramai inutili, abbandonate nei magazzini. O svendute. Smontate. Distrutte. Bene. Ora immaginate di essere una di quelle macchine.
Una generazione cresciuta con il dovere morale di inseguire passioni, prosciugare patrimoni familiari e primeggiare nella scalata sociale, che si ritrova oggi con un terreno che le frana sotto i piedi. Una classe media delusa, disforica, fin troppo acculturata, non più agiata, come diceva a fine Ottocento Thornstein Veblen, bensì disagiata.
Teoria della classe disagiata è un saggio che ha dimostrato di saper raccontare empaticamente i millennials e il loro risentimento sommerso. Per spiegare questa “tragedia esistenziale”, l’autore ricorre costantemente alla letteratura teatrale, da Shakespeare a Goldoni, da Molière a Čechov: così, ha naturalmente preso forma l’idea che tale analisi potesse trovare in scena una traduzione efficace.
Per quanto mi riguarda, al momento quello che a me interessa è smascherare il teatro, aprire nel guscio della finzione delle crepe che si allargano e lo frantumano per rivelare qualcosa di incomprensibile e nudo. In sala prove ricerco quel quid sepolto, quel lembo di carne viva, ad alta suscettibilità, che se raggiunto ci fa veramente, crudamente reagire, al di là del fare finta. Giacomo Lilliù

13 APRILE | ORE 22
OSIMO | TEATRO LA NUOVA FENICE
FARAO + JAE TYLER

Un concerto condiviso dalle evocative sonorità di vibrante bellezza di Farao, cantautore e polistrumentista norvegese all’anagrafe Kari Jahnsen, e Jae Tyler, nativo dell’Oklahoma che si muove tra fantasiose canzoni pop e bizzarri surf rock che richiamano una certa familiarità con artisti quali Ariel Pink, Conan Mockasin e Perfume Genius.

Farao è una cantautrice norvegese che vive a Londra. Le atmosfere della sua musica riescono nell’effetto di trascinarci direttamente verso i paesi del Nord: grazie a una voce raffinata, incrociando sintetizzatori e batterie, si parla di lei come di una nuova promessa del progressive pop.

Jae Tyler originario dell’Oklahoma vive a Berlino, le sue produzioni sono ispirate ai classici pop 80 e 90, electro-pop con venature glam ed hipnagogiche.

13 APRILE | ORE 21
GROTTAMMARE | TEATRO DELLE ENERGIE
Profili Artistici
TRE GIORNI DI PIOGGIA
liberamente tratto da «Three Days of Rain» di Richard Greenberg
traduzione e adattamento Angelica Marcucci
con Smeralda Straccia, Valerio Silverii, Andrea Ballanti
regia Eugenio Olivieri

Tre giorni di pioggia è un’opera teatrale liberamente tratta dal testo drammaturgico Three Days of Rain di Richard Greenberg. L’opera è un gioco umoristico e commovente sulla famiglia e su come i mondi privati di una generazione vengono reinterpretati da quello successivo. È un dramma ossessionante, intelligente e toccante che esplora l’amore, l’infedeltà, il destino, il genio, la pazzia e ci fa notare con quanta facilità possiamo interpretare male il passato. Eugenio Olivieri

13 E 14 APRILE
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
Teatro delle Albe
THIORO
UN CAPPUCCETTO ROSSO SENEGALESE
ideazione Alessandro Argnani, Simone Marzocchi e Laura Redaelli
con Fallou Diop, Adama Gueye, Simone Marzocchi
regia Alessandro Argnani

Thioro è uno spettacolo nato in Senegal, nuova occasione d’incontro nel solco della feconda relazione del Teatro delle Albe con Diol Kadd e gli attori legati a Mandiaye N’Diaye. Mettendo in corto circuito la fiaba europea di Cappuccetto Rosso con la tradizione africana, Thioro vede in scena e in dialogo Adama Gueye, Fallou Diop, attori e musicisti, e Simone Marzocchi, compositore e trombettista. Un viaggio dal ritmo pulsante, che grazie all’intreccio di lingue, strumenti e immaginari, conduce ogni spettatore alla scoperta non del bosco ma della savana e all’incontro non con il lupo ma con Buky la iena.

