Arquata, le imprese edili che frenano la ricostruzione

Arquata del Tronto (Ap).- La ricostruzione post-sisma ancora a rilento ad Arquata del Tronto. Nonostante i grandi proclami pubblici e i bei progetti messi in campo – l’ultimo quello per il Borgo del paese, innovativo ma dai tempi lunghi – la situazione delle varie frazioni locali distrutte dal sisma del 2016 resta molto difficile.

E’ di certo aumentato il numero dei cantieri avviati sia nel centro storico di Arquata che nelle zone periferiche, sia a valle che a monte del borgo che ospita la Rocca ( rimasta intatta..). Ma si tratta di lavori distribuiti a macchia di leopardo sul territorio, che siano aree perimetrate o no.

Ma a quanto apprendiamo da residenti arquatani, la responsabilità di questi ritardi non è solo della solita farraginosa burocrazia e della politica incocludente.

In alcune frazioni di Arquata i cantieri fermi sono il risultato del mancato avvio degli interventi delle imprese edili aggiudicatarie dei contratti. E questo in particolare è vero a Trisungo, l’area abitata del comune che si snoda lungo il fiume Tronto, a sud della statale Salaria.

Trisungo

 

“Ci sono casi di lavori di ricostruzione di abitazioni private fermi da due anni – denuncia un residente del posto – a causa della mancata partenza del cantiere da parte delle aziende che hanno già in mano il decreto per operare. Alcune piccole imprese ascolane e del comprensorio – forse con troppi appalti e pochi dipendenti , dopo aver ottenuto l’appalto si sono fermate e hanno preferito eseguire gli interventi del Superbonus in altre città piuttosto che lavorare ad Arquata. Con il 110% – continua il residente – si guadagna di più e si consegna l’opera molto più velocemente. Ma noi quanto dobbiamo ancora aspettare ? “.

Naturalmente questa situazione paradossale impedisce a molti cittadini che hanno avuto il progetto edilizio approvato e finanziato, di poter tornare in tempi ragionevoli e non biblici nelle loro abitazioni di residenza.

“E dal Comune ci dicono che non possono fare nulla – sottolinea ancora il residente arquatano – perchè non è più una questione burocratica o finanziaria. E noi continuiamo a sollecitare le imprese senza avere risposta ! “

Tutto questo accade ad Arquata 7 anni dopo il tragico terremoto dell’agosto 2016 che provocò 51 morti oltre che una distruzione totale di molte località, Pescara del Tronto in primis.

Edifico del Cinquecento vicino a palazzine lesionate

 

Ma non è tutto. Perchè sempre secondo cittadini del paese anche l’azienda elettrica principale lascia passare molti mesi prima di sistemare gli impianti e riattivare le linee scollegate dai tempi del sisma. Un altro problema nel problema, che evidenzia come il quadro complessivo della famosa ricostruzione sia fatto ancora più di ombre che di luci.

Se poi a ciò, aggiungete che perfino edifici storici costruiti nel Cinquecento a Trisungo, non sono stati puntellati e rischiano di franare su palazzine moderne lesionate dal sisma ma non distrutte, lo scenario reale è completo.

Marco Traini

foto : Trisungo di Arquata

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