Al teatro Pergolesi di Jesi debutta il Caffè Bach, sperimentale “circo e opera” in atto unico

Un soprano che canta sui pattini, già campionessa italiana di pattinaggio artistico, un tenore che suona la chitarra, un direttore d’orchestra che canta anche nel ruolo di basso protagonista ed è solista di flauto, una acrobata aerea, un clown, un acrobata che è anche musicista – suona tastiere e percussioni – e firma anche la regia.

È Caffè Bach, CircOpera da camera in un atto di Giacomo Costantini con musiche di Franca Bettoli, Andrea Cappelli e Stefano Carloni dalla Cantata del caffè di Johann Sebastian Bach, che debutta in prima rappresentazione assoluta al Teatro Pergolesi di Jesi quale appuntamento inaugurale della 50esima Stagione Lirica di Tradizione.

L’opera, fuori abbonamento, va in scena venerdì 1 dicembre  e domenica 3 dicembre , con anteprima giovani mercoledì 29 dicembre e con due recite speciali riservate alle scuole primarie, il 2 ed il 4 dicembre.

Nuovo allestimento e nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con il Circo El Grito, Caffè Bach è diretto da Andreas Gies per la regia e le scene di Giacomo Costantini, i costumi di Beatrice Giannini. Cantano lo stesso Andreas Gies,  il soprano Sabrina Cortese , il tenore Antonio Garès , con in scena l’acrobata aerea Fabiana Ruiz Diaz, l’acrobata musico Giacomo Costantini e l’acrobata clown Andrea Farnetani. Al violino Lara Perticari, al violoncello Valentina Verzola, alla fisarmonica Carlo Sampaolesi.

Caffè Bach è una formula nuovissima, che nasce per confrontare la scrittura contemporanea con il modello bachiano (Kaffeekantate e altre Cantate, ma anche le opere per tastiera e strumento solo) e il linguaggio dell’opera con quello del circo contemporaneo. L’opera concepita come punto d’incontro della tradizione operistica italiana con la tradizione musicale del circo, attraverso la rielaborazione della musica di Bach – nata al di fuori della dimensione scenica – col filtro della sensibilità contemporanea.

Prendendo spunto dalla Kaffeekantate BWV 211, una cantata ironica dedicata al caffè scritta tra il 1732 e il 1734 per essere eseguita al caffè Zimmermann di Lipsia, il CircOpera da camera è un invito alla fantasia e all’immaginazione, un “viaggio interstellare” sulle orme di Bach. Spiega l’autore Giacomo Costantini: “Nel 1977 la NASA lanciava la sonda spaziale Voyager con a bordo un disco d’oro per grammofono concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro in grado di ritrovarlo. Tra le varie tracce del disco furono registrati tre brani di Bach. Personalmente trovo piacevole immaginare Bach passare per l’orbita di Plutone (l’ha intercettata nel 1990) e lasciare il sistema solare (nel 2004). Adesso il Kantor è in viaggio nello spazio interstellare. A Lipsia, presso il Caffè Zimmermann, si riuniva il Collegium Musicum. Era il 1720 quando Bach decise di accettarne la direzione. Ho immaginato oggi il Caffe Zimmermann, dopo i bombardamenti del 1943, decadente e magnifico. Ho immaginato Bach di ritorno dall’oceano cosmico, il suo organo oggi è un sintetizzatore analogico. Ho immaginato le anime di tre circensi in un limbo surreale ed onirico, prigionieri di un caffè senza tempo, in cui ogni giorno assistono alla rappresentazione della Kaffeekantate in un ciclo continuo che sembra destinato a ripetersi all’infinito.”

 

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