14 APRILE | ORE 17
PESARO | TEATRO ROSSINI
LA CITTÀ IN SCENA
SCUOLE DI DANZA DELLA CITTÀ
GALA

Una serata dedicata esclusivamente alla danza i cui protagonisti sono i danzatori (allievi oppure formazioni in crescita) di Pesaro: scuole di danza con estratti dei saggi di fine, coreografie ad hoc, formazioni di ragazze e ragazzi che stanno intraprendendo un proprio percorso artistico. La serata è l’occasione per vedere nel corso di un unico evento le diverse espressioni dell’arte coreutica firmate dalle realtà del territorio pesarese.

14 APRILE | ORE 18
MONTEMARCIANO | TEATRO ALFIERI
CRISTIANO GODANO
MUSICA E PAROLE
musica & parole
Cristiano Godano chitarra, voce
con la partecipazione di Andrea Brusa (critico musicale e responsabile Marche “il Resto del Carlino”)

Cristiano Godano è un cantante e chitarrista italiano, noto principalmente per la sua attività con il gruppo rock Marlene Kuntz, di cui è fondatore. Godano è anche scrittore (I vivi, 2008, ed. Rizzoli), attore (Tutta colpa di Giuda, 2009, regia di Davide Ferrario, di cui è anche autore con i Marlene Kuntz della colonna sonora) e docente del Master in Comunicazione musicale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Dal 2010 gira l’Italia con il format Musica & Parole: una chiacchierata, stimolata da un moderatore, che ripercorre le fasi salienti della sua carriera con incursioni nel mondo musicale e letterario. Durante il dialogo Cristiano si accompagna con la chitarra e ripropone i pezzi del repertorio dei Marlene Kuntz.

14 APRILE | ORE 17
FRONTONE | SALONE D’ONORE DEL CASTELLO DELLA PORTA
Teatro Perdavvero
I MUSICANTI DI BREMA
dalla favola dei fratelli Grimm
con Marco Cantori e Giacomo Fantoni
musiche Diego Gavioli e Marco Cantori

Ogni animale è un piccolo mondo e non importa se sia moro o biondo, se sia senza unghie o gli manchi un dente, se sia zoppo o non udente.
Se sia alto, bello, grasso, se abbia la testa dura come un sasso.
Se sia sempre stanco o agitato, se sia peloso o pelato.
Se sia senza un’ala oppure perfetto o se abbia un qualche altro difetto, che magari non si vede però ce l’ha… L’importante è che se stanno in compagnia, gli animali, come le note, fanno una melodia. Varia, ricca, con anche più speranza, di chi sta chiuso solo nella sua stanza.
I protagonisti di questa favola sono un asino zoppo, un cane sdentato, un gatto senz’unghie ed un gallo con un’ala rotta che, rifiutati dai padroni per via dei loro “difetti”, decidono di partire per la città di Brema dove vogliono farsi assumere dall’orchestra musicale cittadina.
Durante il viaggio, in mezzo al bosco, s’imbattono nella casa dei briganti, dentro alla quale intravedono una tavola piena di cose buone da mangiare.
Ma prima di sfamarsi bisogna liberarsi dei briganti e l’unico modo per riuscirvi è quello di collaborare insieme…

17 APRILE | ORE 21.15
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
Pierfrancesco Pisani
TUTTA CASA, LETTO E CHIESA
di Dario Fo e Franca Rame
con Valentina Lodovini
regia Sandro Mabellini

