Ricostruzione e sviluppo. La Regione Marche fa rete con l’Emilia Romagna

Una rete tra Regioni per progettare insieme tecnologia, organizzazione e lavoro per lo sviluppo del territorio basandosi sulle proprie esperienze positive. E’ questo l’obiettivo del workshop che si è tenuto a Villa Favorita, sede dell’Istao (Istituto Adriano Olivetti) ad Ancona, dove,  introdotti dal presidente dell’Istituto, Pietro Marcolini, docenti universitari, imprenditori, istituzioni, banche hanno confrontato ed analizzato due best practice di progettazione, analisi e sostenibilità di politiche per lo sviluppo e la crescita: il Patto per lo sviluppo per la Regione Marche relazionato dall’assessore al Lavoro Loretta Bravi  e il Patto per il Lavoro per l’Emilia Romagna illustrato dall’assessore al Lavoro Patrizio Bianchi.

“La ricostruzione post terremoto nelle Marche non può essere solo materiale, dei danni subiti, ma interessa  il tessuto economico e sociale, orientando lo sviluppo dell’intero sistema regionale – ha spiegato l’assessore Bravi -. E’ quanto previsto nelle strategie delineate dal Patto firmato nella sede della Regione Marche. Il documento sintetizza gli orientamenti e il lavoro avviato dall’Assemblea legislativa con la ricerca realizzata dai quattro atenei marchigiani  (con la collaborazione dell’Università di Modena-Reggio Emilia): “I nuovi sentieri di sviluppo dell’Appennino marchigiano dopo il sisma” e la proposta “Verso il Patto per la ricostruzione e lo sviluppo” che la giunta regionale ha affidato all’Istao (Istituto Adriano Olivetti).

Le due strategie si sono sviluppate in maniera sinergica, contaminandosi reciprocamente. I settori operativi individuati sono otto: servizi sociali e sanitari, competitività e innovazione, green economy, sicurezza del territorio, valorizzazione del patrimonio (ambientale, storico, culturale), mobilità, ricerca e nuove competenze, riduzione del divario digitale. Vengono stimati investimenti per due miliardi di euro e una ricaduta occupazionale di 9.500 unità lavorative.

 

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