Fondazione Merloni : “Serve nuova politica industriale UE”

Dalla Fondazione Aristide Merloni riceviamo e volentieri pubblichiamo :

Ancona.- ” Come ogni anno, gli esperti della Fondazione Aristide Merloni si sono riuniti a Portonovo di Ancona in occasione del Comitato Scientifico, per discutere della situazione del tessuto economico del territorio, anche in relazione a ciò che sta succedendo su scala europea e mondiale.

 L’obiettivo è quello di elaborare proposte e proporre soluzioni a problemi sempre più urgenti e complessi, affrontati quotidianamente dagli imprenditori. La Fondazione Aristide Merloni da sempre attenta a queste problematiche ha individuati alcuni punti chiave.

RELAZIONI CON GLI USA

La crisi energetica e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno influenzato l’agenda dei lavori. In Europa, questi fattori hanno portato ad una stagnazione evidente ed una ripresa dei contrasti con i paesi sovranisti. Le aziende, inevitabilmente, ne stanno pagando le conseguenze.

Recentemente una nuova minaccia alla competitività delle imprese viene dagli USA. Si tratta dell’IRA, l’Inflation Reduction Act, varato dal Governo Biden. Gli USA sosterranno tutti gli investimenti, da qualsiasi area geografica provengano, per un ammontare di circa 700 miliardi di dollari.

L’IRA / USA ha innescato la necessità di aggiornare la politica industriale dell’UE, per difendere le nostre imprese e raggiungere rapidamente obiettivi di crescita, resilienza e sostenibilità energetica.

Il nuovo scenario della globalizzazione ed anche passate esperienze direttamente vissute, ci fanno comprendere che è inutile immaginare uno sviluppo dell’Europa senza una forte consapevolezza della comune utilità, in un quadro di rafforzata alleanza con gli USA.

Non funziona più la strategia del mondo diviso in blocchi, in eterna competizione fra loro per la supremazia economica. Quello che è importante in questa fase è creare una strategia globale di governance, che includa la necessità di cooperare, e contemporaneamente punti a rafforzare la competitività e la produttività a lungo termine dell’Unione europea, preservando il mercato unico e le regole di concorrenza.

 

IMPORTANTI PROGETTI DI COMUNE INTERESSE EUROPEO

Quali azioni può mettere in campo l’Unione Europea?

  1. È necessario portare a termine gli importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCIE) per raggiungere obiettivi di innovazione tecnologica e produttiva per l’industria, con uno sforzo condiviso sia del settore privato che del settore pubblico degli Stati membri. L’auspicio è che entro la fine del 2023 vengano adottate le decisioni della Commissione sugli IPCIE che riguardano Idrogeno, Cloud e servizi di infrastruttura, Microelettronica, ICT e Salute.
  2. Prioritaria, inoltre, è la ricerca per lo sviluppo di prodotti e servizi digitali europei e per una connettività sicura a beneficio dei governi, delle imprese e dei cittadini dell’Unione europea.
  3. È necessario incrementare la disponibilità finanziaria europea affinché supporti importanti progetti di comune interesse. I fondi messi a diposizione dei IPCIE, allo stato attuale, non sono sufficienti ad ammortizzare l’impatto dell’IRA e della crisi strisciante che sta segnando gli ultimi anni. Bisogna fare di più.
  1. Gli attori regionali possono svolgere un ruolo proattivo nelle alleanze industriali promosse dalla Commissione. Già sono stati identificati progetti innovativi, alcuni dei quali potrebbero dar luogo a IPCIE in aree critiche come batterie, semiconduttori, idrogeno pulito e materie prime. Qui il ruolo di HAMU (l’Hub Abruzzo, Marche e Umbria) potrebbe risultare quello di acceleratore.

 

APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME

Un altro punto fondamentale è la sicurezza nell’approvvigionamento dell’energia e delle materie prime. Molto importante è l’accordo raggiunto in questi giorni tra Germania, Francia e Italia, relativamente a investimenti congiunti fra imprese per fare massa critica, per il reperimento di materie prime e approvvigionamenti (miniere, raffinerie, riciclo ecc.). Questa collaborazione sarà utile anche nell’avvio di progetti strategici che portino risultati in termini di sostenibilità energetica per i Paesi coinvolti e tutta l’eurozona. Contestualmente è necessario promuovere migliori criteri qualitativi e relazionali nella organizzazione dell’offerta da parte di Paesi terzi, in particolare africani, creando condizioni di autentica reciprocità.

 

HAMU: VALORIZZAZIONE DELLE TRE REGIONI NELLA PROSPETTIVA ADRIATICA

A tal proposito, si è mossa anche la piattaforma HAMU, che sta avviando una partnership transadriatica con i Paesi della macroregione EUSAIR (Italia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro e Serbia). Il progetto si propone di attuare interventi energetici su infrastrutture pubbliche, come scuole e ospedali. Il fine è quello di creare una collaborazione esemplare sul piano della cultura della decarbonizzazione con Paesi che al momento sono in fase di preadesione all’UE, ma che potranno diventare partner strategici in futuro.”

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