Tutta casa, letto e chiesa è uno spettacolo sulla condizione femminile, in particolare sulle servitù sessuali della donna. Si ride, e molto, ma alla fine resta addosso una grande amarezza. Il primo debutto è stato a Milano, alla Palazzina Liberty, nel 1977, in appoggio alle lotte del movimento femminista.
Il protagonista assoluto di questo spettacolo sulla donna è l’uomo. O meglio: il suo sesso! Non “in carne e ossa” ma sempre presente, enorme, incombente. Le donne da anni si battono per la loro liberazione, chiedendo parità di diritti con l’uomo, parità sociali, parità di sesso. Ma non arriveranno mai a uguagliare l’uomo in questi campi. È del tutto utopistico sperarlo, anche per un fatto anatomico. Donne rassegnatevi! Anche agli albori del secondo millennio le donne sono sottomesse alla cultura del del sesso del maschio!
Dopo la presentazione del protagonista maschile, veniamo ai personaggi femminili. Nel primo brano – Una donna sola – troviamo la casalinga per antonomasia, che ha tutto all’interno della sua famiglia, meno la cosa più importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, come individuo rispettato in quanto tale e non solo usata come oggetto sessuale, come domestica senza stipendio né pensione. Abbiamo tutte la stessa storia – il secondo brano – è la rappresentazione di un rapporto sessuale tra un maschio e una femmina… Mimato, per carità! Un rapporto sessuale con la donna – ahinoi! – subalterna all’uomo, come succede quasi sempre. Terzo brano, Il risveglio: qui abbiamo una donna, un’operaia, sfruttata tre volte: in casa come donna tuttofare, in fabbrica e a letto. Non poteva mancare questo personaggio nella nostra galleria: personaggio “portante” nella nostra società. L’epilogo è affidato a una “Alice nel paese senza meraviglie”.

17 APRILE | ORE 21.30
URBINO | TEATRO SANZIO
GIOVANI FLUO PARTY
ASIA GHERGO
PLAYS ITALIAN INDIE SONGS
a seguire
DANIEL L.
DJ SET [SELEZIONE DI MUSICA INDIE]

nell’ambito di Klang. Altri suoni, altri spazi

Una vera e propria festa della musica per le nuove generazioni con Asia Ghergo, giovane artista marchigiana classe 99, musicista, cantautrice e youtuber con una speciale Plays italian indie songs. Asia ha conquistato la scena indie italiana dopo aver scalato la classifica Vir Italia 50 su Spotify col brano Giovani fluo e ha spopolato su YouTube con le sue cover delle più belle canzoni della scena indie italiana attuale. L’evento più significativo che sancisce la sua entrée come artista nell’ambiente musicale è l’apertura del concerto de Lo Stato Sociale al Mediolanum Forum di Assago dove erano presenti 10.000 persone. Dopo il concerto la serata prosegue con il dj set (selezione di musica indie) di Daniel L.

18 APRILE | ORE 21
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
NUOVA DANZA ITALIANA
ANTICORPI EXPLO
in collaborazione con Anticorpi XL

ASMED BALLETTO DI SARDEGNA
120 gr.
coreografia di Sara Pischedda
ASS.NE KÖRPER
KOKORO
coreografia di Luna Cenere
ARTEMIS DANZA
RE-GARDE
coreografia di Francesco Colaleo

Una generazione di artisti rende vivace lo scenario della danza contemporanea italiana: la serata presenta alcune delle più interessanti e originali performance emerse dalla Vetrina della giovane danza d’autore promossa dal Network Anticorpi XL (di cui AMAT è partner per le Marche), prima rete nazionale indipendente per la promozione della danza d’autore. Una serata energica e dal sapore creativo in cui si potranno vedere vari lavori di formato breve (15/20 minuti).

120 gr.

