L’Archistar Italo Rota firma la “Fabbrica del Carnevale” di Fano. Dalla Ue 2,5 milioni

Fano 31 maggio .- Fano è la culla di uno dei più antichi e importanti carnevali di Italia, evento caratterizzato da un turbinio di creatività, musica e colore che ogni anno raduna attorno a sé un grande pubblico. La secolare tradizione fanese vede in quest’anno un passaggio di grande crescita per la storia e la cultura della città marchigiana: la nascita della Fabbrica del Carnevale, il nuovo spazio creativo concepito da Italo Rota, uno degli architetti italiani più famosi al mondo, che si realizzerà con il contributo di oltre due milioni e mezzo di Euro della Commissione Europea.

La Fabbrica del Carnevale è un progetto innovativo che prende spunto da uno dei cluster della città: Fano, città del carnevale. Il nuovo edificio vedrà il recupero del Sant’Arcangelo, il complesso monumentale più imponente e suggestivo del centro storico. Qui l’obiettivo è la creazione di uno spazio articolato, pensato per evocare il Carnevale, con le sue maestranze e la sua creatività, e dove si uniranno le sonorità del jazz, cui la città dedica da anni un festival molto conosciuto.

L’archistar Italo Rota consegnerà alla città di Fano uno spazio rigenerato  che non solo racconterà il carnevale all’interno del nuovo spazio museale, ma avrà un laboratorio di produzione interessato alla creazione di un nuovo carnevale. Rota ha ricreato l’edificio e l’ha dotato di strutture leggere e modulabili di acciaio, legno e vetro. Un suggestivo progetto basato su innovative soluzioni funzionali e a ridotti consumi energetici. Con oltre settemila metri di superficie utilizzata su tre piani di sviluppo, l’edificio godrà di un cortile interno oltre ai numerosi laboratori e spazi creativi. “Il nuovo Sant’Arcangelo – dichiara Italo Rota – “avrà un forte carattere internazionale, ma allo stesso tempo conserverà la facciata originale che ho scelto di non modificare in onore della memoria, molto precisa, dei tanti che lo hanno vissuto in passato e nella funzione pedagogica che manterrà”.

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