La magia dell’istante, nelle foto di Cartier-Bresson ad Ancona. Una mostra da non perdere

Chi ama l’arte, la fotografia, la bellezza, e soprattutto l’uomo nella sua infinita diversitĂ  , ricchezza e sofferenza, non può non visitare la grande mostra delle opere di Henry Cartier-Bresson, in corso in questi giorni alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Chi lo fa, come noi, non può che restarne affascinato e scosso nell’animo. Perchè ci si trova di fronte ad un gigante che ha usato la sua Leica – dagli anni Trenta in poi – per descrivere la realtĂ  dei luoghi e degli avvenimenti piu importanti sulla faccia della Terra, trasformandoli in pura magia dell’istante. Una magia che solo un grande artista può cogliere e allo stesso tempo inventare, sia che racconti di fatti della vita quotidiana,  di funerali, o di bambini che giocano, sia che segua  rivolgimenti politici o  grandi epopee ( dalla Cina all’India, dal Messico alla Spagna) . Sia poi, che per caso sottragga all’oblio del tempo il breve salto di un uomo che sembra volare sull’acqua: non a caso uno scatto irripetibile che i promotori della rassegna hanno usato come manifesto dell’evento.

Ed è un evento culturale, quello in corso alla Mole che raramente capita di apprezzare nelle Marche, la nostra piccola regione di provincia che troppo spesso viene snobbata dalla Grande Comunicazione nazionale ed estera ( cataclismi e sparatorie sugli africani escluse..) . Ma che stavolta è tale, proprio per la quantitĂ  di capolavori della fotografia mondiale che ospita, e che in molti casi sono diventati delle vere e proprie icone della storia del Novecento. Morto nel 2004 all’etĂ  di 95 anni, Cartier-Bresson , cofondatore dell’agenzia Magnum nel 1947 e tra pionieri del fotogiornalismo, è stato un teorico della fotografia de “l’istante decisivo”, e tutto nella mostra ad Ancona lo può testimoniare. Ma anche un artista che della tecnica conosceva tutti i segreti, e che quindi era in grado di realizzare composizioni nei suoi scatti che potevano e possono ancora lasciare sbalorditi gli osservatori, anche quelli distratti e attuali dell’era dei social media che pensano che tutti possano fare ormai tutto. L’opera che mostra un attimo soltanto del giorno in cui un immensa folla si riunì per dare l’estremo saluto a Ghandi dopo il suo assassinio, durante la cerimonia della cremazione del corpo, emoziona in un modo se guardata da lontano, a qualche passo di distanza, e in un altro se ci si avvicina, e ci si rende conto di tutta l’umanitĂ  attonita che il grande reporter francese è riuscito a ritrarre . Così come emozionano i volti di scrittori noti o di gente comune che vengono fermati nel loro tempo e nel loro contesto sociale, o i paesaggi ” lunari “- rigorosamente in bianco e nero – che fanno da sfondo al lavoro degli uomini in luoghi remoti della Terra, ed altro ancora. Insomma, tutto è così veramente unico e speciale, in questa esposizione alla Mole che non solo gli appassionati o gli amanti del bello e della cultura potranno confermarlo, ma anche tutte le persone che vorranno sapere qualcosa in piĂą sul Novecento – a cominciare dai piu giovani – potranno verificarlo attraverso il lavoro di quello che fu definito “l’occhio del secolo”. Un plauso all’Amministrazione comunale dorica e a Civita Mostre, oltre alla Fondazione H.Cartier-Bresson e a Magnun Photos Parigi.

 

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