Il mistero dei gioielli scomparsi da Pescara del Tronto

Arquata del Tronto (Ap).- Non solo un’enorme tragedia familiare. Per la morte di due anziani coniugi e di un altro uomo, sotto le macerie di una casa crollata ad Arquata a causa del sisma. Nelle prime ore seguenti il terremoto del 24 agosto 2016, presso un’abitazione di via Capricolle a Pescara del Tronto, accadde un altro fatto grave.

E cioè la scomparsa di una voluminosa busta di plastica contenenti gioielli per molte migliaia di euro appartenuti a Clara Paradisi e Pietro Rendina, moglie e marito deceduti nel cedimento dello stabile insieme a Giulio Celani (marito di una delle figlie della coppia).

Tre colliers in oro, diverse paia di orecchini sempre in oro ed alcuni con ambra, zaffiri e pietra turchese.

Eppoi bracciali e orologi sempre del più prezioso metallo giallo, spille, fedi nuziali, anelli e rubini. Tutti oggetti di grande valore e frutto di una vita di sacrifici che i due anziani custodivano vicino ad un armadio che si trovava nella casa di Pescara crollata al momento delle tremende scosse di quasi sette anni fa.

Dove sono finiti quei preziosi ? E’ questa la domanda che si è posta Giovanna Rendina, la figlia di Clara e Pietro e cognata di Giulio Celani.

La donna sapeva dell’esistenza di quei monili e ne chiese conto ai soccorritori e poi alle Autorità. Ma a lei furono restituiti solo gli oggetti che i suoi genitori indossavano quella terribile notte. Null’altro. Della busta con gli oggetti in oro acquistati e conservati in una vita intera dai due anziani, nessuna traccia.

Da qui la decisione di Giovanna Rendina, oggi 63enne, residente ad Ascoli di sporgere denuncia per furto aggravato. Perchè alcune persone tra soccorritori, forze dell’ordine e vigili del fuoco di sicuro quei luccicanti preziosi li videro eccome, quella notte del 24 agosto 2016. E se li passarono tra di loro.

La testimonianza più importante nella vicenda è quella di un volontario della Croce Bianca di Rieti. L’uomo, compagno di un’amica d’infanzia della Rendina, era tra quelli che accorsero nella casa di via Capricolle all’alba di quell’ infausto giorno. Sentito dalla Questura come persona informata dei fatti, riferì nel 2018 che poco prima che i corpi delle vittime venissero estratti dalle macerie aveva notato che dei vigili del fuoco – sembra provenienti da Torino – avevano rinvenuto molti oggetti in oro accanto ad un armadio della camera da letto della casa distrutta.

E qui comincia il giallo. Perchè il volontario non ricorda se i preziosi fossero poi stati presi in consegna “da un carabiniere o forse da un poliziotto”, per poi essere sistemati in un “sacchetto di plastica trasparente”.

Di certo nelle carte, c’è solo che tutta la scena del recupero dei cadaveri dei due anziani di Pescara e dei tanti colliers, anelli e bracciali fu ripresa da un poliziotto con casco d’ordinanza nell’ambito del suo servizio sul posto. Poi quella busta con i gioielli svanì magicamente, come se non ci fosse mai stata.

Nella sua denuncia di furto, avvenuta nel settembre 2017, Giovanna Rendina riferì alla Questura – incaricata delle indagini dalla Procura della Repubblica di Ascoli- che si era recata presso la Stazione dei carabinieri di Borgo di Arquata, per chiedere notizie di quegli ornamenti.

Il maresciallo che comandava la Stazione prima gli aveva chiesto descrizione e foto del materiale – regolarmente inviate dalla donna via email- e poi aveva risposto che non vi era alcuna busta contenente preziosi di proprietà della famiglia Rendina. Nè nella stazione dei carabinieri di Acquasanta Terme – quella arquatana era stata chiusa il giorno del sisma – nè nel Comune di Arquata, nè presso le sedi di Banca Intesa San Paolo e Banca d’Italia ad Ascoli.

Insomma, dopo i controlli in tutti i luoghi in cui “sarebbe potuta esser stata consegnata la busta”, essa risultava “irreperibile quindi verosimilmente asportata o andata smarrita”.

Nel marzo del 2020, dopo un anno e mezzo di indagini il Pubblico Ministero che si occupava del caso chiese l’archiviazione del procedimento. La motivazione ? “Nella confusione regnante all’indomani dell’episodio sismico, non è stato possibile accertare se vi sia stata una condotta dolosamente finalizzata all’impossessamento dei beni o se invece vi sia stata solo una condotta negligente che ha portato allo smarrimento dei preziosi”.  Davvero sono andati persi quei gioielli ?

MT

 

 

 

 

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