‘Giulio Regeni l’abbiamo sequestrato e picchiato noi. Pensavamo fosse una spia inglese.’ È la confessione fatta da un funzionario della National Security egiziana ad un suo collega africano, nell’ambito di una riunione di poliziotti di tutto il continente sulla repressione delle manifestazioni di piazza, svoltasi nel 2017. La clamorosa rivelazione è stata pubblicata oggi domenica 5 maggio dal Corriere della Sera. Giulio Regeni fu rapito al Cairo la sera del 25 gennaio 2016 e poi trovato morto sul ciglio di una strada 10 giorni dopo. ‘ L’ho prelevato io, caricato in macchina e poi colpito al volto più volte’ avrebbe detto il funzionario egiziano ad un suo collega. Secondo il Corriere della Sera questo poliziotto, testimone occasionale di una vicenda che ha messo in crisi i rapporti tra Italia ed Egitto- avrebbe deciso di raccontare tutto ai legali dei genitori di Regeni, i quali avrebbero messo questa dichiarazioni a disposizione della Procura di Roma che indaga da 3 anni sull’omicidio del giovane ricercatore italiano. Al momento gli indagati sulla vicenda sono cinque . Chissà se la confessione del funzionario dei Servizi di sicurezza smuovera’ il muro di gomma alzato dall’Egitto sul tragico caso.
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