Il film spagnolo ‘Inland/Meseta’ vince il festival di Pesaro

Pesaro 22 giugno- . Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema, composto da sette film tra opere prime e seconde in anteprima mondiale, internazionale o italiana è stato vinto da INLAND / MESETA di Juan Palacios (Spagna, 2019, 90’).
Ad assegnare il Premio Lino Micciché  è stata una giuria professionale composta dall’attrice Olimpia Carlisi, dal regista Amir Naderi e dall’attore Andrea Sartoretti, con la seguente motivazione:

“L’autore con il suo cinema ha voluto condividere le memorie, il presente e il futuro attraverso l’immagine il suono e il movimento con una onesta, pura, competente e personale visione del cinema”

L’opera è ambientata in un luogo imprecisato della Spagna centrale, dove incontriamo un pastore che sogna di andare sul lago Titicaca, un duo musicale in pensione che rimembra la loro epoca d’oro, due bambine alla ricerca infruttuosa di Pokemon, e un signore anziano che per addormentarsi conta tutte le case vuote del villaggio. I personaggi sono come incidenti geografici di una terra la cui cultura e il cui stile di vita sembrano sul punto di svanire. Il film è quasi una mappa per navigare attraverso il passato, il presente e il futuro di questo paesaggio vuoto che è la Spagna.

La giuria ha voluto inoltre assegnare due Menzioni Speciali. La prima va a THAT CLOUD NEVER LEFT di Yashaswini Raghunandan (India, 2019, 65’):

“Per l’originalità e la grazia con cui coniuga una dimensione particolare con una dimensione universale”

I personaggi fabbricano giocattoli sonori utilizzando materie di scarto, fra cui spezzoni di vecchi film della Bollywood tradizionale. Ma questa non è che una delle dimensioni dell’opera della regista indiana, che si aggira con la macchina da presa in un villaggio vicino Calcutta, cogliendo frammenti di conversazione e altri riti, come i giochi dei bambini, intervallati al montaggio con scene del cinema tradizionale che vediamo riciclato. Tra metatestualità e mise en abyme.

La seconda menzione speciale è stata invece assegnata a THE KAMAGASAKI CAULDRON WAR di Leo Sato (Giappone, 2018, 115’) nel quale:

“L’autore, usando i toni della dark comedy, racconta la città di Osaka, la sua cultura e il suo tempo con un ritmo e uno stile cinematografico sorprendenti”Questo film girato in 16mm a vividi colori racconta Kamagasaki, un quartiere “invisibile” di Osaka che fin dal dopoguerra raccoglie lavoratori saltuari e prostitute, con un approccio documentario e attori non professionisti Il tesoro-simbolo della comunità, l’enorme calderone attorno al quale si scatena la guerra fra bande, si scopre essere in realtà l’affetto che lega questa comunità apparentemente sbandata.

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