La pasta biologica piace ai consumatori

Ancona. Il consumatore di pasta biologica guarda all’origine della materia prima, predilige prodotti locali come garanzia di qualità, apprezza i richiami alla tradizione e ai sapori antichi, desidera un packaging riciclabile ed ecologico. Sono le principali indicazioni che arrivano da uno studio promosso dal Consorzio Marche Biologiche nell’ambito del progetto “Biodiversity2food”e realizzato dall’Università Politecnica delle Marche per aiutare le aziende del settore ad essere più competitive, rispondendo in modo efficace alle aspettative di chi sceglie il bio.

“Il mercato del biologico – dice Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Biologiche – presenta oggi notevoli opportunità; per coglierle è fondamentale che come produttori riusciamo a far percepire meglio la grande qualità del biologico marchigiano. Per questo, come Consorzio, mettiamo in campo quegli strumenti che aiutano le nostre aziende ad arrivare al consumatore nel modo più efficace”.

 Dalla ricerca, realizzata dal Laboratorio analisi del consumatore dell’Università Politecnica delle Marche, coordinato dal professor Zanoli e dalla professoressa Naspetti, emerge come la pasta di grano duro occupi un posto centrale nella dieta degli Italiani. Nello scegliere un pacco di pasta, il consumatore biologico dichiara di prestare attenzione all’origine del grano e della pasta; in particolare chiede che il grano abbia un’origine italiana e che la pasta sia anch’essa prodotta all’interno dei confini nazionali, meglio ancora se locale. Lo studio evidenzia che l’attributo locale è anche associato ad una percezione di qualità superiore. Rispetto alle informazioni presenti in confezione, il consumatore chiede etichette chiare e ben visibili; inoltre, c’è una preferenza per i pacchi che evocano la tradizione, l’artigianalità e i sapori antichi e genuini, mantenendo intatta la semplicità e l’estetica del design.

“Questi risultati – commenta il professor Zanoli dell’UNIVPM – forniscono ai pastifici biologici l’opportunitĂ  di identificare meglio i segmenti a cui puntare. Posizionare bene il prodotto potrebbe fornire a queste aziende l’opportunitĂ  di garantirsi una fetta nel mercato biologico della pasta ben piĂą ampia incrementando i ricavi.”

Lo studio è stato realizzato su un campione molto profilato composto da consumatori biologici provenienti da tutte le regioni italiane, di età compresa tra i 16 e i 66 anni. Analisi preliminari sono state condotte anche attraverso focus group, in cui gli intervistati si sono confrontati sulle loro scelte di acquisto.

Nella foto : Francesco Torriani

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