No a “Montepulciano” sui vini, Agostini contro Lollobrigida

Dall’ex deputato del Partito Democratico ed assessore regionale Luciano Agostini riceviamo e pubblichiamo come contributo al dibattito :

Ascoli .- “La notizia secondo la quale attraverso un decreto legislativo il ministro Lollobrigida ha deciso di vietare in maniera definitiva la possibilità per i viticoltori marchigiani (ed in particolare piceni) di utilizzare la denominazione “montepulciano” all’interno della descrizione delle nostre DOP e DOCG mi preoccupa fortemente e getta nello scoramento decine di famiglie ed imprese, soprattutto perché contravviene ad una norma già approvata nel Testo Unico della vite e del vino con la quale credevamo di aver chiuso la questione.
Il decreto cosi come riportato dalla stampa, poi, contravviene a due norme che traducono anche due principi fondamentali.
Viene meno, infatti, in primis, il principio di trasparenza in etichetta, fondamento sul quale grazie alla Comunità Europea abbiamo fatto passi da gigante e che consentiva ai consumatori di Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore e Offida Doc di conoscere da quali vitigni è composto il loro prodotto.
Ancor più grave è, poi, il secondo effetto: nel 2016, in occasione dell’approvazione del Testo Unico sulla vite e sul vino, dopo una lunga e faticosa mediazione riuscii a far approvare all’unanimità l’emendamento all’art. 46 comma 6 che dava mandato di redigere un successivo decreto legislativo in cui inserire le norme tecniche di attuazione per inserire obbligatoriamente in etichetta (o controetichetta) l’indicazione dei vitigni contenuti nel vino.
Ben comprendo che il ministro Lollobrigida sia attualmente impegnato a fermare i treni a proprio piacimento o a dare patenti di legalità alle migliaia di giovani che stanno scendendo in piazza in questi giorni, ma questa norma sicuramente dettata dall’ignoranza rischia di produrre effetti disastrosi sul comparto vitivinicolo, già messo in ginocchio dagli effetti devastanti del cambiamento climatico e della peronospera, che ha decimato la produzione del 2023 in misura del 40-50% e a fronte della quale è stato stanziato dallo stesso ministro appena un milione di euro per tutto il Paese.
Faccio appello alle imprese perché facciano sentire la loro voce, al Presidente della Regione Acquaroli perché porti questa urgente istanza in sede di Conferenza Stato Regioni e all’assessore Antonini, a cui riconosco una particolare sensibilità verso i problemi del territorio, affinchè attivi una vera mobilitazione che porti all’eliminazione di questo illegittimo provvedimento e consenta di ritornare ad una chiara e corretta interpretazione di quanto indicato dal Testo Unico della Vite e del Vino.”

 

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