La Dad e il covid : un terzo delle famiglie non può sostenere i propri figli

San Benedettodel Tronto (Ap).- Una famiglia su tre non è stata in grado di sostenere i bambini nella didattica a distanza. La mancanza di una connessione internet stabile, di dispositivi digitali di buona qualità e di disponibilità di tempo da parte dei genitori sono gli ostacoli principali. Lo rivela Tonino Armata, coordinatore dell’Osservatorio comunale sull’Infanzia e l’adolescenza di San Benedetto, che cita uno studio approfondito di trenta pagine realizzato da Unicef-Università Cattolica.

Secondo la ricerca il 27% delle famiglie non ha tecnologie adeguate per affrontare la nuova situazione, il 30% dei genitori non ha tempo sufficiente per seguire la didattica a distanza dei figli, il 6% dei ragazzi intervistati con accesso a internet non ha connessione adeguata per l’apprendimento a distanza e il 70% dei genitori riconosce nei propri figli più autonomia nell’uso della tecnologia digitale per la scuola;

Lo studio è basato sulla somministrazione di questionari a 1.028 famiglie in tutta Italia.

Il 6% dei bambini dello stesso campione non ha potuto partecipare alla didattica a distanza organizzata dalle scuole a causa di problemi di connettività o per la mancanza di dispositivi.

Lo studio sottolinea l’importanza di avere accesso a una connessione Internet stabile e a buon mercato, così come a dispositivi digitali di alta qualità che supportino le videochiamate e le piattaforme educative digitali, affinché tutti i bambini possano beneficiare della didattica a distanza.

“Le famiglie più numerose – ricorda Armata-  hanno incontrato difficoltà a tenere il passo con la crescente domanda di dispositivi per ognuno dei loro bambini che frequenta la scuola. Queste famiglie dovrebbero beneficiare di un ulteriore sostegno finanziario se la didattica a distanza dovesse rimanere una strategia a lungo termine.”

L’indagine è stata condotta nel giugno 2020 nell’ambito di un progetto realizzato in 11 paesi europei e coordinato dal Joint Research Center della Commissione Europea. La raccolta dei dati in Italia è stata sostenuta da UNICEF, in collaborazione con OssCom, Centro di Ricerca su Media e Comunicazione, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.

Sebbene i genitori possano essere preoccupati per il maggiore tempo passato davanti ad uno schermo da parte dei loro figli, il rapporto sottolinea che le ore trascorse online in attività extra scolastiche possono essere state l’unica opportunità per loro di mantenere un senso di normalità attraverso il contatto con gli amici, rilassandosi o addirittura facendo esercizio fisico.

Rispetto ai bambini e ai ragazzi, i genitori tendono ad esprimere maggiore preoccupazione per l’impatto del lockdown sul loro apprendimento. Nel complesso, molti studenti hanno dichiarato di essere entusiasti e ottimisti riguardo alla didattica a distanza e hanno avuto fiducia nella loro capacità di adattamento. Tuttavia, i ragazzi più giovani (di età compresa tra i 10 e gli 11 anni) hanno mostrato una maggiore tendenza a preoccuparsi delle proprie capacità di riuscire a farlo, un dato questo che segnala la necessità di fornire un supporto aggiuntivo agli studenti più giovani, che potrebbero avere competenze digitali più deboli e meno esperienza con un ambiente di apprendimento formale.

I genitori intervistati hanno anche auspicato un maggiore sostegno da parte delle scuole frequentate dai loro figli.

 

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