‌Ascoli Piceno 7 nov. ‘La sinistra e il Pd non possono esultare per il risultato delle elezioni provinciali di Ascoli: hanno perso  7 mila voti ponderati .’ E quanto sostengono in una nota congiunta, ad una settimana dal voto che ha coinvolto 426 tra consiglieri e sindaci di 33 Comuni del Piceno, Marcello Fiori per Forza Italia, Marco Fioravanti per Fratelli d Italia e Andrea Antonini per la Lega.‘Ai nastri di partenza il centrodestra, con Piunti candidato presidente, vantava un monte voti ponderati pari a 39.569, ovvero quelli dei 147 amministratori dei 6 comuni di area centrodestra.

La Sinistra picena poteva invece contare su un pacchetto voti ponderati di ben 261 amministratori dei 26 comuni di area centrosinistra, pari a 53.791 voti. Poi
6.428 – proseguono i tre dirigenti di partito- erano i voti ponderati che il M5S, che ha scelto di estraniarsi dalla competizione, aveva in dote con i 18 amministratori pentastellati distribuiti in 8 comuni della provincia.
Potendo contare su un vantaggio di oltre 14.000 voti ponderati sulla griglia di partenza dunque, la prima cosa sorprendente è stata la rinuncia del PD ad una cosiddetta candidatura organica al partito. ‘ Per gli esponenti di Lega Forza Italia e Fratelli d Italia i democratici hanno ‘lasciato in tribuna  Augusto Curti, per lasciare il posto da titolare al sindaco di Montegallo Sergio Fabiani che è stato nominato Presidente della Provincia con 46.922 voti ponderati.

Quando diciamo che Sergio Fabiani è l’unico vincitore delle Provinciali  proseguono i tre rappresentanti politici -ovviamente insieme ai suoi due principali sponsor, lo facciamo a ragion veduta considerando il fatto che mentre il Centrodestra ha confermato la totalità dei propri 39.386 voti di partenza (nonostante un’astensione del 16% degli aventi diritto al voto), la Sinistra ha perduto per strada quasi 7.000 voti (53.791voti iniziali – 46.922 voti ottenuti) confermando l’emorragia che sta attanagliando il partito di Renzi & C.’

Per questo secondo loro ‘ i festeggiamenti di alcuni esponenti del PD, talvolta scomposti come quello del segretario Terrani che quasi è arrivato a pubblicare il codice fiscale dei votanti, non trovano  riscontro nella realtà dei fatti, essendo che non è un dato secondario rammentare ancora una volta che i votanti erano in larghissima parte amministratori eletti nel 2014 (25 comuni su 33), ovvero in un’epoca politica jurassica rispetto all’attuale stato delle cose.’