Esisto davvero se nessuno mi vede? Le persone mi vedono anche se il mio aspetto non è come dovrebbe essere? Quanto spazio ci si aspetta che il corpo possa occupare, quanto spazio mi è consentito? Il corpo può diventare invisibile, oppure troppo visibile: esposto, misurato, valutato, criticato, idealizzato, idolatrato, esaltato, censurato. Mettiti in posa, fai il tuo broncio sexy – scatta. I click e i flash della fotocamera
del tuo telefono si confondono con i pensieri, in un continuo brusio di fondo che stordisce e ottunde la mente: è come un aspirapolvere acceso che inghiotte l’immagine che hai di te stesso. Vivi all’incessante ricerca di conferme, l’imperativo è essere conforme allo standard. Fino a che punto lasciamo che le parole che possono descrivere il nostro aspetto fisico definiscano anche la nostra identità?

KOKORO

‘Kokoro’ è una singola parola giapponese che possiamo tradurre come il nostro ‘essere interiore’ ma che letteralmente abbraccia due parole/concetti, quali ‘la mente’ e ‘il cuore’. Questo assolo è la personale ricerca di un unicità dell’essere , un percorso interiore divenuto percorso fisico nello lo spazio, durante il quale il corpo nudo, attraverso la sua esposizione e specifica architettura, si trasfigura e diviene veicolo poetico facendo emergere immagini appartenenti e non ad un ‘mondo irreale’. Queste immagini, radicate nella coscienza collettiva, si sublimano nel racconto di un’esperienza personale, per poi tramutare questa stessa, attraverso la scena, in un esperienza collettiva.’

RE-GARDE

Re-Garde è uno spettacolo di danza contemporanea che indaga sul senso della vista: dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che sa ironicamente divertirsi con la vita. Un’osservazione da fanciullo pascoliano, priva di qualsiasi condizionamento e libera di potersi esprimere ed affermare. In scena due uomini, specchio delle loro proiezioni, sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro. Un ipotetico ed assurdo soggetto noir che ammetta l’esistenza di un colore più gradevole, vicino alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni. L’alternanza tra opposti consente di valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, in un tempo sospeso tra gesto e poesia.

21 APRILE | ORE 11
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
Concerti Aperitivo
Filarmonica Gioachino Rossini
SULLE ALI DI UN SOFFIO – LA TROMBA NEI SECOLI
Duo: Luca Piazzi, tromba – Sara Frulli, pianoforte

La nuova edizione dei Concerti Aperitivo prosegue l’attività di proposta culturale della Filarmonica Rossini a favore della città e del territorio. L’entusiasmo e la creatività dell’ensemble orchestrale hanno permesso di diffondere anche a Pesaro, Città Creativa Unesco per la musica, la “sana abitudine” culturale del concerto della domenica mattina, un modo affascinante per incontrare persone e ascoltare musica eccellente.

Il terzo appuntamento dedicato alla musica composta per la tromba nel corso dei tempi sarà un affascinante viaggio musicale attraverso diversi brani di compositori celebri quali G. F. Handel, F. J. Haydn, O. Bohme, E. Ewazen, J.B. Arban, E. Morricone, raccontati ed eseguiti da un duo pianoforte e tromba, con Luca Piazzi e Sara Frulli.

23 E 24 APRILE | ORE 21
MACERATA | TEATRO LAURO ROSSI
25 E 26 APRILE | ORE 21
FERMO | TEATRO DELL’AQUILA
27 APRILE | ORE 21
FABRIANO | TEATRO GENTILE
Carpe Diem Produzioni
CUORI SCATENATI
di Diego Ruiz
con Sergio Muniz, Francesca Nunzi
Diego Ruiz, Maria Lauria
regia Diego Ruiz

Nuova esilarante commedia di Diego Ruiz, esperto nel mettere in scena i rapporti di coppia e le sue innumerevoli sfaccettature, Cuori scatenati affronta gli amori ormai finiti che in realtà non finiscono mai.

