Comunanza (Ap).- Un’assemblea pubblica cruciale per il futuro del territorio montano piceno, si terrà lunedi pomeriggio , 2 dicembre all’Auditorium Luzi di Comunanza. Al centro la questione della Beko Europe, ex-Whirlpool dopo l’annuncio della multinazionale di voler chiudere la fabbrica locale ( 320 addetti). L’assemblea, promossa dall’Amministrazione comunale mira in concreto a raccogliere istanze delle parti economiche e sociali del comprensorio in vista dell’incontro fra Governo e azienda al Ministero delle Imprese programmato per il 10 dicembre. Parteciperanno tra gli altri i vertici della Regione Marche, il sottosegretario all’Economia Lucia Albano, il Commissario Guido Castelli, parlamentari marchigiani e rappresentanti sindacali.
Dichiara il sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi : ““Quello che per la multinazionale è solo un punto geografico immerso nelle aree interne è per noi una comunità viva, fatta di uomini e donne che la abitano con dignità e laboriosità. Per questo è per noi primario trattare la nostra comunità con responsabilità, facendoci amplificatori delle voci che emergono dal territorio.”
Sacconi evidenziato anche l’importanza della rete creata nei giorni scorsi per sostenere una strategia territoriale efficace: “L’Assemblea del 2 dicembre è un ulteriore tassello della nostra azione. Vogliamo portare le istanze di tutti gli attori coinvolti ai tavoli decisionali, con l’obiettivo di non far abbassare l’attenzione su una vicenda che potrebbe avere impatti profondi sul tessuto economico e sociale della comunità locale.”
La chiusura paventata dello stabilimento non porterà solo al licenziamento di 320 dipendenti diretti, ma potrebbe avere un effetto boomerang su tutto l’indotto produttivo locale. Si stima che potrebbe essere a rischio non meno di posti di lavoro, tra fornitori, servizi, commercio dell’area di Comunanza. E’ il caso di augurarsi che l’assemblea di lunedi non sia solo una passerella politica, ma porti le istituzioni a far capire al Governo che l’eventuale abbandono della Beko rappresenterebbe un colpo durissimo all’economia e al futuro di gran parte della zona montana di tre province. mt