La “risata contagiosa” di Falstaff al Ventidio Basso di Ascoli

Ascoli Piceno 15 febbraio.- Falstaff di Giuseppe Verdi, terzo e ultimo titolo operistico della Stagione della Fondazione Rete Lirica delle Marche, dopo il successo del debutto al Teatro della Fortuna di Fano arriva al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno sabato 16 febbraio alle 20.30, per poi approdare al Teatro dell’Aquila di Fermo sabato 23 febbraio alle 21.00.
Per questa prima coproduzione nazionale della Rete marchigiana con il circuito di OperaLombardia e il Teatro Marrucino di Chieti, si è scelto un team creativo composto da Roberto Catalano (regia), Emanuele Sinisi (scene) e Ilaria Ariemme (costumi), artisti fra l’altro già molto apprezzati anche per i progetti di AsLiCo, al Teatro Massimo di Palermo e al festival Donizetti Opera di Bergamo. Le luci sono a cura di Fiammetta Baldiserri. Sul podio dell’Orchestra Sinfonica Rossini ci sarà Francesco Cilluffo, una fra le bacchette italiane più seguite in questi ultimi anni. Nel ruolo del titolo il baritono Misha Kiria, con al suo fianco un nutrito cast vocale di interpreti dell’ultima generazione: Paolo Ingrasciotta (Ford), Matteo Roma (Fenton), Ugo Tarquini (Dr. Cajus), Simone Lollobattista (Bardolfo), Pietro Toscano (Pistola), Sarah Tisba (Mrs Alice Ford), Maria Laura Iacobellis (Nannetta), Daniela Innamorati (Mrs Quickly) e Giuseppina Piunti (Mrs Meg Page). Il Coro del Teatro della Fortuna “Mezio Agostini” è diretto da Mirca Rosciani.

Questa edizione di Falstaff prodotta dalla rete Lirica delle Marche intende essere anche un omaggio al celebre baritono marchigiano Sesto Bruscantini, di cui ricorre il centenario della nascita. La voce di Bruscantini è ancora fortemente impressa nella memoria dei melomani di tutto il mondo e dei tanti che ebbero la fortuna di ascoltarlo, fra l’altro, allo Sferisterio di Macerata, dove nel 1976 vestì i panni di Sir John Falstaff.

Ultima opera teatrale di Verdi, partitura di un compositore che era già leggenda vivente, Falstaff palesa una freschezza inventiva, un aggiornamento stilistico e un dominio della tecnica assoluti, coadiuvati da versi che Arrigo Boito prepara basandosi su Shakespeare (soprattutto Le allegre comari di Windsor, Enrico IV ed Enrico V), la fonte letteraria in assoluto più congeniale del maestro di Busseto.

In questo spettacolo di Roberto Catalano, Falstaff è ormai alla fine dei suoi giorni e ripensa alla sua vita fra scherzi, scorribande e conquiste. «“Tutto nel mondo è burla”. Tutto. È stato solo uno scherzo. La fatica, il dolore, la morte. Tutto un trucco – sottolinea il giovane regista palermitano – E mentre il vecchio sparisce per sempre sotto la grande coperta, il mondo che resta solleva i cuscini e si fa la guerra ridendo. Questa è l’eredità lasciata da Falstaff. La risata contagiosa con cui si può fronteggiare l’insensatezza delle cose. “

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