Mariani: “Urgente shock fiscale e taglio spesa PA per far ripartire economia”

Ascoli Piceno 12 febbraio.- “Ci vogliono uno shock fiscale e un taglio reale delle spese della Pubblica Amministrazione per far ripartire l’economia”. Lo ha detto questo pomeriggio ad Ascoli il Presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani parlando al convegno di presentazione dell’ultimo “Rapporto sull’economia globale e l’Italia” curato dal Centro Studi Einaudi insieme ad Ubi Banca.

In un tempo delle incertezze come quello attuale,  che vede l’Italia quasi ferma per assenza di investimenti, occorre secondo Mariani “superare l’arretratezza delle Marche “, puntando su tre direzioni : “ridurre il gap delle infrastrutture, soprattutto quello del sud della regione – per l’A14 siamo diventati un caso negativo nazionale- potenziare la formazione tecnica e di alto livello e tagliare il costo del lavoro”.

Per il Presidente degli industriali di Ascoli e Fermo, solo in questo modo si può rilanciare la crescita e ridare fiducia alle imprese che operano sul territorio e costruiscono benessere sociale. Sperando anche nel frattempo, che tutte le ingenti risorse promesse per la ricostruzione post-terremoto arrivino concretamente nell’area colpita dagli eventi sismici del 2016 : “Dei 22 miliardi stanziati per le zone terremotate – ha ricordato Mariani – solo 49 milioni sono stati realmente investiti nei comuni del cratere“.

Una situazione paradossale oltre che allarmante, che però è anche figlia di una stagnazione dell’economia italiana e dell’incapacità politica di risolvere i problemi di aziende e cittadini che ormai si trascinano da molti anni. E tutto questo purtroppo in un quadro mondiale- come è stato sottolineato nel corso del convegno di oggi dal direttore del Centro Einaudi Giuseppe Russo, che registra un rallentamento delle attività produttive a partire da quelle realizzate negli Usa ( che sono il 25% del Pil complessivo). Mentre crescono solo profitti e capitalizzazione di borsa di alcune multinazionali ( Google e derivati compresi) e di gruppi finanziari globali, che non hanno interesse ad aumentare occupazione, redditi e consumi. E sullo sfondo anche la Cina comincia a frenare ..

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