L’estetica e la nutrizione sono aspetti integranti del benessere per il paziente oncologico. Se ne è parlato venerdì 16 febbraio al convegno “L’attenzione nel paziente oncologico attraverso la cura della nutrizione e dell’estetica”, all’Hotel Pineta di Monsano (Ancona),in un convegno organizzato dalla Farmacia Martini di Jesi, Apeo (Associazione Professionale di Estetica Oncologica) e Nestlè Health Science.
La Farmacia Martini ha con l’occasione presentato il nuovo servizio gratuito rivolto ai pazienti oncologici. «Con le professionalità della dr.ssa Monica Buonomano, dietista e fino allo scorso dicembre responsabile e poi coordinatrice del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’ospedale di Jesi e dell’estetista Apeo Francesca Freddi, si vuole contribuire al benessere del paziente. Reputo fondamentale dare il massimo in qualità di farmacista: è per questo che dal confronto con le due professioniste è nata l’idea e la necessità di dedicare spazio e tempo a chi, in fase di trattamento, ha bisogno di vedere se stessi sotto una luce positiva. Quello che offro, nel mio piccolo, al benessere dei pazienti oncologici è il servizio di nutrizione ed estetica portato avanti dalle due professioniste, affinché possano continuare ciò che hanno iniziato nel reparto di Oncologia dell’Ospedale Carlo Urbani.”
Presente all’incontro, moderato dalla giornalista Agnese Testadiferro, anche la dr.ssa Giusi Giacomini dirigente medico dello stesso reparto di oncologia dell’ospedale jesino. «L’approccio al paziente oncologico è oggi caratterizzato da una visione globale della persona. Non è più la malattia al centro della cura, ma l’individuo. Accanto all’identificazione dei bisogni strettamente medico-clinici viene posta sempre più attenzione alla qualità della vita ed a tutti i fattori che possono condizionarla. Tra essi hanno sicuramente un ruolo non secondario gli aspetti nutrizionali ed estetici».
L’aspetto estetico
L’Apeo è Associazione Professionale di Estetica Oncologica, nata nel 2011 per merito e volere dell’attuale presidente nazionale dr.ssa Carolina Ambra Redaelli. L’associazione fa formazione alle estetiste per far loro acquisire competenze tali «per far alleviare gli effetti dolorosi e invalidanti e contrastare gli inestetismi che toccano anche la sfera sociale e psicologica del paziente per migliorare la qualità di vita della persona. Ai corsi le estetiste apprendono come approcciare il paziente oncologico. Le terapie oncologiche portano ad una tossicità cutanea, e queste tossicità portano ad una qualità di vita inferiore. La cosa importante che deve fare l’estetista Apeo è sapere dove fermarsi. Capire qual è la situazione farmacologica e patologica del paziente, rispettarla ed intervenire solo da un punto di vista estetico». Anche il dr Umberto Veronesi appoggiò l’Apeo, tanto che nel 2013 il primo nucleo operativo è stato lo Spazio Benessere aperto all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Francesca Freddi, l’estetista Apeo che fa parte del progetto della Farmacia Martini e del progetto N.e.on. dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi è tra le 10 estetiste marchigiane con tali competenze e tra le circa duecento in Italia.
L’aspetto nutrizionale
Ad illustrare la parte nutrizionale, la dr.ssa Monica Buonomano. Con esempi pratici e termini tecnici si è rivolta alla platea sottolineando come «le terapie antitumorali possono determinare sia un diminuzione sia un aumento di peso nel paziente. Per questo si deve andare a lavorare sulla nutrizione, perché il mantenimento del proprio peso forma riveste grande importanza nei malati di cancro, perché sia la perdita che l’aumento di peso involontaria, anche se con meccanismi diversi, influenzano negativamente la capacità di ripresa dell’organismo dopo le terapie antitumorali».
L’importanza dell’immagine personale
Tra i contributi anche quelli del dr. Gianluca Valentini, medico nucleare e fondatore della Acom srl (Advanced Center Oncology), centro di ricerca della Marche sui radiofarmaci. Con riferimenti al mondo della fisica quantistica, il suo messaggio ai vari professionisti in sala è stato che «l’uomo, guardandosi, ha un’immagine di sé che oggettivamente non è reale ma è un’illusione perché è la coscienza che controlla la persona».