Due paesi con Emilia Romagna. Ceriscioli va in Senato : ‘A rischio fondi Ue e scuole’

La Regione Marche porta in Senato la propria contrarietà al distacco dei Comuni di Montecopiolo  e Sassofeltrio e al loro conseguente passaggio all’Emilia Romagna. Il presidente Luca Ceriscioli  oggi ha partecipato all’audizione della Commissione Affari Costituzionali  del Senato,  chiedendo la sospensione dell’iter e una nuova consultazione a 12 anni di distanza dalla prima, ‘per evitare – dice il presidente- il rischio di  approvare un provvedimento ormai superato,  che non corrisponde più alla volontà dei cittadini.’

Ceriscioli ha analizzato le conseguenze del passaggio dei 2 Comuni, che insieme contano 2500 abitanti, sottolineando le criticità che si andrebbero a creare: gli ambiti territoriali e sociali, che sono organizzati da anni diventerebbero, con due Comuni in meno,  i più piccoli delle Marche mettendo in difficoltà assetto, scelte e strategie nella gestione dei servizi.  Due direzioni scolastiche perderebbero i numeri con la necessità di andarsi a riorganizzare.  Tutti i percorsi fatti in termini di contributi e fondi, in particolare quelli europei a scadenza nel 2020, non sarebbero più garantiti. Sotto il profilo amministrativi ci sarebbero tanti problemi che non corrispondono, a giudizio della regione Marche, a vantaggi né per l’immagine della regione Emilia Romagna né per i cittadini di questi territori.

‘Il modello marchigiano – secondo il presidente della Regione- è fatto di piccole e piccolissime imprese, e quasi tutte le attività economiche si vedrebbero penalizzate, dalla zootecnia a chi beneficia delle misure del piano di sviluppo rurale: un paradosso? l’allevatore della marchigiana si trova a farlo in Emilia Romagna, perdendo il senso dell’impegno delle cose che ha fatto.’

 

Per Ceriscioli inoltre ‘ un  percorso generale che va a ridisegnare una mappa fatta di Regioni di dimensioni superiori avrebbe un senso. Portare via un Comune alla volta invece no, soprattutto in una Regione già piccola. Le Marche sono  particolari perché vivono al confine tra due culture profondamente diverse, la romagnola e l’abruzzese,  e costituiscono l’elemento di transizione che porta un marchigiano del nord a essere simile ad un romagnolo, un ‘marchignolo’ diceva Fabio Tombari, e un marchigiano del sud ad essere simile ad un abruzzese ‘un marcuzzo’.

Le Marche sono belle anche per questo: per la loro fragilità e la loro molteplice identità  in ogni provincia: una Regione plurale per natura.  Questa identità particolare, o diventa un valore in una Regione che fa dialogare modi diversi di essere italiani, oppure viene smembrata un pezzo per volta.’

L’auspicio espresso dal presidente della Regione  è quindi che le Marche rimangano, in quanto ricchezza di questo Paese, nella loro identità a meno che non ci sia un percorso di revisione più ampio.

 

 

 

 

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