Ascoli, Nardini attacca : ” 30 milioni mai utilizzati per le scuole”

Ascoli.- Polemica politica sempre più accesa ad Ascoli in vista delle elezioni comunali. Il candidato del centrosinistra unito – 5Stelle compresi – Emidio Nardini torna ad attaccare il sindaco Fioravanti e l’attuale Commissario alla ricostruzione Castelli sull’adeguamento sismico delle scuole.

“In questi giorni – ricorda Nardini – abbiamo appreso dal Commissario Castelli che si realizzerà una scuola “basket”, un contenitore di servizio per consentire a 400 studenti delle nostre scuole cittadine di continuare a frequentare le lezioni durante la ristrutturazione sismica degli edifici. Un investimento di 4 milioni di euro presentato come un “fulgido esempio” di sinergie dovute alla continuità politica e amministrativa nelle istituzioni di ogni livello. Si parla di avanzamenti importanti- continua il candidato di opposizione- di un gran lavoro di squadra con il sindaco Fioravanti.
Tutto bene, se non fosse per il fatto che, come al solito, Ascoli sembra essere il solito mondo alla rovescia. Infatti sono trascorsi otto anni dal sisma del 2016, otto anni in cui i 30 milioni di euro a disposizione per la ricostruzione delle scuole sono rimasti quasi completamente inutilizzati e alunni e docenti hanno continuato ogni giorno a varcare la soglia di edifici non sicuri, con il sindaco che inaugurava casette dell’acqua, marciapiedi e piste ciclabili, usando i preziosi fondi del PNRR per l’ordinaria amministrazione.”

Per Nardini l’attuale Giunta di destra ha  disatteso i cronoprogrammi,  alternando a questo ” lunghi periodi di silenzio, fatta salva la recentissima  serie di proclami  riguardanti iniziative e straordinari obiettivi raggiunti in qualunque campo. Nel frattempo Dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e comitati di genitori preoccupati continuano a chiedere spiegazioni e a fare proposte. Malaspina, Cagnucci, Tofare, Cantalamessa.”

Insomma, per il candidato del centrosinistra si parla di obiettivi raggiunti ma “si celebra l’inizio di un percorso con proclami da costante campagna elettorale, quando appunto è solo un inizio che poi non avrà conclusione. È il solito racconto di una città che non c’è, tra mostre improbabili, un ballo in piazza e una sagra di paese.”

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