Incorporazione Ubi in Intesa Sanpaolo, per Fisac Cgil “troppi lati oscuri”

Ancona 12 agosto.- La prossima operazione di incorporazione di UBI in Intesa SanPaolo, unita allo scorporo di filiali a BPER (già Banca Popolare dell’Emilia Romagna), è l’ultima e più grande operazione di concentrazione bancaria in Italia, processo iniziato negli anni ’90 con la legge Amato sulla ristrutturazione delle banche.

Nel settore del credito questo processo, in termini di contrazione dell’ occupazione generale, è stato compensato dalla fase di crescita economica ma dopo la grande crisi finanziaria del 2009 è iniziata la perdita di occupati.

In Italia nel periodo fine 2011, fine 2019 siamo passati (dati Bankitalia) da 322.345 dipendenti a 282.183, con una diminuzione del 12,5% (nello stesso periodo le banche sono passate da 740 a 485 con una diminuzione del 34,5% e gli sportelli bancari da 33.607 a 24.311 con una diminuzione del 27,7%).

Nelle Marche la situazione è peggiore in quanto gli occupati del settore, nello stesso periodo, sono passati da 9.068 a 6.187, con una diminuzione del 31,9% (le banche con sede nelle Marche sono passate da 20 a 13, quasi tutte BCC, con una diminuzione del 35% mentre gli sportelli sono passati da 1.194 a 813, con una diminuzione di quasi il 32%).

Nella nostra regione la crisi occupazionale, anche nel settore, è stata moltiplicata dalla perdurante fase di crisi economica ma non sono estranee le vicende di alcune operazioni di cattiva gestione delle banche (Banca delle Marche, poi incorporata in UBI).

Secondo Fisac Cigl, “le nuove operazioni rischiano di far pagare un forte nuovo dazio all’occupazione e ai lavoratori del credito delle Marche. Conosciamo  i documenti ufficiali che hanno accompagnato l’OPAS – spiega il sindacato- i documenti dell’Autority Antitrust e il progetto presentato alla comunità finanziaria da parte di BPER che prevede 85 sportelli in più (da ISP-UBI) nelle Marche. In più abbiamo appreso che Intesa SanPaolo pur non prevedendo (secondo la loro organizzazione interna) Direzioni Territoriali nelle Marche, intenderebbe utilizzare ancora i centri  direzionali presenti nelle Marche, offrendo lavorazioni compensative . Ma per la verità tutto ciò è ancora poco. Sappiamo invece l’entità degli esuberi preventivati: 5.000 sull’intero collettivo, compensati da 2.500 nuove assunzioni (non si sa dove).”

Per Fisac Cgil nel complesso si tratta di un progetto che “ha ancora molti lati oscuri , con processi di riorganizzazione che potrebbe aprire nuove problematiche in merito alla entità reale della rete che sarà ceduta a Bper, ai processi di mobilità territoriale e professionale, alle questioni legate alle migrazioni informatiche, da sempre un momento traumatico per lavoratori, alle probabili esternalizzazioni”.

La Fisac delle Marche ha predisposto poi un gruppo di lavoro congiunto tra delegati sindacali di Intesa SanPaolo, UBI e BPER per analizzare gli impatti del progetto sul territorio regionale.

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