Il terrorismo islamico corre su Whatsapp. Ma Daesh è in ritirata anche sul web

 

Il terrorismo islamico corre su whatsapp, oltre che su telegram. Sempre meno invece su facebook, google e twitter, dove è aumentato il controllo da parte delle autorità. E’ quanto emerge da un rapporto della Polizia postale italiana, sull’attività di monitoraggio sul web e sui social network del radicalismo di matrice jihadista, svolta nel 2018.
“Nel corso dell’anno – scrive la Polizia – si è riscontrato un effettivo incremento dell’azione da parte dei maggiori fornitori di servizi Internet (Facebook, Google, Twitter, etc.) volta alla rimozione di contenuti illeciti presenti sulle proprie piattaforme, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (EU Internet Forum), ai quali ha preso parte il nostro Servizio. A seguito di tale strategias- aggiunge – si è rilevato un repentino passaggio dei fenomeni di diffusione e divulgazione dei contenuti riconducibili al radicalismo islamico su piattaforme di comunicazione social ritenute piĂą sicure (Telegram, WhatsApp), in quanto garantiscono maggiore riservatezza. Inoltre, fornendo ai propri utenti un grado di anonimato piĂą elevato, come da policies aziendali, di fatto finiscono per attrarre la quasi totalitĂ  delle attivitĂ  di diffusione di contenuti illeciti, o comunque di propaganda, poste in essere da soggetti contigui ad ambienti filo-jihadisti e agli stessi membri delle organizzazioni terroristiche.”
Da sottolineare che nel 2018, proprio in concomitanza con le perdite territoriali da parte del cosiddetto “ Stato Islamico “ ( Siria, Iraq e aree limitrofe), la Polizia delle comunicazioni ha riscontrato “un significativo decremento dell’attivitĂ  mediatica del Daesh, in particolare per quanto concerne la diffusione di nuovi contenuti di proselitismo nel web, sia in termini quantitativi, che qualitativi. Infatti, si è notato che i pochi filmati e le info-grafiche emanati hanno standard qualitativi palesemente inferiori a quelli precedenti, segno, verosimilmente, che il Califfato è in fase di riorganizzazione e sta ristrutturando il suo network interno e ridelineando la propria strategia. In particolare, si sta passando da forme di comunicazione di massa, ben strutturate, alla diffusione di materiale autoprodotto attraverso l’utilizzo di mezzi piĂą semplici, quali smartphones, ma che comunque trovano diffusione attraverso canali sommersi e forme di comunicazione compartimentate.”
Quanto al monitoraggio piĂą ampio della rete internet, la Polizia postale ha svolto un controllo di ben 36 mila spazi web, rimuovendo i contenuti di 250 siti.

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