Giovane accusa : “Mio padre è morto a 55 anni ignorato da tutti”

Pesaro 27 marzo.- “Mio padre è morto a 55 anni dopo esser stato ignorato da tutti per 10 giorni, ed esser stato ricoverato quando ormai era troppo tardi.”

E’ lo sfogo che Kevin Attarantato, 26 anni di Pesaro, affida a facebook dopo il decesso per coronavirus di suo padre Giancarlo, uomo forte e in perfetta salute e che non aveva mai avuto problemi in vita sua. Kevin accusa tutti, medico di base, 118, sindaco Ricci per non aver aiutato il suo amato padre quando ancora si era in tempo.

Giancarlo Attarantato si era sentito male tornando dal lavoro venerdi 28 febbraio. Subito era arrivata la febbre alta, “ma non pensammo al virus – racconta il figlio – si era agli inizi della crisi”. Poi i primi antipiretici, la febbre che non scendeva, e le telefonate al medico di famiglia che secondo Kevin, non volle andare a visitare il padre perchè non aveva le mascherine.

Cosi passano i giorni, tra una tachipirina e l’altra per un uomo di 90 chili, e le condizioni che peggiorano. Tanto che Giancarlo comincia a non mangiare più . A quel punto il figlio chiama il 118 ma li io dicono che “se perfino ci avessero inviato un’ambulanza, per visitarlo più approfonditamente, lo avrebbero portato al pronto soccorso con la certezza che, una volta li, avrebbe preso sicuramente il virus nel caso non lo avesse avuto. Mio padre sentendo questo si spaventò e preferì non andare.”

Si arriva così al 5 marzo, e il medico prescrive almeno una lastra ai polmoni. L’appuntamento è per il 7 marzo. L’uomo è fortemente debilitato, non sta in piedi e per uscire di casa ha bisogno di un ambulanza. “Disperato provai a chiamare il 118 – racconta ancora Kevin – per richiedere un’ambulanza  ma è stato tutto inutile. Il 118 scaricava il problema sul medico di base e lui sul 118. A quel punto mi armai di forza e coraggio e riuscì a portare mio padre a fare queste lastre in macchina.”

Nel frattempo il ragazzo scrive su facebook al sindaco di Pesaro Matteo Ricci, per chiedere un tampone per il padre o almeno un aiuto. Ma senza risposta.

Poi la radiografia, i risultati che vengono inviati al medico di base il quale dice a Kevin che è tutto a posto e prescrive per telefono un antibiotico a base di cortisone. Domenica 8 marzo al malato va via la voce. Il lunedi seguente la febbre arriva a 40, la tosse è sempre più forte, il 55enne fa fatica a respirare.

Solo a quel punto, finalmente i soccorsi arrivarono : 10 giorni dopo i primi problemi. Giancarlo Attarantato viene trasferito al Pronto soccorso di Urbino, e poi il 10 marzo all’ospedale di Jesi. Ha una polmonite virale e viene intubato. Solo a Jesi gli viene fatto il tampone, con esito positivo. La morte del 55enne, senza che il figlio abbia potuto più vederlo dall’arrivo al Pronto soccorso di Urbino, arriva il 19 marzo.

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