Edilizia, tutti contro il blocco della cessione dei crediti

Ascoli.- Sollevazione popolare. Tutte le categorie produttive e gran parte delle forze politiche criticano aspramente il blocco della cessione dei crediti per il Superbonus in edilizia, deciso dal Governo Meloni.

L’Esecutivo nazionale lo avrebbe imposto per fermare l’emorragia di denaro pubblico che la misura ha prodotto negli ultimi anni, pari a 110 miliardi di euro. Ma in questo modo, e dopo che decine di migliaia di cantieri sono stati avviati in tutta Italia contando sui benefici precedenti, si rischia di far chiudere non solo i cantieri stessi ma anche l’attività di un numero elevatissimo di piccole imprese, con un impatto occupazionale rilevante.

Gianluca Pasqui (Forza Italia)

Anche nelle Marche la protesta è salita a livelli alti. Contestano le nuove norme Cna e Confartigianato, partiti di opposizione come il Pd ma anche esponenti importanti del centrodestra regionale, come Gianluca Pasqui di Forza Italia, vice presidente del consiglio regionale ed ex sindaco di Camerino ( ai tempi del terremoto)

“Apprendo la notizia che il Governo nazionale ha messo uno stop alla cessione del credito – dice Pasqui – e allo sconto in fattura per i bonus edilizi, con un decreto legge – approvato nel Consiglio dei Ministri n.21 del 16 febbraio 2023 e poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.40 in tarda serata col n.11/2023 – che vieta le due note procedure di opzione alternativa alla fruizione diretta per le agevolazioni fiscali che prima lo prevedevano.

Il testo modifica la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica, Superbonus 110, misure antisismiche ed altri. Inoltre – aggiunge Pasqui – prevede l’abrogazione delle norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi a spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello e spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3.

Anna Casini (Pd)

Si tratta, di fatto -ricorda il consigliere di Forza Italia – di tutti i tipi di agevolazioni edilizie ad oggi esistenti : sono molto preoccupato per le ricadute che l’attuazione di questo decreto legge potrà avere nell’area del cratere sismico.”

Dal canto suo il gruppo assemblea del Partito Democratico chiede al Presidente della Regione Francesco Acquaroli di attivarsi nei confronti del Governo, spiegando che nelle Marche ammontano a oltre ” un miliardo di euro i cantieri bloccati per i lavori del Superbonus ristrutturazioni 110%: un fenomeno che riguarda ben 2 mila imprese.”

Dunque, un volano fondamentale dell’economia che potrebbe imballarsi a causa delle norme del Decreto. “Noi ci aspettavamo una risoluzione sulla problematica dei crediti incagliati – dicono i vertici provinciali di Confartigianato- come la possibilità di acquisto da parte degli Enti pubblici, o comunque una rimodulazione dei Bonus. Non questo stop pressoché totale. Stop che impatta gravemente anche sul piano di riqualificazione urbana e dello sviluppo sostenibile che inevitabilmente resterà incompiuto.”

Paolo Silenzi

Per il presidente di Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni si tratta di “una decisione inspiegabile se si pensa che solo nella nostra regione i lavori finanziati dal superbonus hanno generato un valore economico pari al 7,5 per cento del Pil e creato 6 mila posti di lavoro. Inoltre le imprese delle costruzioni, nel 2022 hanno avuto un aumento dei ricavi del 25,8 e anche una crescita degli investimenti di quasi il 30 per cento.  Chiediamo che il Governo riveda questa scelta– affermano i vertici di Cna- modificando il decreto o per le imprese della filiera delle costruzioni sarà una primavera di chiusure e di fallimenti. Già oggi tantissime imprese non lavoreranno e terranno il cantiere chiuso”.

Marco Traini

 

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