La Bolkestein non si applica alle spiagge ? I balneari sperano

San Benedetto del T.(Ap).- Si riapre uno spiraglio per i concessionari di spiaggia nella battaglia contro la Bolkestein che andrebbe a mettere all’asta gli chalet già dal prossimo anno. Si è svolto a San Benedetto un incontro organizzato dall’Itb alla presenza dell’avvocato Vincenzo De Michele, che da tempo sta seguendo questa vicenda, il quale ha spiegato come al momento non si possano fare “aste” e formalmente le attuali concessioni resterebbero a tempo indeterminato fino a una nuova legge che cambi questa disposizione.
Tutto graverebbe sul fatto che la Bolkestein può essere applicata ai servizi ma non ai beni : ecco allora che le concessioni sarebbero fuori da tale direttiva. «Per me la sentenza prevista per il prossimo 20 aprile da parte della Corte di Giustizia Europea è scontata- ha affermato l’avvocato De Michele: La Corte che si è già pronunciata sia sulla direttiva servizi Bolkestein che nell’ambito della direttiva delle concessioni lo scorso 16 marzo escludendo che le concessioni rientrino nella Bolkestein e che si applichi l’articolo 49. Lo Stato a questo punto può fare di tutto per garantire continuità lavorativa ai balneari emanando una legge precisa».
Cauto entusiasmo da parte dei rappresentanti dell’Itb che martedì si sono ritrovati presso lo chalet De Federico, a cominciare dal presidente Itb Giuseppe Ricci che ha commentato: «Finalmente la politica può capire meglio l’errore che stava per compiere mettendo le nostre attività all’asta».
Quindi l’avvocato De Michele ha ribadito come, a seguito di recenti sentenze sempre della Corte di Giustizia tra cui una su un ricorso presentato dal Tribunale di Ascoli riguardante le concessioni per le agenzie di scommesse, la Corte di Giustizia Europea non potrà che ribadire che la Bolkestein non si applica alle concessioni demaniali marittime in quanto concessioni di beni e non di servizi come disciplinati in quest’ultimo caso dalla direttiva servizi conosciuta come Bolkestein.
Ricci con De Michele
«Ora si attende il pronunciamento della Corte di Giustizia – ha terminato il legale – e il legislatore nazionale torna al centro se vuole garantire continuità lavorativa a questa categoria. Garantire l’attività di questo settore di cui il 60% degli introiti ritorna nelle casse dello Stato attraverso Imu, tasse e Tari. Non capisco l’interesse della politica a perdere questo motore economico così importante».
A.C.
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