Nel Piceno 1500 cause contro l’Azienda Sanitaria Territoriale

Ascoli.- Pronte a partire più di 1500 cause di lavoro contro l’Azienda sanitaria territoriale 5 di Ascoli. Lo hanno annunciato oggi i sindacati di categoria – Confederali, Ugl e Fials – per far valere in sede giudiziaria quelli che essi considerano “violazioni contrattauli reiterate” dal 2021 ad oggi da parte dell’azienda – ex Area Vasta del Piceno, ora AST- ai danni dei dipendenti degli ospedali di Ascoli e San Benedetto.

Accanto a questo programma di ricorsi in tribunale mai visto prima, verrà avviata da RSU e organizzazioni sindacali anche una mobilitazione pubblica, che prevede due assemblee/presidi da tenersi il 6 settembre davanti al Mazzoni e il 13 settembre davanti al Madonna del Soccorso.

“Da anni l’azienda sanitaria locale viola norme dei contratti nazionali di categoria – ha detto in conferenza stampa Giorgio Cipollini segretario della Funzione pubblica Cisl – che riguardano oltre 2 mila lavoratori del comparto. I dipendenti vantano crediti che vanno dai 2 mila fino agli 8 mila euro ciascuno, e l’atteggiamento non costruttivo anche della nuova direttrice generale ci ha costretto a rompere le trattative ed aprire i contenziosi.”

Ma quali sono le norme che l’AST 5 – ex Area Vasta del Piceno non avrebbe rispettato tanto da far avviare un duro braccio di ferro con i sindacati ? Il mancato pagamento della produttività maturata nel 2022 e per alcuni anche nel 2021, il versamento non effettuato delle indennità per i tempi di vestizione, le indennità covid attribuite solo in parte.

Ma la guerra ormai dichiarata riguarda anche quelle che confederali, Ugl e Fials ritengono essere rilevanti “disfunzioni organizzative, con dotazione organica inadeguata, eccesso di carico di lavoro e doppi turni per molte figure, festività infrasettimali, riposi revocati,  precariato dilagante” con 240 addetti a tempo determinato con contratti in scadenza a dicembre prossimo.

“E meno male che la dott.ssa Natalini ha affermato che vi sono in servizio 80 infermieri e 40 OSS in più del necessario ! ” ha aggiunto ancora Cipollini.

Ma nonostante i ricorsi in partenza, sembra che i sindacati vogliano comuque lasciare una porta aperta al dialogo, in caso arrivasse “un segnale dalla direzione dell’azienda”. Da qui una mobilitazione parallela alle iniziative legali, con due presidi ad Ascoli e San Benedetto che come ha ricordato Viola Rossi (Fp Cgil) mirano anche “a far comprendere la situazione del settore all’opinione pubblica e i rischi di un taglio ulteriore dei servizi agli utenti “.

Un quadro che come ha sottolineato Paolo Sabatini segretario FPL UIL, rischia di accellerare la fuga dei professionisti dagli ospedali locali, richiamati da altre strutture marchigiane o di altre regioni. Insomma un panorama che per i rappresentanti sindacali e della RSU locale appare sconfortante, appesantito da disservizi cronici come quello delle liste d’attesa e da una modalità di gestione del CUP che sembrano favorire la sanità privata piuttosto che migliorare il servizio pubblico.

“E in questo scenario diventa assordante il silenzio degli amministratori sul territorio, sindaci in testa e di una politica che sembra non voglia intervenire per non disturbare il manovratore..” ha chiosato ancora Giorgio Cipollini. Vedremo se l’autunno caldo annunciato produrrà dei cambiamenti.

Marco Traini

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