Marche Rifiuti Zero contro gli industriali. ‘Basta impianti, investano sull’ economia circolare’

Ascoli Piceno 16 ottobre-‘ Ad oggi né la politica né l’ industria hanno investito sull’ economia circolare, e così come vengono chiesti sforzi ed impegno ai cittadini affinché il circuito del riciclo possa essere efficiente così anche l’ industria dovrebbe adeguarsi , investendo nella riprogettazione dei prodotti e dei processi industriali.’ Lo afferma l’ associazione Marche Rifiuti Zero,commentando l ‘allarme lanciato da Confindustria  sul rischio collasso del sistema regionale dei rifiuti e sulla necessita di nuovi impianti di raccolta e trattamento.
‘Non è più percorribile la strada della contrapposizione dell’ ambiente alla produzione- sostiene l organizzazione ambientalista. L’ economia circolare rappresenta tutt’ altro e nell’ era della responsabilità estesa dei produttori è necessario un impegno immediato proprio da parte di questi ultimi.
La necessità di investimenti che vadano in questa direzione è d’ obbligo per un pieno sviluppo ambientalmente sostenibile ed in grado di creare posti di lavoro.  I produttori facciano la loro parte così come la fanno i  consumatori.’

Per Marche Rifiuti Zero,
è inoltre ‘impensabile continuare a sotterrare i propri scarti gravando su intere comunità. Ad oggi poi , la norma sulla combustione di rifiuti nella regione Marche è vigente, e se avessero convocato un tavolo anche con i portatori di interesse e con le associazioni di settore si sarebbe potuto aprire un confronto rispetto alle criticità sollevate seppur anacronistiche.’

L ‘associazione conclude ricordando di non esprimere ‘ un semplice dissenso verso l’ industria sporca ‘ ma di proporre ‘alternative percorribili. Prima tra tutti l’ impiego dello scarto di pulper da cartiera per la fabbricazione di pallets, uno scarto industriale proveniente dal riciclo e una filiera che riesce a chiudere il cerchio. La sovrastima dei fabbisogni di discarica o di impianti di incenerimento ha trovato oltre alla contrarietà della popolazione un ostacolo definitivo rappresentato dal pacchetto europeo sull’ economia circolare. Che i produttori puntino alla riprogettazione anche attraverso consulenze o nella formazione di personale!’

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