Il ritorno di fiamma, si sa, può essere molto pericoloso. Quando il fuoco della passione si accende tra Diego e Francesca, le scintille divampano in maniera esagerata… e cosa succederebbe se la futura sposa, praticamente con un piede sull’altare, venisse a scoprire tutto? Una coppia scoppiata da anni si incontra clandestinamente per un’insensata ultima notte d’amore prima di suggellare il divorzio definitivo, ma gli imprevisti sono dietro l’angolo, anzi dietro la porta. Vale la pena dare una seconda possibilità? Oppure si rischia di ritrovarsi la solita minestra riscaldata? Riuscirà mai un nuovo amore a non subire il fastidiosissimo paragone con quello precedente? E come la mettiamo col tradimento? La fedeltà è una predisposizione mentale, una scelta morale o un’imposizione?
Questi e tanti altri interrogativi sono alla base di questa spassosa commedia in cui tutti i personaggi si trovano nel posto sbagliato nel momento più sbagliato, dando vita a una girandola di equivoci e situazioni paradossali che li porteranno a ricorrere a tutto il loro sangue freddo per gestire una serata che li metterà a dura prova. Una serata che farà a dir poco fibrillare quattro cuori scatenati!

24 APRILE | ORE 21
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
Societas
IL REGNO PROFONDO
PERCHE’ SEI QUI ?
lettura drammatica
scritto da Claudia Castellucci
regia vocale Chiara Guidi
interpretato da Claudia Castellucci e Chiara Guidi
musiche Scott Gibbons, Giuseppe Ielasi

Claudia Castellucci e Chiara Guidi sono co-fondatrici della Societas Raffaello Sanzio (oggi Societas) compagnia che ha saputo porsi all’avanguardia nella scena teatrale internazionale dai primi anni Ottanta, basata al Teatro Comandini di Cesena. Claudia Castellucci è autrice di testi drammatici e teorici, interprete di spettacoli, fondatrice di scuole di tecnica della rappresentazione, con particolare attenzione allo studio del movimento ritmico e coreografico. Chiara Guidi svolge la propria ricerca scenica su un filo che lega infanzia e voce, lavorando come interprete, drammaturga, regista; e attivando diversi contesti di coinvolgimento scenico e pratiche di osservatorio.

“Perché sei qui?” è la prima di molte domande che due ‘luogotenenti’ arroccate su un podio si scambiano. Sono domande elementari, di discorsi ancora più poveri, ma se vi si badasse, come è qui il caso, si aprirebbero crepacci sulla superficie sicura della loro quotidianità. L’abitudine delle cose quotidiane entra all’improvviso nel turbine del dubbio radicale, e la logica stringente cui le due figure si sottopongono è captata da un’ironia che pretende onestà. Le due figure sono ‘luogotenenti’ perché presidiano un luogo su cui sono arroccate, simbolo di fermezza circa il compito di difendere la logica del loro ragionare. L’unico motore, su cui tutto ruota, è la generazione continua di domande insaziate da provvisorie risposte, comprese quelle fornite dalla religione, che pure è la scienza del definitivo. Il carattere scettico e vedovile del dialogo rifluisce in un mare comico che lascia perplessi. La forma di teatro scelta per questo spettacolo recupera il dialogo didascalico classico […] la metrica delle frasi serve a conferire velocità crescente alle domande.

24 APRILE | ORE 21.15
PORTO SANT’ELPIDIO | TEATRO DELLE API
RezzaMastrella
ANTONIO REZZA
FOTOFINISH
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
(mai) scritto da Antonio Rezza
allestimento scenico Flavia Mastrella
con Ivan Bellavista

