Marche, 1 miliardo e 300 milioni di danni per commercio e artigianato

Ascoli Piceno 6 aprile.- Almeno un miliardo di euro di danni per il settore del commercio ,  e un calo di fatturato di 270 milioni di euro per l’artigianato. E’ l’impatto provocato dell’emergenza coronavirus sul sistema economico delle Marche. I dati sono stati forniti da Massimiliano Polacco, direttore della Confcommercio regionale e per quanto riguarda gli artigiani, da uno studio della Cgia di Mestre. Delle 43 mila imprese artigiane presenti sul territorio, solo 16 mila sono ancora aperte e attive. Quindi 27 mila piccole aziende chiuse con decine di migliaia di lavoratori a casa e senza reddito. Una situazione molto preoccupante per una regione che già da anni doveva scontare in diverse zone e province un calo dei consumi rilevante. E questo non solo nell’area del cratere sismico ma in molti centri e paesi dove la delocalizzione industriale è stata massiccia. Per non parlare del comparto edile che dopo una pesante recessione non aveva ancora avviato la ripresa per il ritardi nella ricostruzione post-terremoto.

Sarà da capire ora se il Governo nazionale, considerando i miglioramenti nel quadro sanitario degli ultimi giorni, allenterà le restrizioni dopo Pasqua o meno. Le Marche, pur essendo la quinta regione per numero di decessi correlati forse al Covid19 ha pagato un drammatico tributo alla misteriosa infezione polmonare soprattutto nel Pesarese, seguito dall’Anconetano. E l’allarme ora è in particolare per le condizioni reali e i rischi delle case di riposo, specie nel Maceratese. Ma è il caso di ricordare anche che la situazione complessiva sta diventando sempre meno di emergenza, perchè la curva epidemica è in calo. E questo è dimostrato dalla forte flessione dei ricoverati in terapia intensiva,  passati da 229 a 150. Un quadro sanitario insomma che è gestibile dal sistema pubblico e privato locale, e che quindi può aiutare ad allentare la pressione su tutti i residenti e sulle imprese. Molti si augurano che si passi finalmente ad una fase due, con provvedimenti più mirati.

 

 

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