Dalla giornalista molestata alla violenza inaudita su Pamela

Macerata.- Fa discutere il caso della giornalista sportiva Greta Beccaglia, dopo la sentenza del ristoratore e tifoso di Chiaravalle, Andrea Serrani (45 anni).
Condannato in primo grado a 1 anno e sei mesi di reclusione, per violenza sessuale, per aver palpeggiato, nel novembre 2021, la giornalista, dopo il derby Empoli-Fiorentina, il 45enne dovrà risarcire la stessa con una provvisionale di 15mila euro, di cui 10mila euro di indennizzi complessivi andranno a favore dell’Ordine nazionale dei giornalisti e all’Associazione della stampa nazionale e toscana.
Questo fatto che vede le Marche coinvolte, porta a riflettere su altri casi di cronaca nera avvenuti nella regione, come la triste vicenda della diciottenne romana Pamela Mastropietro, che a Macerata, il 30 gennaio 2018, è stata uccisa, depezzata, disarticolata, pulita con la candeggina per poi essere rinchiusa all’interno di due trolley, abbandonati poi tra le campagne di Pollenza, dal nigeriano Innocent Oseghale.
Condannato all’ergastolo dapprima dalla Corte di Assise di Macerata, poi da quella di appello di Ancona, che avevano ritenuto sussistente anche l’aggravante della violenza sessuale,a stabilire nuovamente le sorti di Oseghale sarà,a gennaio del prossimo anno,la Corte di Assise di Appello di Perugia,chiamata in causa dalla Corte di Cassazione che,lo scorso 23 febbraio,nel confermare in via definitiva la colpevolezza di Oseghale per tutti i reati a lui ascritti-in primis l’omicidio della giovane romana- ha però rimesso in discussione la violenza sessuale,per l’appunto, disponendo un nuovo accertamento processuale,sul punto, tramite la suddetta Corte.
l’avvocato Verni, legale della famiglia di Pamela
A tal proposito, l’avvocato Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela Mastropietro,dichiara: “Secondo noi non si doveva arrivare a questo punto. Due Corti di Assise, quella di Macerata,in primo grado,e quella di Ancona,in secondo grado,già avevano sentenziato,in maniera cristallina,la sussistenza anche della violenza sessuale,come aggravante del demoniaco omicidio di Pamela,dopo un accertamento piuttosto approfondito avvenuto nel contraddittorio tra le parti,all’esito del quale, peraltro,si era altresì acclarato lo stato di minorata difesa in cui la giovane ragazza versava già di suo a causa della grave patologia psichiatrica da cui era affetta.
Documenti e testimonianze avevano, altresì, provato anche la riconoscibilità all’esterno di tale suo stato.
Oseghale,dal canto suo,ha forse ripulito gli organi genitali della vittima, addirittura fin dentro la cervice uterina,per igiene?E,se di violenza sessuale non si è trattato, perché Oseghale avrebbe poi ucciso Pamela,come pur accertato in via definitiva dalla stessa Corte di Cassazione?
Non scherziamo.
Non entro in maggiori dettagli per rispetto di Pamela,troppo spesso maltrattata anche nel ricordo e nella pietà che spetterebbe a ogni defunto,a maggior ragione se vittima di un massacro come quello che tutto il mondo,nel caso di specie,ha conosciuto.
A livello umano, per la famiglia,è certamente uno strazio che si prolunga”.
Tra i casi di femminicidio, non si possiamo dimenticare il delitto Petracci. Avvenuto sempre a Macerata il 24 dicembre 1970, è stato il primo omicidio che ha sconvolto la città. Era la vigilia di Natale, giorno di festa da trascorrere con parenti e amici, quando Adriana Di Caprio, 28enne e mamma di due figlie è stata uccisa dal marito Giancarlo Petracci con diversi colpi di pistola.
Una tragica vicenda, che ha fatto scendere il gelo nel cuore dei familiari e cittadini, che ogni giorno, ricordano la donna e la giovane Pamela, con affetto e amore.
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