Ascoli Piceno 11 giugno.- Non è stata ancora trovata dagli inquirenti la pistola con cui Giuseppe Spagnulo avrebbe sparato ad Antonio Cianfrone, mercoledi scorso 3 giugno, uccidendolo. I carabinieri la stanno cercando per aver la quasi certezza che sia stato lui, l’operaio 54enne originario di Taranto, insieme alla moglie Francesca Angiulli, a stroncare la vita dell’ex marescialli dei carabinieri, espulso dall’Arma nel 2015 per vicende giudiziarie. Intanto sono stati i frammenti di alcune riprese effettuate da telecamere di videosorveglianza posizionate a Spinetoli e le testimonianza di quattro persone, a convincere la Procura di Ascoli a procedere al fermo della coppia, con trasferimento in carcere. L’operaio e sua moglie, casalinga, residenti a Spinetoli da anni, sono accusati di concorso di omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso di un’arma, e porto illegale della pistola. Ma tutti gli aspetti del brutale omicidio devono essere chiariti. Compreso il movente del crimine. Per i coniugi Spagnulo l’udienza di convalida è stata fissata per sabato 13 giugno.
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