Calano le imprese femminili ma meno delle altre

Ancona.- Non è tutto rosa. Nel corso del 2023 le imprese “femminili” delle Marche sono calate di 1.184 unità, ma nel confronto col complesso delle imprese attive hanno mostrato una maggiore tenuta (-3,6% contro -4,1%).  Le aziende totali sono passate da 33.141 del 2022 a 31.957 dello scorso anno.

Nel periodo 2018-2023 le Marche, secondo l’indagine di Cna Impresa Donna e Donna Impresa Confartigianato, registrano la perdita maggiore di imprese femminili tra le altre regioni italiane: nel complesso del Paese la componente femminile “tiene” (tra 2018 e 2023 perde solo lo 0,5% in Italia, nelle Marche -8,9%) e in alcune regioni, (Trentino Alto Adige, Sicilia, Campania, Lombardia, Sardegna, Valle d’Aosta e Puglia) aumenta di numero. Anche nel corso del 2023  le Marche sono la regione che più di ogni altra ha perso imprese femminili (-3,6%; Italia: -0,7%). I settori con il calo maggiore sono l’agricoltura (con quasi millecinquecento imprese in meno tra 2018 e 2023, 470 in meno nel solo 2023), seguita dal commercio (-1280 tra 2018 e 2023; -416 nel 2023) e dalle attività manifatturiere (-580 e -178).

Le imprese femminili marchigiane crescono invece di numero in non poche attività di servizio, non escluse quelle ad “alto contenuto di conoscenza” come  le attività immobiliari (+199 unità tra 2018 e 2023), quelle professionali, scientifiche e tecniche (+159) e di noleggio – agenzie.viaggio – servizi di supporto alle imprese (+97 unità).

“Servono interventi delle istituzioni per far crescere ancora la presenza delle donne che fanno impresa e che” affermano Donna Impresa Confartigianato e Cna Impresa Donna Marche “hanno dimostrato di essere più innovative, più attente ai valori della sostenibilità ambientale e della transizione digitale. E’ crescente l’impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza ma non basta. Quello che chiediamo è di migliorare la formazione alle nuove tecnologie, un accesso più facile alle risorse finanziarie e una semplificazione delle procedure amministrative. Ed ancora   servizi pubblici fondamentali per conciliare il lavoro con la cura della famiglia.  E’ indispensabile sostenere l’imprenditorialità femminile e promuovendo un’efficace rete di servizi per favorire la conciliazione lavoro-famiglia e il welfare territoriale”.

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