Alle Muse in scena “Il nome della rosa” di Eco per la regia di Leo Muscato. Un emozione senza tempo

Il capolavoro di Umberto Eco “Il nome della rosa” in scena al Teatro delle Muse di Ancona dal 18 al 21 gennaio . Nella versione teatrale di Stefano Massini, il regista Leo Muscato. dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. Tradotto in 47 lingue, e vincitore del  Premio Strega nel 1981, “Il nome della rosa” ebbe anche una fortunata versione cinematografica nel 1986 con la regia di Jean-Jacques Annaud e protagonista Sean Connery. La prima trasposizione teatrale del best seller è di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo, autore di Lehman Trilogy.

Leo Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche, ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante e, nei suoi Appunti per una messa in scena, scrive: «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo  nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa dell’opera è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornate in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento (Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta). Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo; quindi la sua attenzione non è focalizzata da cosa accadrà, ma dal come. “ Aggiunge poi il regista : “La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nel nostro spettacolo, questo io narrante diventa una figura quasi kantoriana, sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale. Sotto i suoi (e i nostri) occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo […]».

E infatti alla fine il giallo sarà risolto. Ma il come, vale un emozione irripetibile, da ascoltare, da vedere e da leggere.

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