Il lascito culturale di Federico II diventi patrimonio Unesco

Ancona.– Il Festival “Federico II – Stupor Mundi” è stato aperto ieri da una sessione pomeridiana che ha visto il susseguirsi di rettori, studiosi, politici e, infine, musicisti, tutti accomunati dalla volontà di celebrare e valorizzare la figura dell’imperatore svevo vissuto nel 1200. Tutti concordi nell’auspicare l’avvio della procedura per il riconoscimento del lascito federiciano come patrimonio immateriale dell’UNESCO.

L’incontro è stato aperto e moderato da Lucia Basili, responsabile del Museo Federico II di Jesi, e sul palco si sono alternati, in presenza e in collegamento online, quattro Rettori di università, sindaci e rappresentanti di sei Regioni (Marche, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia) per raccontare come è nato il Festival, in occasione degli 830 anni dalla nascita dello Stupor Mundi e 800 dalla fondazione della prima università statale al mondo, l’Università Federico II di Napoli, e per illustrare i progetti per valorizzare i territori attraverso la figura dell’imperatore.

Il primo a parlare è stato il consigliere regionale Carlo Ciccioli, promotore della legge regionale per la valorizzazione della figura di Federico II nelle Marche, il quale ha voluto sottolineare come “Federico II nasce a Jesi, ma la sua figura ci collega con il mondo. Dalla costa adriatica parte la crociata della pace di Federico II e proprio da Ancona parte san Francesco per recarsi dal sultano Malik al-Kāmil.

Vogliamo ricordare quello che Federico ci ha lasciato grazie alla sua curiosità: era curioso di matematica e ha portato i numeri arabi e lo zero; si interessava di farmaceutica e di medicina; si interessava di caccia e uccelli e ha scritto di falchi. Fondamentale inoltre il suo apporto per la laicità della cosa pubblica che lo porta a fondare l’università statale, stabilendo un confine tra le cose di Cesare e le cose di Dio.”

Dopo i saluti istituzionali di Anna Maria Bertini, assessore alla Cultura del Comune di Ancona, è intervenuto Lorenzo Fiordelmondo, sindaco di Jesi, che ha voluto ricordare che “su Federico lavoriamo tutto l’anno, a partire dalla celebrazione della nascita, portando avanti la Fondazione e il Museo”.

Il sindaco ha anche ricordato che oltre all’evento di maggio (dal 9 all’11 all’hotel Federico II con studiosi che affronteranno il tema della condivisione dei saperi tra Occidente e Oriente) si sta lavorando a ulteriori eventi perché “Federico II ha formato l’identità di Jesi e pensiamo che rappresenti il più importante brand medievale e dobbiamo valorizzarlo sotto l’aspetto della ricerca storica e quale elemento attrattivo per il territorio”.

Al sindaco di Jesi ha fatto eco Daniele Silvetti, primo cittadino di Ancona, che ha voluto ribadire come “nessuno voglia togliere la primogenitura a Jesi, che ha dato i natali a Federico, ma che l’amministrazione comunale di Ancona ha voluto mettersi al servizio, come capoluogo di regione, di un progetto di valorizzazione di Federico II. È nostra intenzione aiutare e sostenere questo percorso già avviato.”.

Francesco Picarone, presidente della Commissione bilancio della Regione Campania, ha focalizzato l’attenzione sulla fondazione dell’Università di Napoli e sull’importanza del “tema della pace e dell’unione dei saperi, annunciando il parere favorevole sulla proposta di candidatura del lascito federiciano all’Unesco.

Ignazio Mancini, rettore dell’Università della Basilicata, ha inviato un messaggio, letto dal Francesco Panarelli, direttore del Dipartimento di Scienze umane dell’ateneo della Basilicata e presidente della Società Italiana per la Storia Medievale, nel quale si sottolinea “l’interesse per iniziative di valorizzazione di Federico II, ricordando i castelli federiciani, le Costituzioni di Melfi, esprimendo pieno appoggio alla proposta da portare all’Unesco.

Lucio D’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Vicepresidente del CNR, ha portato il suo saluto, ringraziando “chi ha ideato e pensato questo evento per diffondere la conoscenza di Federico II” ricordando come i temi scelti siano fondamentali “per sentire la storia passata come contemporanea.

La crociata della pace di Federico II è molto moderna se vista come portatrice del concetto di cultura inclusiva. Il lascito federiciano appare sempre più uno strumento per guardare al futuro attraverso momenti di pace e cultura condivisa. È un bene culturale da valorizzare”.

Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori si è complimentato per l’approccio multidisciplinare del Festival che coniuga i saperi, dalle scienze umanistiche alla scienza e alla tecnica, proponendo un’interpretazione dell’incontro delle civiltà “come integrazione dei saperi e dei popoli”.

Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli, che quest’anno festeggia ottocento anni di vita, si è detto “particolarmente fiero di questa collaborazione nel nome di Federico II che diventa promotore di azioni culturali che mettono insieme università, istituzioni, associazioni e territori. La storia di Federico II è la storia del Mediterraneo e il suo lascito è un patrimonio mondiale”.

Dalla Sicilia sono giunti i saluti della Presidenza dell’Assemblea regionale e della professoressa Fulvia Toscano, assessore cultura di Giardini Naxos e direttore artistico di Naxoslegge, con la certezza che “il giardino di Federico II” non mancherà “di celebrare un personaggio così importante per l’isola, che non si può sottrarre dal partecipare al percorso iniziato e supportare la proposta all’Unesco.

Carla Bagnulo e Savino Gallo, della Direzione regionale Musei Puglia, hanno raccontato degli interventi operati a Castel del Monte. Già monumento straordinario è divenuto il palcoscenico naturale di una memorabile sfilata della maison Gucci. Si tratta di “un luogo attrattivo e identitario sul quale si lavora continuamente” per renderlo più accessibile ai visitatori diversamente abili, con la realizzazione di percorsi cognitivi realizzati anche in collaborazione con il Museo Omero di Ancona.

Il pomeriggio si è concluso con l’incanto della musica e dell’armonia. L’Ensemble Micrologus ha offerto una raffinata lezione spettacolo intitolata “Under den Linden, canti d’amore, di primavera e canzoni di crociata dei Minnesänger e Trovatori in età federiciana”.

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