Dalle bucce di arance tessuti per la moda. L’esempio sostenibile di Orange Fiber

Ascoli Piceno 6 ottobre.- Tessuti per la moda prodotti dalla lavorazione delle bucce di arancia. Sembra l’uovo di colombo, ma in realtà è il frutto dell’ingegno e soprattutto delle determinazione di due ragazze siciliane, che hanno  pensato a come creare un nuovo business partendo dalla risorsa principale della loro terra.

Dopo 5 anni di lavoro, ricerca, sperimentazione e anche rifiuti da parte di possibili finanziatori, la loro idea adesso è divenuta realtà. A Catania infatti, grazie ai 650 mila euro raccolti per l’investimento iniziale, sta partendo il primo impianto da 60 tonnellate per la trasformazione dei sottoprodotti delle arance in cellulosa, e da qui in tessuti di alta qualità, raffinati ed eleganti per le aziende della moda. Soprattutto quello che operano nel lusso, e che come Salvatore Ferragamo nel 2017 ( primo contratto da 10mila metri) , hanno creduto nella proposta innovativa e ambientale delle due imprenditrici siciliane.

Il progetto della Orange Fiber è stata presentato nei giorni scorsi a Montefano (Macerata), durante il “Simposio della Sostenibilità” promosso dall’azienda “Conti degli Azzoni” e dall’Università degli Studi Milano. “Siamo gli unici al mondo ad aver realizzato questo tipo di tessuto ecologico, simile alla seta – ha detto Enrica Arena, cofondatrice della società – e questo in collaborazione con l’ateneo milanese, e con il sostegno economico prima di H&M e adesso di 360 soci ( campagna di equity crowdfunding). Adesso abbiamo 100 potenziali clienti che potrebbero acquisire il nostro materiale, soprattutto imprese che controllano i principali brand della moda : contiamo così di arrivare presto all’utile”.

Un successo giĂ  scritto insomma, per la giovane startup che partendo dalla Sicilia potrebbe sbarcare in tutti i mercati e le boutiques del mondo. Ma anche un esempio per tanti giovani di oggi, che devono lottare per trovare un loro spazio e un occupazione sicura nel difficile contesto attuale, meridionale e italiano.

Nella foto : Enrica Arena

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