Istruzione e lavoro nelle Marche : basso tasso di dispersione ma alto precariato

Roma.- Secondo lo studio “Tech cities 2022” di Experis, la pandemia di Covid-19 ha accelerato di 5-10 anni i processi di digitalizzazione della società, offrendo nuove opportunità in diversi campi, tra cui quello dell’istruzione. La scuola si è dovuta infatti reinventare affrontando la sfida digitale, seppur con tutte le difficoltà legate alla carenza di strumenti e infrastrutture.

 

Marche: regione virtuosa ma con delle criticità

 

Bassa dispersione scolastica e pochi giovani NEET: questa la situazione che emerge dal report  “Le mappe della povertà educativa nelle Marche”, di Openpolis. Secondo lo studio, infatti, solo l’8,7% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha lasciato la scuola prima del diploma, mentre “solamente” l’11,5% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non studia e non lavora. Numeri decisamente più bassi della media nazionale, che vede le Marche come una delle regioni più virtuose in termini di istruzione.

 

Nonostante ciò, sono molte le criticità legate ai servizi: dagli edifici scolastici vecchi alla mancanza di alloggi per gli studenti, studiare nelle Marche sta diventando sempre più difficile. Un problema, quello degli alloggi, che sta diventando un elemento ostacolante non solo a livello regionale, ma anche nazionale: non essendoci abbastanza posti letto negli studentati, infatti, i giovani sono costretti a trovare sistemazioni private. Una ricerca però non facile, considerato il rincaro dei prezzi degli affitti.

 

Questi e altri fattori, come la scoperta dell’efficacia della formazione online durante l’emergenza pandemica, hanno dato impulso alle università telematiche in tutta Italia. L’interesse per queste realtà formative è cresciuto anche grazie alla consapevolezza sempre più diffusa che molte università online sono riconosciute dal Miur, e che quindi rilasciano titoli equipollenti a quelli degli atenei “tradizionali”: ne sono un esempio i corsi di laurea proposti da eCampus, una delle università telematiche più famose e consolidate sul suolo nazionale.

 

Un’occasione per sperimentare nuovi modi di fare lezione, che ha portato gli studenti a scegliere di proseguire sulla strada della didattica a distanza anche dopo la fine della pandemia. Il poter seguire le lezioni in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, infatti, ma anche l’utilizzo di tecnologie avanzate e la maggior flessibilità e personalizzazione dell’apprendimento sono solo alcuni dei vantaggi dell’e-learning, che sta ottenendo sempre più consensi.

 

Questa modalità di studio, inoltre, può rappresentare una soluzione per risolvere alcuni problemi diffusi in tutta Italia, come la dispersione scolastica e l’abbandono del territorio.

 

E-learning come strumento di reskilling

 

L’e-learning può rappresentare una soluzione utile anche per contrastare l’abbandono del territorio legato al precariato. In questo caso, l’apprendimento online può offrire la possibilità di riposizionarsi sul mercato del lavoro attraverso una formazione online fruibile anche mentre si lavora, con tempi adattati alle esigenze individuali dello studente. Ciò consente a chi è già impegnato in un lavoro precario di continuare a lavorare mentre si forma, senza dover abbandonare il proprio territorio.

 

Per il reskilling è possibile considerare di formarsi in ambito digital, settore che racchiude le professioni più richieste del mercato odierno. Le competenze digitali, infatti, sono richieste da un numero di aziende sempre maggiore, impegnate a potenziare l’integrazione della tecnologia. Questo tipo di professioni, solitamente, prevede anche la possibilità di lavorare in smart working, direttamente da casa propria.

 

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