È la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo. Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Una folla che non c’è.
Ma che lo galvanizza come tutte le cose che non avremo mai.
Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati.
E all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: sotto le vesti del primario, sotto quelle del degente e sotto quelle delle suore cappellone che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede.
Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo.
E continua nelle sue scorribande politiche delegando se stesso alla cultura per costruire impossibili cinema dove l’erotismo differisce dalla pornografia solo per qualche traccia labile di dialogo. E ipotizza incendi e sciagure, ipotizza uscite di sicurezza per portare in salvo lo spettatore medio che lui stesso rappresenta.
Di tanto in tanto torna dal fotografo che è per costringersi a scattarsi nuove foto. E impazzisce a poco a poco.
Ma mai completamente. Nel pieno del suo delirio auto presenzialista arriva a farsi donna con tutta la sua nudità camuffata; e a farsi uomo, pensandosi ora l’una ed ora l’altro, immaginando di uscirci insieme per rientrarsi accanto.
E come politico sblocca ogni piano regolatore per regalarsi una casa ambulante, come gli ospedali, come la disperazione di chi tenta di imbrogliar se stesso.
E solo quando è costretto a mettere un cane a difesa della sua abitazione capisce di esser solo e di essere lui quel cane posto a tutela della proprietà.

Ma con un colpo di coda inaspettato torna da cane a politico e accusa gli elettori di non aver capito. Di non aver capito che nulla è mai esistito. L’unica cosa che esisteva era la sua solitudine.
Che non può essere fotografata perché la solitudine è l’assenza di chi non ti è vicino.

26 APRILE | ORE 21
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
MARA REDEGHIERI
ATTANADARÀ (Te ne accorgerai)
canzoni Anarchiche, di Lotta e di Resistenza
Mara Redeghieri voce
Nicola Bonacini contrabbasso
Lorenzo Valdesalici chitarre
Stefano Melone ingegnere del suono

in collaborazione con Periferica e ANPI “Città di Pesaro”

Mara Redeghieri, storica cantante nel Gruppo Ustmamo’, presenta la nuova raccolta di canti rivoltosi. Attanadara, significa “te ne accorgerai!” nel dialetto di Villa Minozzo e dintorni, nell’alto appennino reggiano, una minaccia verso chi non vuol vedere o non vuol sapere che il presente di tutti è proprio quello di queste vecchie canzoni. Contiene rivisitazioni di musicali canti anarchici e resistenti che cantano la lotta, la speranza e la fede in un mondo finalmente liberato dalle contraddizioni economiche che lo determinano e lo sorreggono. Nato sotto l’egida del Dio valzer, uscito otto anni fa come prima raccolta di tali temi, ideato e prodotto da Benedetto Valdesalici per il Circolo Culturale Enrico Zambonini, ne prosegue il percorso aggiungendo al repertorio altri testi per noi sempre significativi e attuali. La canzone anarchica ha una lunga e gloriosa storia. Da sempre i socialisti prima e gli anarchici poi, hanno messo in versi le proprie condizioni materiali di vita, la fame, la miseria, le lotte, le speranze e utopie di questi grandi sognatori della storia. La scaletta del trio propone una selezione di brani che ripercorrono i capisaldi di questa gloriosa tradizione canora di lotta e di rivolta, contro le corrotte e assetate caste politiche e contro le estreme conseguenze in cui regimi scellerati gettano intere popolazioni. Il crack delle banche, Inno dei malfattori, Inno individualista, Stornelli d’esilio, Il galeone, Partono gli emigranti, Figli dell’officina, Morti di Reggio Emilia, Bella ciao delle mondine, I ribelli della montagna, sono il cuore di un concerto acustico, che vuole pulsare come ancora si sente in dovere di rendere umilmente omaggio agli avi che impavidi e temerari hanno costruito un nostro grande capitolo di storia.

