La ricostruzione di Arquata affidata a Stefano Boeri

Ascoli Piceno 23 maggio.-La ricostruzione post-sisma di Arquata del Tronto sarà affidata all’architetto milanese Stefano Boeri. La società Mate, diretta dallo stesso professionista di fama internazionale, si è aggiudicata infatti  la gara europea telematica indetta dalla Regione Marche per  la redazione dei piani urbanistici attuativi delle zone perimetrate di Arquata e delle sue frazioni. Boeri ( fratello dell’economista Tito Boeri, ex presidente dell’Inps) e i suoi collabatori avranno 156 giorni di tempo per presentare il progetto e avviare quell’opera concreta di ricostruzione che finora è mancata sia ad Arquata che negli altri paesi marchigiani distrutti o danneggiati dalle scosse dell’agosto e dell’ottobre 2016.

Molti si augurano che finalmente, stavolta si passi veramente dalle parole ai fatti, soprattutto per un territorio martoriato prima dal sisma e poi isolato dalla crisi sanitaria. Da questo punto di vista, Stefano Boeri – che definirà un progetto analogo anche per Castelsantangelo sul Nera, sui Sibillini maceratesi – è una garanzia. Era stato già personalmente, due anni fa al Borgo di Arquata per un incontro pubblico sulle ipotesi di perimetrazione e di programmazione urbanistica, presente anche l’assessore regionale Anna Casini. Poi il percorso si era fermato, complici anche i cambi di Governo ed anche dei Commissari straordinari alla ricostruzione che ogni volta dovevano ricominciare a valutare la situazione ed avviare un confronto nuovo con gli amministratori locali.

Ora con i piani tecnici attuativi, qualcosa forse si muove per davvero nella direzione di un uscita dall’emergenza post-sisma in corso di fatto, da quasi 4 anni. Boeri è un architetto di esperienza internazionale, con studi a Milano, Shangai e Tirana. E’ professore di urbanistica al Politecnico di Milano, ha insegnato ad Harvard, Rotterdam, Losanna, Mosca ed è ora Presidente della Fondazione La Triennale, una delle principali istituzioni culturali italiane. Ma è famoso soprattutto per le sue opere, tra cui forse la più nota è il Bosco Verticale, complesso di due palazzi residenziali simbolo di una nuova archiettura della biodiversità. Chissà se ad Arquata, che ha avuto distrutto l’intero centro storico comunale (il Borgo) e molte frazioni l’archistar milanese, sarà fare lo stesso ed imporre un programma innovativo per il bene della comunità locale e del territorio montano.

foto: Corriere web Milano

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