“E’ necessario e urgente sviluppare un etica comportamentale in grado di prevenire i fenomeni del mancato rispetto della persona e della violenza psicologica”. Così il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto intervenendo questa mattina presso l’Università politecnica delle Marche ad un importante convegno di studi tenutosi nell’ambito della “Prima giornata nazionale sulle dipendenze tecnologiche e sul cyberbullismo”. Nel corso del saluto il Prefetto dorico ha sottolineato “l’importanza della collaborazione tra le forze di polizia e tutti i soggetti ed organismi che operano nel campo della prevenzione ” per combattere con efficacia questi nuovi fenomeni sociali, che stanno assumendo – diciamo noi, proporzioni allarmanti soprattutto in rapporto all’impatto e agli stili di vita delle nuove generazioni. Con conseguenze spesso devastanti e drammatiche sull’esistenza delle persone coinvolte, a volte non consapevoli dei rischi cui vanno incontro. E dei giganteschi pericoli di internet e dei social network , sia in relazione agli scopi dei possibili utilizzatori di questi canali che ai fini nascosti di quelli che tali reti le gestiscono e controllano. Al convegno di Ancona hanno partecipato nella mattinata di sabato 2 dicembre numerosi esperti nazionali che analizzano il tema del “uso distorto con i mezzi telematici”, da parte di giovani e meno giovani. Tra essi Luigi Cancrini, che ha parlato sulla questione delicatissima dell’ “Essere genitori nell’era digitale? Come interfacciarsi con i ragazzi”, Alberto Pellai, che ha approfondito il tema della “educazione emotiva dei giovani nel tempo 3.0”, la senatrice Elena Ferrara, che è intervenuta sulla nuova legge contro il cyberbullismo. Con loro Andrea Nobili, Garante per l’Infanzia delle Marche, Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche, Antonio Mastrovincenzo, presidente dell’assemblea legislativa regionale e Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica. Nel pomeriggio altri interventi, tra cui quello del parlamentare Emanuele Lodolini, e a conclusione il monologo dell’attore Paolo Ruffini sul problema dello “odio in rete”, dal titolo “Odio ergo sum”.
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