Fiom Ancona : “Le mascherine non bastano, chiudere le fabbriche”

Ancona 20 marzo.-“E’  evidente che l’unica tutela per la sicurezza  delle persone è quella di restare a casa e di uscire il meno possibile, le fabbriche metalmeccaniche che non producono beni essenziali, o legati alla loro filiera, possono e devono essere fermate.”

E’ quanto chiede la Fiom di Ancona con riguardo all’emergenza Coronavirus, che sta facendo numerose vittime anche nelle Marche.

“La mascherina non ci basta – dice il sindacato –  e vogliamo che anzichĂ© ricorrere a dispositivi individuali venga finalmente intrapresa la strada di una garanzia collettiva che può passare solo per il fermo produttivo delle attivitĂ  non essenziali. Lo stiamo chiedendo a gran voce da giorni, abbiamo messo in campo azioni di lotta e siamo pronti a riproporle perchĂ© troppo spesso la risposta è sempre la stessa: prima i clienti, il fatturato, il profitto poi le persone!”

Per la Fiom di Ancona le misure di sicurezza fin qui adottate e le intese istituzionali firmate non hanno ancora dato alcun risultato, perchè ” le persone continuano ad ammalarsi, il virus continua a dilagare e le nostre Rappresentanze nelle aziende stanno facendo una vera e propria battaglia quotidiana in prima linea, mettendo a rischio anche la propria salute, senza riuscire a mettere in campo una vera  azione di contenimento e di tutela di chi lavora.” Quindi per il sindacato dei metalmeccanici le imprese stanno sbagliando comportamento: “dopo l’ultimo decreto legge che introduce  ammortizzatori sociali in deroga per Covid 19, si assiste ad una massiccia richiesta di domande di apertura di Cassa integrazione che solo in pochi casi ha il fine della chiusura temporanea, quindi richiesta con l’obiettivo di  tutelare la salute delle persone che lavorano: così non va bene.”

 

 

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