Ascanio Celestini a Cagli per l’anteprima nazionale di “Barzellette”

Cagli (Pu) 26ottobre.- Torna a Cagli Ascanio Celestini, questa volta per l’anteprima italiana di Barzellette, il nuovo spettacolo tratto dal suo omonimo libro, pubblicato da Einaudi e accolto con favore dal pubblico. Celestini sarà al Comunale per una breve residenza e presenterà lo spettacolo, con le musiche dal vivo di Gianluca Casadei, mercoledì 30 ottobre.

Barzellette è ambientato in una piccola stazione terminale dove i binari si interrompono. Qui un vecchio ferroviere parla con il becchino del paese in attesa di un morto di lusso: un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e, ora che è morto, sta tornando al paese per farsi seppellire. Nell’attesa il ferroviere racconta le sue barzellette, quelle che ha raccolto dai viaggiatori. Gente sconosciuta che arriva e riparte senza lasciare nient’altro che le proprie storie buffe.

Lo spettacolo è costruito su una storia di base utilizzata come se fosse una cornice, ma ogni volta le singole storie cambiano così da mantenere un’impronta di improvvisazione. Celestini ha un suo repertorio di oltre duecento storie, ma non lo presenta mai per intero, né con la stessa sequenza. Un grande contenitore di storielle che non viene mai mostrato per intero, ma per frammenti utili alla narrazione di ogni singola replica. Barzellette è quindi spettacolo aperto, sempre diverso e pronto a sorprendere il pubblico.

Per l’attore romano le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo. La loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore.

«Le barzellette hanno attraversato il mondo e le culture vestendosi dell’abito locale, ma portando con sè elementi pescati ovunque.» dice Celestini «La stessa struttura di una storiella sarda che racconta la lite tra vicini la ritroviamo in una barzelletta cecoslovacca sull’invasione russa del ‘68. I carabinieri italiani in Francia diventano belgi. I tirchi sono scozzesi o genovesi e, un po’ ovunque, ebrei. Le barzellette sugli afroamericani quando arrivano in Italia finiscono sul corpo degli zingari. Se ne racconti solo un paio rischi di fare il gioco dei razzisti. Ma se ne metti in fila tante dimostri che nelle storielle c’è anche una grande compassione. Ci ricordano infatti che possiamo ridere di tutto e soprattutto di noi.»

Dopo la residenza a Cagli, lo spettacolo verrà portato in tournée nei maggiori teatri italiani.

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