Disoccupati Piceni : “I parlamentari del territorio ci ignorano, e la situazione peggiora”

Ascoli Piceno 15 ottobre.- “I parlamentari del nostro territorio continuano a ignorarci, mentre la situazione del lavoro e dell’economia sta ancora peggiorando”. E’ il nuovo grido d’allarme lanciato dal Comitato dei “Disoccupati Piceni”, alla vigilia dell’approvazione a Roma del Documento di economia e finanza e poi della Legge di Bilancio.

“In questi documenti per noi, e soprattutto per i disoccupati over 50 non c’è nulla – dicono i membri del Comitato ascolano. Ma quello che è più grave, e che manca sempre  un progetto di sviluppo economico, di lavoro dignitoso, e di welfare sociale per la nostra provincia e in particolare per quelli che , espulsi a migliaia dalle fabbriche e da altre imprese sono senza lavoro e in maggiore difficioltà. I nostri rappresentanti in Parlamento – aggiungono – non hanno raccolto le nostre proposte, ed ora si è anche approvata anche la riduzione del numero degli eletti in Camera e Senato : questo non migliorerà il pessimo quadro locale”.

Insomma, parlamentari piceni, soprattutto pentastellati e leghisti, se ci siete battete un colpo. Altrimenti qui morirà tutto il sistema economico e produttivo del comprensorio meridionale delle Marche. Questo urlano da 3 anni i Disoccupati piceni organizzati, ma senza ricevere risposta dai loro eletti e dalle istituzioni in genere. E dunque non è un caso, che la provincia di Ascoli è il fanalino di coda in Italia per le cosiddette grandi opere (dati Ance), e che il livello dell’occupazione non crescerà di certo a breve, considerando il continuo svuotamento degli stabilimenti nelle zone industriali (tranne rari e isolati casi). Al contrario invece, crescono le denunce per l’usura e quelle per il riciclaggio di denaro (IlSole24ore). Che fare ? Forse solo un “sussulto dei nostri parlamentari” – come scrivono i Disoccupati, potrebbe cambiare le cose. Ma ne sono capaci ? L’alternativa è solo l’aumento della povertà e dei disagi per migliaia di famiglie picene, una fuga dei giovani migliori e una crisi dei consumi che impatta su tutto il sistema locale, a cominciare dal piccole commercio e dai servizi.

 

 

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