La bella storia di Rogerio. Dalla Politecnica Marche al Mozambico per rilanciare l’agricoltura

Ancona 28 febbraio – Un viaggio di ricerca in Mozambico ma non solo. Quello compiuto dai docenti di Agraria della UniversitĂ  Politecnica delle Marche, Giuseppe Corti, Stefania Cocco e Paride D’Ottavio è stato una trasferta di studio e di ricerca ma anche un momento per incontrare un giovane professore dell’UniversitĂ  di Maputo: RogĂ©rio Borguete Alves Rafael. Quest’ultimo dopo aver conseguito il titolo di PhD (dottorato di ricerca) nel 2016 con il Professor Corti ad Ancona, una volta rientrato a Maputo, è stato nominato “Head of Soil Science Division” e Researcher in Agriculture, Soil and Environment presso la University Eduardo Mondlane.
Durante la permanenza a Maputo il gruppo dei ricercatori della Politecnica è stato accolto dal Direttore del Dipartimento e da altri colleghi universitari, che hanno confermato l’importanza che sta avendo per loro l’accordo che è stato firmato tra le due Università. In questi ultimi anni infatti è stato portato a termine un grosso progetto finanziato dal Ministero degli Esteri finalizzato allo sviluppo della fertilità del suolo, un tema che è stato proprio l’argomento principale del Dottorato di Ricerca di Rogério Borguete Alves, Rafael.

All’arrivo del gruppo marchigiano, Rogerio ha organizzato in Facoltà un seminario di fine progetto, al quale hanno partecipato ricercatori e studenti locali, molto interessati ai risultati ottenuti. La ridotta produttività dei suoli mozambicani rappresenta un problema che attanaglia e minaccia l’agricoltura e la salute delle popolazioni rurali, e deve essere affrontato e risolto dalla ricerca scientifica .
“Con il suo lavoro Rogerio – spiega l’Università di Ancona- è riuscito a individuare soluzioni sostenibili sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico, con aumenti di pH e della fertilità del suolo ottenuti addizionando rocce autoctone macinate a differenti dimensioni e ricche di elementi nutritivi, con biochar. Quest’ultimo è stato prodotto utilizzando scarti delle colture che sono stati pirolizzati in una piccola stufa artigianale, autoprodotta, che ogni agricoltore potrebbe realizzare anche a partire da fusti di metalli e altro materiale ferroso. Le produzioni di mais e fagiolo dall’occhio tipiche colture del Paese, sono risultate fortemente incrementate in seguito a questi trattamenti, e i dati relativi alle prove sperimentali sono già disponibili su lavori scientifici pubblicati e in corso di pubblicazione.”
Al termine del seminario di Maputo, il prof Corti ha presentato anche il nuovo progetto strategico finanziato dalla Politecnica Marche, finalizzato allo studio dei suoli mozambicani e alle problematiche che li affliggono.

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