27 APRILE | ORE 21
RECANATI | TEATRO PERSIANI
AidaStudio
SONATA A KREUTZER
ideazione Elena Marazzita
voce recitante Sergio Rubini
con Quartetto d’archi del Maggio Musicale Fiorentino
musiche Leoš Janáček

Un uomo di nome Pozdnysev durante un viaggio in treno confessa a uno sconosciuto la propria colpa segreta. Ricorda di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista, dando così inizio a un gioco che si rivelerà tragicamente beffardo. Via via sempre più sospettoso una sera, mentre la coppia esegue in perfetta sintonia la Sonata a Kreutzer di Beethoven, Pozdnysev accantona ogni dubbio. Spinto dalla gelosia uccide la moglie per un tradimento in realtà mai avvenuto e senza rendersi conto del terribile malinteso.
Pubblicata nel 1891 dopo numerose revisioni, la Sonata a Kreutzer è tra le opere più significative dell’ultimo Tolstoj. Dura requisitoria contro le ipocrisie nascoste della vita coniugale, racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera.
“Scritta con cattiveria”, come ebbe a dire Sonja Tolstoj, la Sonata a Kreutzer rimane un invito spregiudicato a riflettere sulla morale, le grandi passioni e i loro effetti.

27 APRILE | ORE 21
ANCONA | TEATRO PANETTONI
Teatro Necessario
NUOVA BARBERIA CARLONI
con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori
regia Mario Gumina

Nelle sparute barberie di provincia oggi rimangono specchi rettangolari appannati dal tempo e ricoperti da una ragnatela di graffi, vecchie sedie cigolanti, arnesi arrugginiti, odore di brillantina e impazienti avventori in silenziosa attesa del proprio turno. Ma soltanto mezzo secolo addietro la barberia era nientemeno che il luogo di ritrovo preferito dai signori. Un posto discreto, dove discutere liberamente dei propri affari e delle proprie idee. E c’era la musica, c’era il caffè e c’erano gli aneddoti balzani del fidato barbiere. La barberia era, in poche parole, il punto nevralgico del paese.
L’idea portante dello spettacolo è ricreare l’atmosfera di quei tempi non troppo lontani in cui il barbiere cantava, suonava, serviva da bere, consigliava… in una parola, intratteneva i suoi ospiti. E, naturalmente, faceva barba e capelli. Nel gioco, il palco non è altro che la barberia medesima, animata dai tre aspiranti barbieri, e la platea una grande sala d’attesa. Il pubblico tutt’intorno ne definisce i confini spaziali e assurge infine a parte integrante della sala medesima, cioè dello show.
Lo spettacolo gioca sul tempo dell’attesa. Attesa del cliente da parte dei barbieri che ingannano il tempo cimentandosi in singolari dimostrazioni di abilità. Attesa anche da parte dello spettatore, il quale, a conti fatti, non può che ‘temere il peggio’. Un’attesa che mistifica una più profonda crisi di identità, giacché ‘essere barbieri’ significa ‘avere un cliente’ così come ‘essere attori’ significa ‘avere un pubblico’.
Sciamani e dottori, veri e propri artisti del cuoio capelluto determinati a curare, a suon di lozione, qualunque problema, i barbieri/musicisti ostentano orgogliosi il proprio talento gestuale… certi che il cliente uscirà pulito e liscio, rigenerato nel corpo ed elevato nello spirito.

27 APRILE | ORE 21.15
MATELICA | TEATRO PIERMARINI
BLUESBERRY FIELDS
IN CONCERTO
Cecilia Rossini voce
Andrea Amadori batteria
Daniele Del Gaudio basso elettrico
Paolo Gusella pianoforte e organo
Massimo Peroni sassofoni
Giuseppe Poli chitarra elettrica

I Bluesberry Field sono una band marchigiana, nata tre anni fa in seguito alle esperienze maturate dai suoi componenti, con lo scopo di portare la musica dell’anima in giro per le piazze, i festival, i teatri e i locali della regione e non solo. La band, che propone un misto di blues, soul e rhythm and blues, è salita anche sul palco dell’Atri International Blues Festival e su quello del Blues Made in Italy di Cerea. Ha collaborato, inoltre, con il sassofonista James Thompson, noto session-man di Zucchero.

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