Ascoli Piceno 20 novembre.- Un quinto dei bambini delle Marche vive in povertà . E’ quanto emerge dal rapporto “Atlante dell’infanzia” pubblicato dall’organizzazione “Save the children”. Una povertà relativa certo, ma che evidenzia uno stato di sempre maggiore difficoltà economica e sociale per loro e per le loro famiglie. Un quadro desolante al quale si collega la flessione delle nascite del 30% negli ultimi 10 anni, e un quadro degli accessi agli asili nido fermo sempre a 10 anni fa. Poi, sempre con riguardo all’infanzia e ai più giovani, emerge nel rapporto che nella nostra regione il 46% degli edifici scolastici non possiede il certificato di agibilità . E questo non può far stare sicuri tutti i genitori che a quelle scuole hanno affidato i loro bambini, o ragazzi. Uno scenario di povertà economica al quale si accompagna anche la sempre crescente povertà culturale : il 40% dei bambini marchigiani non legge libri, mentre molto il 50% è costantemente connesso al web. Commentare questi dati è frustrante, anche per chi scrive per mestiere e conosce la situazione del territorio da una vita. Di quale regione si parla ? Africana, asiatica, est europea ? No delle Marche, quella che era una volta il motore dell’economia dell’Italia centrale e il cuore di distretti produttivi che facevano invidia al mondo. Ma questo appunto, una volta. E poco centra il terremoto con questo declino, oltre che degrado morale e civile. Un declino di cui naturalmente una buona parte dei residenti nemmeno si accorge, perchè vive di rendita o di stipendi parassitari sicuri. E per questo vive come faceva 20 anni fa, come se non sia accaduto nulla. Ma poi c’è l’altra metà che è scivolata nella povertà relativa e a volte anche assoluta ( solo nel Piceno 30 mila disoccupati, ma quasi lo stesso a Fabriano) e che non riceve più ne lavoro ne aiuti. E lo Stato, se esiste ancora, a che pensa ? A rispettare i parametri di Maastricht..